lunedì, aprile 29, 2013

Casarrubea: "Banditi"

La banda Giuliano al processo di Viterbo
In occasione della ricorrenza del 66° anniversario della strage di Portella della Ginestra, pubblichiamo, qui di seguito, un documento allegato al Rapporto giudiziario 4 settembre 1947 con il quale venivano denunciati gli autori materiali delle stragi del 1° maggio e del 22 giugno di quell’anno. I giudici di Viterbo ritennero che essi avessero agito, nelle due diverse circostanze, per un medesimo disegno terroristico e fecero rilevare come le armi usate in entrambi i casi fossero state armi da guerra e bombe a mano usualmente non in possesso delle comuni bande di delinquenti. Ma non andarono al di là di questo fatto e non trassero alcun elemento dalla valutazione dei documenti allegati, quale, ad esempio, quello che pubblichiamo, che dimostra come la banda di Salvatore Giuliano fosse un’organizzazione di tipo chiuso, composta da parenti e amici appartenenti a una stessa comunità:  quella di Montelepre. Un dato, questo, di rilievo in quanto mentre tutte le bande armate esistenti nell’isola erano fatte da elementi raccogliticci, quella di Giuliano era una vera e propria impresa del crimine di natura terroristica ed eversiva, fondata sulle parentele e sui rapporti di amicizia. Un sistema chiuso che garantiva meglio il rispetto gerarchico basato sul modello delle comunità patriarcali, e sull’omertà autodifensiva. Si ponga mente, comunque, al fatto che il livello locale della banda ha un suo grado di consapevolezza delle finalità che la stessa banda si propone, assai basso, e che i livelli alti della gerarchia conducono a Roma e agli ambienti della destra eversiva presente soprattutto nella capitale italiana, a Milano e nel Nord-est. Il rapporto giudiziario e gli allegati relativi ci sono stati donati dalla famiglia Tagliafierro e fanno parte del nostro Archivio storico.
Giuseppe Casarrubea
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