venerdì, febbraio 03, 2012

Monti risponde in diretta ai lettori: "L'Art. 18? Allontana gli investimenti"

Mario Monti
Licenziamenti, posto fisso, concorrenza, banche e giovani. Il presidente a tutto campo in diretta nel videoforum su RepTv e Repubblica.it in un inedito colloquio con i cittadini che gli inviano domande attraverso il nostro sito. Migliaia di mail in un'ora di LAURA PERTICI
ROMA - Oltre duemila mail dai lettori di Repubblica.it in un videoforum aperto con Mario Monti: il primo esperimento di confronto in tempo reale tra cittadini e presidente del Consiglio. Seguito in diretta sul nostro sito e sul canale digitale di RepubblicaTv. E, insieme, con le risposte rilanciate dalle agenzie di stampa, riprese da altri siti di informazione, discusse sui social forum.

Monti, dal salottino di Palazzo Chigi, per quasi un'ora non si è sottratto a risposte dirette e molto schiette, così come schiette erano le domande dei cittadini-lettori. Dai conti pubblici alla concorrenza, dal lavoro alle riforme possibili. E avanti con tutti i temi caldi del momento politico.
Il posto fisso "monotono". La prima risposta arriva sulla famosa battuta del "posto fisso monotono". A Francesco, o a Isabella Belfiore a nome delle centinaia che hanno scritto su questo argomento, Monti precisa: "Una frase come quella, presa fuori dal contesto, può prestarsi a un equivoco. Se intendiamo per 'fisso' un posto che ha una stabilità e tutele, certo è un valore positivo. La mia frase serviva a dire che i giovani devono abituarsi all'idea di non avere un posto fisso per tutta la vita, come capitava alla mia generazione o a quelle precedenti, un posto stabile presso un unico datore di lavoro o con la stessa sede per tutta la vita o quasi". Meglio invece "abituarsi a cambiare spesso luogo o tipo di lavoro e Paese. Questo - sottolinea - non è da guardare con spavento, come una cosa negativa. Gli italiani e i giovani hanno in genere troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento". Verso la fine del videoforum, un'ulteriore riflessione sul tema. "Mi è dispiaciuto colpire delle sensibilità. Si possono dire cose sbagliate o usare frasi sbagliate. Spero ora di essere riuscito a spiegare quel che intendevo". Pensare ai meno tutelati. "Bisogna dare meno tutele a chi oggi ne ha troppe ed è quasi blindato nella sua cittadella, e darne di più a chi è in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro". 'Creare lavoro per i giovani è comunque l'obiettivo centrale di tutta la politica economica e sociale del governo, se ci si riesce e ci vorrà del tempo, ma questo non significa che i giovani debbano e possano avere quel lavoro per tutta la loro esistenza, il cambiamento è da guardare positivamente e non negativamente".
"Banche per i mutui valutino potenzialità". "Più un sistema bancario si modernizza, più è capace di valutare il potenziale di reddito di un'azienda, di una famiglia o di un individuo. Più che guardare all'immobile a garanzia o al contratto di lavoro che dia continuità". "Per il singolo lavoratore - continua Monti -, se dimostra di aver avuto una serie di lavori e avendoli cambiati ha una prospettiva di mobilità, una capacità di reddito e di poter avere lavori, per avere prestiti allora non occorre più che il lavoro sia sempre presso quella azienda".
"Articolo 18 applicato così scoraggia investimenti". E si arriva al tema caldissimo dell'Articolo 18. Il premier spiega con nettezza le sue opinioni, ma resta prudente. Così come nette erano le domande di altre centinaia di lettori su questo tema. "Non so dire se entro la fine di marzo, che è la scadenza che ci siamo dati" per i primi provvedimenti sul mercato del lavoro, "sia essenziale la modifica dell'articolo 18 o no, perchè" la riforma del mercato del lavoro "è un mosaico fatto di tante tessere". Per il presidente del Consiglio "ogni tessera del mosaico deve essere considerata". Poi ai tanti - come Maria Grazia Aliquò - che gli contestano di abolire una garanzia senza che questo aumenti l'occupazione, risponde con un affondo: per come viene applicato in Italia "sconsiglia investimenti di capitali stranieri ma anche italiani". E ancora: l'articolo 18 è centrale nella discussione nel senso che è uno dei temi e poichè in passato per alcuni era la punta di una spada offensiva, mentre per altri era il centro dello scudo difensivo, sembrava una contrapposizione tra Oriazi e Curiazi". Mentre, spiega il professore, "il nostro scopo è di passare dai simboli e miti alla realtà pratica e pragmatica".(guarda il video) 2
Per le tutele modello Danimarca. "Sul lavoro - dice Monti - non è che siano esempio da imitare", perché "hanno un mercato del lavoro molto flessibile e per questo è più facile trovarlo, ma in molti settori è molto poco tutelato il lavoratore". Per Monti il "modello" a cui guardare "è più quello dell'Europa del Nord, della mitica Danimarca, ma non è che dobbiamo diventare tutti danesi". Lì, spiega, c'è "la tutela del singolo lavoratore" e ci sono anche "una serie di ammortizzatori sociali e reti di protezione per lui, non per il posto". Soprattutto, "c'è la possibilità di riaddestramento professionale".
Banche e Bot. Istituti finanziari, tema scottante. Non popolare, come dimostrano le molte domande irritate di chi le accusa - Giuseppe Tizza per tutti - di aver preso contributi pubblici senza investire se non in Bot. Monti risponde contestando le obiezioni: "Non mi dispiacerebbe se gli istituti italiani comprassero più Bot, perché ne comprano pochini". E poi sottolinea le misure prese e che hanno scontentato parecchio gli istituti di credito: "Il mondo bancario, ed anche quello assicurativo, è stato molto disturbato" dall'esecutivo. E ricorda che è stata introdotta una norma "che impedisce a membri di Cda di banche di sedere anche in Cda di altre banche. Così abbiamo dato una scossa alla concorrenza"
Tobin Tax. "A differenza del governo precedente, che era contrario, questo è propenso all'introduzione di una tassa sulle transazioni a livello europeo. Ho l'impressione che questa possa essere la volta buona perché la dimensione delle transazioni finanziarie è stata così importante, così ingente, da far avvertire da più parti la necessità di disciplinare le transazioni e chiamare il sistema finanziario a contribuire al risanamento".
"In passato troppo buonismo dei partiti". "Perchè l'Italia è ridotta un pò male?" A questa domanda il professore risponde che è perché "per decenni i partiti hanno avuto troppo cuore, hanno profuso troppo buonismo sociale, che ha accumulato anno dopo anno disavanzo e debito pubblico". E ancora: 'Piu' si eroga bontà di cuore oggi, più si creano le condizioni che graveranno come piombo sui giovani".
Ici alla Chiesa. Sul controverso tema il premier parla di "tema importante, che stiamo approfondendo. E siamo piuttosto avanti nell'approfondimento".
Valore legale laurea. "Penso di tornare sul progetto del valore legale del titolo di studio e in questi giorni lanceremo una consultazione pubblica sul sito del Miur. Ciascuno potrà darci il suo parere. Vogliamo contemperare il fatto che il datore di lavoro, soprattutto se è una pubblica amministrazione, chieda la certificazione sugli studi e il titolo ottenuto, con la necessità di non dare troppo peso al voto di laurea. Si dà per scontato che tutte le università siano ugualmente rigorose, ma è una forma di equivalenza superficiale, non reale".
Lo spread e Berlusconi. "Credo che si sia esagerato e sbagliato aver utilizzato lo spread come un'arma contundente nei confronti del mio predecessore, Silvio Berlusconi, e credo si esageri a considerarlo, quando scende, segno di buon comportamento del mio governo. Ma è un indicatore rilevante".
"Dopo di me politica sarà migliore". "Credo che al termine di questo governo, molte cose saranno cambiate in Italia e il sistema politico sarà più civile, disteso e pacato rispetto agli ultimi anni".
(La Repubblica, 03 febbraio 2012)

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