martedì, febbraio 21, 2012

C'è l'antimafia sociale della Sicilia nella tessera Cgil 2012, dedicata alla legalità

La tela di Porcasi che riproduce la tessera Cgil 2012
di DINO PATERNOSTRO
«Sono lieto ed onorato di poter mettere a disposizione i volti e le emozioni di alcune mie tele per dar vita alla tessera della Cgil 2012», dice il pittore Gaetano Porcasi, nativo di Partinico e cittadino onorario di Corleone. Porcasi non è un pittore come gli altri, ma una vera e propria anomalia siciliana. Un’anomalia straordinariamente bella, capace di dare volti e colori alla storia degli “ultimi” e dei loro carnefici, all’eterna lotta tra il bene e il male. La pittura di Porcasi rende “eterni” eroi antichi e moderni, noti, meno noti e persino sconosciuti. E dà un volto persino ai mafiosi e ai loro complici, tutti “uomini del disonore”, per troppo tempo onorati. Dipinge i colori della storia e della memoria Gaetano Porcasi.
Comincia dai contadini dei Fasci siciliani di fine Ottocento, quelli che per primi conquistarono la dignità di lavoratori, imparando a non togliersi la coppola davanti ai “signori” del feudo e della lupara. Continua con i volti bruciati dal sole dei contadini del secondo dopoguerra e dei loro dirigenti, in cerca di pane e lavoro, che spesso (troppo spesso) trovavano la lupara della mafia. I colori della storia e della memoria di Gaetano Porcasi non si soffermano solo sull’epopea contadina, che pure tanto lo affascina, ma anche sui tanti carabinieri e poliziotti morti nelle stragi di Bellolampo (19 agosto 1949) e di Ciaculli (30 giugno 1963). E poi sul colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e sull’insegnante Filippo Costa, assassinati a Ficuzza il 20 agosto 1977. E sul capitano Mario D’Aleo, caduto a Palermo il 13 giugno 1983, sul leader comunista Pio La Torre, assassinato il 30 aprile 1982, sul prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, caduto a Palermo il 3 settembre 1982, sul giudice Rocco Chinnici, morto nella strage del 29 luglio 1983 e su Rosario Livatino, il giudice-ragazzino, assassinato lungo la superstrada Canicattì-Agrigento  il 21 settembre 1990. E poi ancora sui giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sul sacerdote don Pino Puglisi. E tante, tantissime altre vittime della criminalità mafiosa, quella criminalità a cui Porcasi ha dato i volti cattivi e grondanti di sangue di Totò Riina e dell’ultimo “capo dei capi” di Cosa Nostra, quel Bernardo Provenzano dei “pizzini” che per 43 anni è riuscito a farsi beffe dello Stato, ma che – finalmente! - l’11 aprile 2006 venne arrestato dalla polizia nel casolare di “Montagna dei Cavalli”, a pochi passi dalla “sua” Corleone.
Adesso, una composizione di queste tele sono diventate la tessera 2012 della Cgil: i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel 20° anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, la rosa rossa dei partigiani e la bandiera tricolore dell’Italia liberata, le tragiche ginestre della terribile strage del 1° maggio ’47, i nomi di tanti giornalisti, che cercavano verità e giustizia, assassinati dalle mafie. Per noi siciliani è motivo di commozione e di orgoglio, che la Cgil nazionale abbia scelto un artista della nostra terra ed un mosaico di storia della resistenza antimafia della Sicilia per “costruire” la tessera 2012, l’anno che il più grande e il più antico sindacato italiano ha voluto dedicare alla legalità, quale “risposta per il lavoro e il futuro”. Significa riconoscimento dell’impegno della Sicilia per la costruzione della libertà, della democrazia e della giustizia sociale. Significa volontà di onorarne i suoi martiri (testimoni), in quanto martiri (testimoni) di quell’Italia “parte civile” contro le mafie e le prevaricazioni vecchie e nuove. 
Dino Paternostro

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