sabato, febbraio 11, 2012

Corleone, operazione "Palcar": la polizia ha individuato chi coltivava le serre di marjuana di contrada Malvello

Carlo Barbera
CORLEONE – L’operazione “Palcar” ha consentito alla Polizia di Stato di individuare  i “coltivatori diretti”  delle serre di marjuana di  contrada Malvello.  Ora ci si interroga per capire  bene chi stia  dietro alla più grande piantagione di droga mai scoperta in Europa negli ultimi 5 anni. 480 quintali di marjuana secca che, non calcolando i derivati (infiorescenze ed olio di cannabis) se immesse sul mercato, avrebbero fruttato ai malviventi oltre  5 milioni di euro. Un piatto ricco per le organizzazioni criminali e mafiose del territorio compreso tra Corleone, Roccamena,  San Giuseppe Jato, Alcamo e Partinico.  Eravamo nel  luglio del 2009 quando gli uomini della squadra investigativa  del Commissariato PS di  Corleone diretto dal dottor Filippo Calì scoprirono la piantagione. Le serre insistono sul territorio di Monreale. Sono a 12  chilometri da Corleone nei pressi di  Borgo Schirò, proprio  alle spalle dei capannoni  dell’Alizoo dei fratelli Romeo. Nicola Romeo, come si ricorderà,  fu assassinato da un commando mafioso sulla SP4 a due chilometri  dal Borgo l’11 gennaio 2010. La  zona è definita  “sensibile” dalla Polizia.  Feudo dei Brusca di San Giuseppe Jato e delle famiglie mafiose di Corleone, l’impianto, è costituito da otto serre per complessivi 7000 metri quadrati ed  era servito da un  imponente rete di irrigazione, tanto da produrre  oltre seimila   piante di marjuana alcune alte sino a sei metri.  
Il “guardiano”, un extracomunitario residente a Partinico, Thabet  Amhid di 50 anni, era stato sorpreso ed arrestato dai poliziotti di Corleone mentre irrigava. La Polizia   non lo ha più “mollato” ritenendolo l’anello di congiunzione con l’organizzazione criminale  che curava   produzione e distribuzione della droga. Gli investigatori hanno passato al setaccio i tabulati con le telefonate di Thabet Hamid e hanno scoperto che il numero chiamato assiduamente risultava appartenere  ad un tale Karl, mentre ad Hamid veniva fornito ogni tre giorni di un nuovo   cellulare   che risultava essere sempre intestato al fantomatico  Karl. In tal  modo  erano sempre e  solamente due  telefonini a collegarsi tra loro. Quando fu scarcerato l’extracomunitario fu  seguito e pedinato giorno e notte, ma alla fine il lavoro dei poliziotti ha portato a collegare Hamid a Carlo (Karl) Barbera  che gli investigatori ritengono il vero coltivatore e proprietario dell’ingente partita di  cannabis  Carlo Barbera, partinicese 40 anni, è pregiudicato per spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e munizioni, furto e ricettazione. Durante le indagini coordinate dalla  Procura della Repubblica di Palermo dai sostituti  Maurizio Agnello e Siro De Flammineis, gli investigatori di Corleone hanno dovuto coordinarsi con altri Uffici di Polizia che indagavano sul partinicese  Il Barbera, quando sono scattati gli arresti dell’operazione “Palcar”   si trovava  già  all’Ucciardone di Palermo ed il   4 febbraio  i poliziotti gli hanno notificato   la seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP  di Palermo dottor  Fernando Sestito. Nel nuovo mandato l’accusa per Barbera è di produzione e traffico di sostanze stupefacenti relativi alla piantagione di contrada  Malvello. 
Cosmo Di Carlo  

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