venerdì, febbraio 17, 2012

Gubbio, arrestato lo ‘zar’ Goracci

L'arresto di Orfeo Goracci
di Federica Grandis
Lo chiamavano lo zar, o il re.  Ma in barba al comunismo crollato da decenni e alla Siberia lontana migliaia di chilometri, Orfeo Goracci era semplicemente un sindaco a capo di una città rossa fuoco, con una giunta monocolore, tutta targata Rifondazione Comunista. Lo scandalo che scuote Gubbio ha tutti i tratti di un film gotico-medioevale, che ben s’intona con le antiche, bellissime costruzioni in pietra della città umbra. Il copione prevede un intero paese asservito ai capricci di un sindaco-despota che piega la macchina comunale ai suoi comodi e a quelli dei suoi collaboratori, umilia i sindacati, commette violenze sessuali. Fino all’ultimo Goracci ha tentato di nascondere e persino bruciare le prove, ma ieri mattina è stato arrestato insieme ad altre otto persone tra ex assessori, consiglieri in carica e funzionari del Comune. 

La procura di Perugia, che sta indagando sui fatti, parla di un vero e proprio “sistema Goracci”, che avrebbe messo in piedi un’associazione per delinquere finalizzata a commettere reati di concussione, falso in atto pubblico e soppressione di atti pubblici. Il tutto “instaurando un clima di intimidazione e paura all’interno del Comune, emarginando, osteggiando e minacciando le persone invise o ostili al sodalizio e piegando lo svolgimento delle funzioni pubbliche al perseguimento di interessi privati”, consistenti in vantaggi elettorali, mantenimento del potere, “vantaggi economici per se stessi e soggetti legati da vincoli di vicinanza politica, amicizia e sentimentali”.Oltre a Goracci, oggi ex sindaco della cittadina umbra e vicepresidente del consiglio regionale, e al suo “braccio destro” e vicesindaco Maria Cristina Ercoli, gli altri arrestati ci sono ex amministratori comunali, in alcuni casi tuttora consiglieri, e tecnici, uomini e donne di “assoluta fiducia” dell’ex sindaco. Due delle donne destinatarie delle misure cautelari sono ritenute anche “sentimentalmente legate” allo “zar” umbro. Nelle carte della Procura, il modus operandi dell’ex sindaco è riassunto nella testimonianza di un’amica di una delle vittime di Goracci, Luigina Procacci: “O eri donna e cedevi alle avances del sindaco, o eri uomo e avevi agganci politici o di amicizia con Goracci o con persone riconducibili al suo gruppo, oppure eri fuori dai giochi”. Il posto fisso, a Gubbio, si otteneva insomma solo iscrivendosi a Rifondazione o cedendo alle avances dello “zar”. E chi quelle avances non le accettava era fuori, con tanto di procedura disciplinare anche con la scusa più banale, come quella di cantare a messa portando sotto l’abito da concertista la divisa da vigile urbano. L’accusa più dura, quella di violenza sessuale, arriva proprio da una concertista per passione, vigile urbano di mestiere, Sabrina Morena, agente precaria di polizia municipale. “Respinsi sempre le sue pesantissime avances sessuali e per questo mi presero di mira, avviando una procedura disciplinare perché andai a cantare durante una messa e sotto l’abito della chiesa si vedeva il colletto blu della divisa”. L’elenco delle amanti-dipendenti è molto lungo, e dalla procura viene messo a verbale con nomi e cognomi. La promessa era sempre la stessa: un posto di lavoro, una stabilizzazione, un inserimento in graduatoria. E se la strada non era quella delle avances, si passava dal partito: “Gli indagati – si legge nell’ordinanza – in quanto esponenti di una medesima formazione politica, sono inseriti in un quadro d’illegalità diffusa, con favoritismi volti a perseguire non l’interesse pubblico ma esclusivamente quello privato”. Un piccolo gruppo di dipendenti comunali alla fine si è ribellato e ha sporto denuncia, aprendo un vaso di Pandora che ha portato in carcere mezza giunta e che promette di rovesciare ancora nomi, cognomi, accuse.Narcomafie, 15.2.2012

Nessun commento: