domenica, aprile 28, 2013

Il presidente del Senato a Portella della Ginestra: "Commissione parlamentare sulle stragi"

Piero Grasso davanti alla targa in onore di Vito Stassi
Pietro Grasso ha reso omaggio a Vito Stassi, il sindacalista ucciso il 28 aprile 1921 a Piana degli Albanesi. Poi ha deposto una corona di fiori al Memoriale di Portella della Ginestra  
 Il presidente del Senato Pietro Grasso oggi a Piana degli Albanesi ha reso omaggio a Vito Stassi "Carusci", segretario della Camera del Lavoro di Piana, ucciso dalla mafia il 28 aprile 1921. Grasso è stato prima nell'aula consiliare per l'incontro con i familiari, i sopravvissuti della strage di Portella della Ginestra e le autorità. Poi si è spostato a piedi in via Damiano Lo Greco per la benedizione e la scopertura della lapide in ricordo del sindacalista. Infine, il presidente del Senato ha raggiunto il Memoriale di Portella della Ginestra per deporre una corna di fiori. "La lotta alla mafia  -  ha detto Grasso  -  deve essere unita alla lotta per il riconoscimento dei diritti del lavoro e di cittadinanza. I fatti del 1921, quando è stato trucidato Vito Stassi Carusci, e quelli del '47, quando si è compiuto l'eccidio di Portella, dimostrano come nel momento in cui c'è la rivendicazione dei diritti e il sorgere di distanze sociali, spesso la violenza mafiosa soffoca le aspirazioni delle popolazioni".
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LA CERIMONIA 
Grasso è stato accolto da un'aula consiliare strapiena: due ragazze indossavano il vestito della tradizione arberesh e anche il sacerdote ortodosso indossava l'abito delle occasioni importanti. Il presidente ha percepito l'affetto con il quale la comunità di Piana degli Albanesi lo ha accolto e ha ricambiato con un breve saluto in arberesh. "Non abbiamo dimenticato che la strage di Portella non ha ancora avuto giustizia".

LA COMMISSIONE PARLAMENTARE 
Grasso ha risposto anche ad amministratori, cittadini, associazioni e superstiti, che sono tornati a chiedere un riconoscimento da parte dello Stato della strage di Portella della Ginestra e delle sue vittime: "C'è il mio pieno impegno in questo senso", ha assicurato, spiegando come certamente di strage di mafia si trattò: "Un pentito mi ha detto che Giuliano, peraltro affiliato alla famiglia mafiosa di Monreale, fu convinto da Cosa nostra a compiere l'eccidio, argomentando che bisognava fermare il nemico comunista che si opponeva all'indipendentismo e agli sforzi per fare della Sicilia una stella della bandiera americana. Poi fu ucciso e il suo corpo fatto trovare altrove. Anche questo evento dimostra come la mafia si faccia braccio armato di altri poteri". Grasso ha indicato come prioritaria "la creazione di una Commissione sulle stragi. Non solo sulle stragi di mafia o del terrorismo mafioso,  ma su tutte le stragi, perché secondo me proprio iniziando da Portella della Ginestra c'è un filo che collega tutte le stragi che hanno insanguinato il nostro Paese". 
(La Repubblica, 28 aprile 2013)

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