martedì, aprile 02, 2013

Corleone contro la chiusura del punto nascite all'ospedale. Chiesta l'audizione in VI commissione

Il documento approvato dal Comitato
CORLEONE – Il Comitato per la difesa dell’Ospedale, composto dai sindaci e dai consigli comunali della zona del Corleonese, dai sindacati, dalle associazioni culturali e di volontariato e dagli operatori sanitari, non ci sta alla decisione del governo regionale di chiudere definitivamente il Punto Nascite del P.O. dei Bianchi di Corleone. E nella riunione di ieri pomeriggio ha approvato un documento con cui chiede con forza all’assessore Lucia Borsellino, al presidente Rosario Crocetta e al presidente della VI Commissione dell’Ars Pippo Digiacomo di essere convocato per affrontare il gravissimo problema. Lo stesso documento è stato approvato ieri sera dal consiglio comunale di Corleone.
In effetti, chiudere il punto nascite di Corleone significa privare tante donne della vasta zona interna del Corleonese di una struttura sanitaria fondamentale dove far nascere i propri bambini. Il Punto nascite di riferimento dovrebbe diventare quello del P.O. di Partinico, che però dista 45 chilometri tutti curve da Corleone e ancora di più dai comuni di Giuliana, Chiusa Sclafani, Palazzo Adriano, Prizzi. Tra l’altro, da una settimana la SP 4 Corleone-S. Cipirello è interrotta a causa di una frana e i chilometri diventano molto di più. «Chiudere il punto nascite  di Corleone – è stato sottolineato dai partecipanti – significa aumentare molto i rischi per la salute e la sicurezza delle donne e dei bambini». La delusione delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali e sociali di Corleone nasce dalla scelta con cui, lo scorso 29 marzo, la giunta di governo regionale ha approvato il piano di ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle località disagiate siciliane, prevedendo il mantenimento e la messa in sicurezza dei punti nascita di Lipari, Pantelleria, Mistretta, Bronte, Nicosia, Mussomeli e della casa di cura Attardi di Santo Stefano di Quisquina (tutti con meno di 500 parti l’anno), ma non quello di Corleone. Nonostante un impegno preciso assunto dal presidente Crocetta nella sua visita a Corleone dello scorso 20 febbraio. «Il Punto Nascita del P.O. “dei Bianchi” di Corleone – hanno quindi scritto nel documento - merita di essere riattivato e messo in sicurezza, anche avendo un numero di parti annui inferiore a 500, perché, dopo la soppressione del P.O. “Regina Margherita” di Palazzo Adriano, è al servizio di una popolazione di circa 100 mila abitanti (ex Usl 53 di Corleone ed ex Usl 54 di Lercara Friddi), dislocata in più di 20 comuni di un’ampia zona interna con una viabilità fatiscente, che determina peculiari caratteristiche di isolamento territoriale e di difficoltà per il trasferimento delle pazienti alla struttura ostetrico-ginecologica di riferimento di Partinico, distante dai 50 ai 100-120 chilometri.
«Bisogna scongiurare la soppressione del ‘punto nascite’ di Corleone – dice da parte sua l’on. Fabrizio Ferrandelli (Pd) - ho chiesto di convocare una seduta straordinaria della commissione Sanità alla presenza dei comitati cittadini e delle parti sociali, per rappresentare la criticità della situazione e individuare possibili soluzioni». «Il ‘Piano di ottimizzazione dell'assistenza sanitaria delle località disagiate siciliane’ elaborato dall'assessorato regionale alla Salute e presentato in giunta dall'assessore Lucia Borsellino – aggiunge Ferrandelli - prevede il ripristino e la messa in sicurezza di sette centri siciliani, ma esclude quello di Corleone, nonostante possieda un numero di abitanti e una distanza dalla struttura ospedaliera superiore rispetto alla maggior parte dei centri scelti».
«Inoltre – prosegue - è a tutti noto il percorso storico e sociale che contraddistingue il comune di Corleone, che ormai da anni cerca di riappropriarsi della propria dignità e auspica a una propria autonomia ed efficienza nei servizi che si tradurrebbe in una riqualificazione del territorio. Abbiamo il dovere - conclude Ferrandelli - di sostenere questo percorso».
Dino Paternostro
martedì 2 aprile 2013

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