giovedì, maggio 16, 2013

Corleone. Avvio campi di lavoro LiberArci dalla spine. Per la prima volta presente la Regione siciliana con gli assessori Scilabra e Bianchi


È stata Rebecca, una studentessa del liceo artistico di Porta Romana a Firenze, a dare il senso dell’iniziativa che si è svolta ieri a Corleone per dare il via all’edizione 2013 dei campi di lavoro antimafia sui terreni confiscati alla criminalità organizzata in Sicilia. «Un albero da solo non fa il bosco, per questo bisogna mettersi insieme...», ha detto la ragazza. E, a giudicare dalle tante presenze di ieri, a Corleone e in Sicilia il “bosco” dell’antimafia sociale sta crescendo davvero bene. Intanto, la novità: c’era – per la prima volta – la Regione Siciliana con gli assessori Nelli Scilabra e Luca Bianchi. Insieme alla Regione Toscana, che ormai è la veterana dei campi antimafie, con l’assessore alle politiche sociali Salvatore Allocca. A fare gli onori di casa, Calogero Parisi, presidente della cooperativa sociale “Lavoro e non solo”, e i suoi 12 soci, che ormai da 10 anni coltivano terreni e gestiscono fabbricati confiscati a mafiosi dello spessore di Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Non potevano mancare il sindaco di Corleone Lea Savona e il presidente del Consorzio “Sviluppo e Legalità” Filippo Di Matteo. E poi i primi 25 volontari del primo campo di lavoro: gli studenti del liceo artistico di Firenze, con le loro insegnanti. A cui ha fatto visita una delegazione di studenti del liceo “Colletto” di Corleone. Infine, Anna Bucca, presidente di Arci Sicilia, Gianluca Mengozzi, presidente di Arci Toscana, MaurizioPascucci, responsabile dei campi antimafie, e i segretari generali dello Spi-Cgil Sicilia, Saverio Piccione, e della Flai-Cgil Sicilia, Totò Tripi. È la rete che sostiene e porta avanti il progetto “LiberArci dalle spine”, che ormai dal 2005 organizza campi di lavoro e di studio, a cui partecipano ragazze e ragazzi provenienti da diverse regioni d’Italia, a partire dalla Toscana. «Quest’anno sono previsti 12 campi a Corleone, uno a Canicattì e uno a Catania – ha detto Parisi – dove i ragazzi di mattina lavorano a fianco dei soci, mentre di pomeriggio incontrano alcuni protagonisti della lotta alla mafia, e visitano luoghi simbolo come Portella della ginestra e casa Memoria di Cinisi». «Da oggi inizia un rapporto tra la Regione siciliana e voi – ha detto l’assessoreScilabra – che sicuramente servirà a potenziare la rete». «A me ormai la Sicilia ricorda più l'antimafia che la mafia, mi vengono in mente più nomi di antimafiosi che di mafiosi», ha sottolineato l’assessore Bianchi, manifestando grande interesse per l’iniziativa. «La Regione Toscana – ha detto l’assessore Allocca – investe sui giovani perché ritiene che così si formano cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri». 

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