venerdì, febbraio 03, 2012

Monti, le reazioni di politica e società. Cgil: "Sbagliato parlare di troppe tutele"

Susanna Camusso
Dal sindacato, Fammoni replica al premier: “Qual è l'ipotesi, far calare i diritti di tutti?”. Fassina (Pd): "Affermazioni infondate, per noi l'articolo 18 non è il problema". Vendola: "Pensare che i lavoratori a tempo indeterminato siano privilegiati è visione distorta della realtà". Di Pietro: "Articolo 18 da estendere" ROMA - La politica e la società rispondono alle parole del presidente del Consiglio Mario Monti, oggi in videoforum con Repubblica Tv. E le prime repliche pesanti arrivano dal mondo del lavoro, con le osservazioni del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni: “Al presidente del Consiglio Monti piacciono evidentemente gli esempi estremi", dice Fammoni, ma parlare di troppe tutele per chi è 'blindato nella sua cittadella' è non solo sbagliato, e non vero, ma anche un po' offensivo verso quei lavoratori”.
Fammoni osserva: “Conosce il presidente Monti la condizione reale del lavoro? In tre anni abbiamo perso centinaia di migliaia di posti di lavoro. Un lavoratore su tre è stato soggetto ad ammortizzatori per problemi nella sua azienda. La recessione minaccia nel 2012 una nuova raffica di licenziamenti. Con questo quadro drammatico il presidente che fa? Dichiara che l'articolo 18 scoraggia gli investimenti in Italia, suggerendo ai capitali di non investire”.
Secondo il dirigente sindacale, “dare lavoro e diritti ai giovani è l'obiettivo di tutti, ma cosa fa per loro il governo? Negli interventi sulle pensioni non c'è niente e manca un piano per il lavoro. Perché cali la precarietà c'è bisogno di forti interventi altrimenti si amplierà la cosiddetta apartheid, come il presidente ha definito nei giorni scorsi la condizione dei giovani. O invece l'ipotesi è quella di far calare i diritti di tutti, giovani compresi, per parificarli al ribasso?", conclude il segretario.
Fassina: "Affermazioni infondate". "Le affermazioni di Monti sul fatto che l'articolo 18 inibisce gli investimenti esteri e nazionali sono sorprendenti perchè assolutamente infondate". A parlare così è Stefano Fassina, responsabile economia del Partito Democratico. "Gli investimenti in Italia sono bloccati per altri motivi come il peso fiscale, i ritardi della pubblica amministrazione, i costi dell'energia, l'assenza di politiche industriali" ha aggiunto Fassina. "L'articolo 18 è diventato un feticcio ideologico che rischia di farci perdere tempo", ha detto ancora l'esponente del Pd. "Nella nostra proposta non c'è perchè per noi non è un problema. Toglierlo indebolirebbe il potere negoziale dei lavoratori e svaluterebbe il lavoro, è una strada perdente per i lavoratori e per il Paese".
Di Pietro: "Articolo 18 da estendere". Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, commenta duramente le dichiarazioni di Monti: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e ci auguriamo che questo dettato costituzionale diventi un monito per il governo Monti, affinché le tutele garantite dall'articolo 18 vengano estese a tutti i precari e non tolte. Parlare dell'articolo 18 come un limite per gli investimenti è una presa in giro. Noi in Parlamento ci batteremo perché il lavoro sia un patrimonio comune a tutela anche delle future generazioni. Il modello danese, auspicato da Monti, purtroppo non è applicabile in un Paese come il nostro, dove la disoccupazione giovanile è al 31 per cento, le fabbriche chiudono e mancano i posti di lavoro. Quindi di quale mobilità si parla se manca l'occupazione?"
Vendola: "Monti delinea un profilo di destra". Anche Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta', risponde al premier: "Questa volta non siamo di fronte ad una battuta infelice come quella della monotonia del posto fisso. Il presidente Monti ha delineato il proprio profilo schiettamente conservatore, con ragionamenti che sono tipici della destra liberista. Immaginare che i lavoratori contrattualizzati a tempo indeterminato nel settore pubblico come nel settore privato siano portatori di privilegi significa avere davvero una visione distorta della realtà", dice il leader di Sel.
Pensare di combattere la precarieta' facendo saltare cio' che resta del sistema delle tutele e delle garanzie del mondo del lavoro appartiene ad un'impostazione politicamente assai connotata. Cioe' di destra", è il pensiero di Vendola.
(La Repubblica, 03 febbraio 2012)

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