venerdì, dicembre 17, 2021

Roberto Bentivegna, sceneggiatore di “House of Gucci”: “Il legame con la Sicilia è stato sempre molto forte nella mia vita, cosi’ come l’orgoglio di avere radici Corleonesi”

Roberto Bentivegna

Roberto è figlio di Francesco “Ciccio” Bentivegna, solide origini corleonesi: pronipote dell’omonimo eroe del risorgimento, moschettato dai Borboni il 20 dicembre 1856. Gli abbiamo chiesto una nota per i lettori di “Città Nuove”. Ci ha inviato questa bellissima lettera, che contiene anche una “dichiarazione d’amore” per Corleone e la Sicilia. Grazie, Roberto. Speriamo di averti presto a Corleone! (dp)


di ROBERTO BENTIVEGNA

Il legame con la Sicilia è stato sempre molto forte nella mia vita, cosi’ come l’orgoglio di avere radici Corleonesi. Gia’ da bambino, il papa’ mi portava in giro per Corleone e mi leggeva le iscrizioni sulla facciata del Municipio e sul monumento alla villa comunale che ricordano le gesta risorgimentali di Francesco Bentivegna. Nel 2006 abitavo gia’ negli Stati Uniti e sono ritornato a Corleone per partecipare alle commemorazioni per l’anniversario del mio avo, evento che ricordo ancora con grande emozione.

Da ragazzo ho studiato a Milano, in inglese ed italiano. A 15 anni ho vinto un premio indetto dal giornale “La Repubblica”, per la piu’ bella lettera di Natale. Ricordo ancora il titolo: ”Miracolo a Sarajevo”. Le estati le passavamo in Francia con frequenti puntate in Sicilia. Il cinema mi ha sempre affascinato fin da bambino. E non poteva esserediversamente: In Francia, passavamo le estati vicinoCannes e andavamo spesso al cinema. A cinque/sei anni leggevo gia’ le riviste del cinema come Ciak e mi affascinavano i films e le storie che raccontavano. Verso quell’eta’ ho deciso che volevo fare il regista.  

A 12 anni avevo visto Pulp Fiction a Cannes, (in Italia era vietato ai minori) assieme al papa’ e allanonna, che era rimasta un po’ scioccata dai dialoghi.Io invece ero rimasto affascinato. Da quel momentola mia strada era tracciata. In tutto questo i mieigenitori mi hanno sempre sostenuto, assecondato e incoraggiato. Non ricordo alcuna occasione in cui mi abbiano detto: dovresti fare questo o quest’altro. Invece, si trattava di trovare le scuole giuste chepotessero valorizzare queste mie aspirazioni. E cosi’, verso i 16 anni, sono stato ammesso ad una delle piu’ prestigiose scuole di Londra dove ho conseguito la maturita’.

Subito dopo, ho passato circa un anno a prepararmiper l’ammissione all’Universita negli Stati Uniti ed ho passato l’estate a suonare musica rock assieme adalcuni compagni di scuola in un bar di Nizza.

L’inizio delle lezioni a Boston e’ avvenuto il 10 Settembre 2011, proprio il giorno prima dell’attentato alle Torri Gemelle. Gli anni all’universita’ di Boston sono passati in fretta e sonostati seguiti da un Master in “Fine Arts” e Cinematografia presso la Columbia University di New York. Verso la fine degli studi universitari, sonostato eletto presidente del “ Film Studies” ed ho organizzato degli incontri con famosi attori e registi. Uno dei primi e’ stato Francis Ford Coppola, il mitico regista del Padrino. Di fronte all’aula piena di studenti, ho presentato Coppola  e gli ho dato la parola. A questo punto Francis , che aveva colto il mio cognome italiano, mi bisbiglia all’orecchio: “Roberto, Where are you from?” Di dove sei? Al che, io prontissimo gli rispondo:” I’m from Corleone”. Sono di Corleone.

Finalmente, era arrivato il giorno tanto atteso dellacerimonia di Laurea e l’inizio di un nuovo capitolodella mia vita. 

Cosi’, fresco di laurea e di tante belle speranze, mi trasferivo nella mitica Los Angeles, all’ombra (poca) della scritta HOLLYWOOD sulla collina. Avevo un agente, impossibile farne a meno, ed un primo cliente, il che non guasta. Uno dei piu’ grandi fotografi americani voleva fare un film tratto da un libro e si era rivolto a me per scrivere la sceneggiatura. Bel lavoro ed ottima esperienza anche se il film non e’ mai stato fatto. Si, perche’ in realta’sono ben pochi i film che vengono relizzati. Non basta una bella storia e un bravo sceneggiatore. C’e’ anche bisogno di trovare il produttore interessato e poi gli attori giusti e…i soldi! Comunque, come prima esperienza non ando’ male. Da allora, ho sempre scritto tanto, con o senza clienti paganti, spesso per me stesso. Mi sono dato una regola di vita e di lavoro, e così ogni mattina lasciavo la mia casa sulla spiaggia di Venice Beach, per andare presso una writing room e passare la mia giornata di lavoro a scrivere e ricercare. Molti dei soggetti che ho ricercato e sui quali ho scritto, hanno una radice Siciliana. Una delle storie che mi hanno maggiormente affascinato e’ la scomparsa del fisico Siciliano Ettore Majorana. Così, dopo ricerche approfondite, ho scritto la sceneggiatura sulla vita e scomparsa di Majorana. Non e’ (ancora) diventato un film, ma mi ha fatto vincere dei prestigiosi premi letterari e mi ha fatto  conoscere.

Anno dopo anno, ho realizzato film brevi scritti egirati da me, ed ho scritto diverse sceneggiature, tra le quali “The Eel” (l’Anguilla) una storia originale d’azione e di criminI che si svolge lungo il confine tra Texas e Messico.

L’idea era quella di dirigere The Eel, ed a questo fine il copione  viene mandato a Ridley Scott, nel caso potesse interessargli come produttore. Come molti di voi sapranno, Ridley Scott e’ uno dei piu’ importanti registi e produttori al mondo, autore di opere di enorme successo come Blade Runner, Thelma &Louise, Gladiator etc.

Ridley Scott legge il mio copione di The Eel e gli piace moltissimo: al punto che assieme alla moglie Giannina Facio (molto famosa in Italia negli anni ‘90) decide di farmi scrivere la sceneggiatura di House of Gucci, un progetto che provano a realizzareda circa ventanni senza successo, per mancanza di una sceneggiatura che soddisfi il regista. A questo punto, la moglie di Scott si convince della necessita’di uno sceneggiatore italiano per cogliere l’essenza della storia. Un Italiano che abbia familiarita’ con il mondo della moda Milanese e sappia cogliere gli aspetti drammatici ma anche divertenti e farseschi della storia. Una specie di Opera e di Tragi-Commedia rappresentate con grande esagerazione dei caratteri dei personaggi.

Il Progetto mi affascina immediatamente. Mia mamma e’ una stilista di moda ed io sono cresciuto tra disegni e sfilate di moda milanesi. Non solo, ma da bambino, mio papa’ mi portava ogni Domenica nei Giardini del Palazzo Reale dove buttavamo delle briciole di pane alle anatre del laghetto. Il vero Maurizio Gucci e’ stato ucciso nel palazzo di fronte. E cosi’ mi sono buttato anima e cuore in questo progetto, conducendo delle ricerche accurate sui personaggi e provando a focalizzarmi sui protagonisti della storia. Dopo circa un anno di lockdown, sono riuscito a viaggiare e a recarmi a Milano dove ho rivissuto molti dei luoghi dove si e’ svolta la vera storia. Ho anche creato nuove situazioni, che in realta’ appartengono alla mia vita, come quando Maurizio porta Patrizia a mangiare i panzerotti a Milano, in un piccolo locale dietro al Duomo, dove in realta’ andavo con mio Papa’.  

La sceneggiatura e’ piaciuta moltissimo a Ridley Scott il quale e’ passato alla fase di scelta degli attori. Mentre scrivevo la sceneggiatura, mi era venuta in mente Lady Gaga, come un’attrice in grado di trasformarsi nella vera protagonista del film, non solo fisicamente,ma anche emotivamente, e cosi’ e’ stato. Non credo si potesse trovare un’attrice migliore per il ruolo. Lady Gaga, altra americana di origine Siciliana, si e’ calata cosi’ tanto nel personaggio, che non e’ sempre facile distinguere l’attrice dalla vera Patrizia. 

Ridley Scott  ha voluto la mia presenza sul set per tutta la durata della riprese in montagna, sul lago di Como, a Milano e a Roma. All’inizio delle riprese, Al Pacino chiede di volermi incontrare. Abbastanza emozionato, busso alla porta del suo camerino. Al mi dice di entrare, poi si alza, mi viene incontro e mi dice: “Roberto Bentivegna, I’m honoured to meet you”. Abbiamo parlato per oltre un’ora, fino a quando non lo hanno chiamato per girare un scena. Di cosa abbiamo parlato? Di Sicilia, di Storia, di Corleone. Un paio di mesi dopo, Al mi ha chiamatomentre era a Los Angeles  e mi ha invitato a prendereun caffe’ a casa sua con la sua famiglia e alcuni tra i suoi amici.

Sono cose che non si dimenticano facilmente. 

Roberto  Bentivegna

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