sabato, dicembre 18, 2021

Castelbuono, truffa all’Asp e maltrattamenti nella casa per disabili lager


MANLIO MELLUSO

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 35 soggetti, di cui dieci ristretti in carcere, sette colpiti dagli arresti domiciliari, cinque sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e tredici destinatari della misura interdittiva del divieto di esercitare attività professionali per un anno.

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture.

Con il medesimo provvedimento, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di una Onlus che, in regime di convenzione con l’ASP di Palermo, fornisce servizi di riabilitazione c.d. “a ciclo continuo” in favore di 23 pazienti con gravi disabilità fisiche e psichiche, nonché di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,7 milioni di euro.

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Spesa Pubblica si sono sviluppate attraverso due filoni paralleli.

Il primo ha riguardato l’amministratore e i soci dell’Associazione, i quali, attraverso la simulazione della forma no profit dell’Ente, in luogo della reale natura commerciale, nonché grazie all’utilizzo di documentazione falsa (planimetrie, relazioni tecniche, rendiconti trimestrali delle prestazioni erogate), riuscivano a conseguire l’accreditamento istituzionale con la Regione Siciliana ed il successivo convenzionamento con l’ASP di Palermo ottenendo, nell’ultimo quinquennio erogazioni pubbliche per 6,2 milioni di euro.

Una parte di tali fondi, oltre 470 mila euro, inoltre, anziché essere destinata ai fabbisogni dei pazienti o reinvestita nell’adeguamento della sede, caratterizzata da gravissime carenze, veniva distratta dai soci dell’Associazione e utilizzata per fini privati (liquidazione di compensi non dovuti, acquisto di autovetture, pagamento di viaggi e soggiorni in strutture ricettive, acquisto di prodotti enogastronomici, articoli di gioielleria e da regalo).

Oltre all’ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di malversazione vengono contestati anche episodi di corruzione di un funzionario dell’ASP di Palermo che, secondo la prospettazione accusatoria, avrebbe asservito stabilmente la propria funzione agli interessi economici dell’Associazione, ottenendo, quale controprestazione, l’assunzione del figlio e della nuora, nonché il reato di frode nelle pubbliche forniture, essendo state fornite prestazioni sanitarie in favore dei pazienti ben lontane dagli standard qualitativi previsti.

Il secondo filone investigativo ha consentito di far emergere gravissime condotte delittuose in danno dei 23 pazienti del centro, che il GIP di Termini Imerese ha ritenuto idonee a configurare le fattispecie di tortura, maltrattamenti e sequestro di persona.

Sulla base delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle palermitane, tutto il personale sanitario e paramedico in servizio presso la Onlus, con la compiacenza della proprietà, poneva in essere numerose e reiterate condotte attive e omissive, sottoponendo i pazienti a maltrattamenti di natura fisica e psicologica tali da cagionare loro gravi sofferenze ed umiliazioni.

In particolare, senza alcuno scrupolo per la condizione di fragilità psico-fisica degli ospiti, tutti affetti da gravi disabilità intellettive e psichiatriche, il personale della struttura ricorreva sistematicamente all’inflizione di punizioni (come il digiuno), a percosse (consistenti in strattonamenti, calci, schiaffi), ad offese gratuite e denigranti, nonché sottoponeva quotidianamente diversi pazienti a gravose ed immotivate limitazioni della libertà personale rinchiudendoli, sia di giorno che di notte, all’interno di un locale di pochi metri quadrati completamente vuoto e privo dei servizi igienici, da loro denominato “stanza relax”, dove i disabili rimanevano rinchiusi, spesso per diverse ore, al buio e senza alcuna assistenza, implorando di uscire, supplicando per avere dell’acqua o del cibo, dovendo espletare i propri bisogni fisiologici sul pavimento.

Le indagini hanno consentito inoltre di evidenziare l’arbitraria e massiccia somministrazione di terapie farmacologiche in danno degli ospiti disabili della struttura, non giustificata da ragioni medico-sanitarie, ma dalla precipua volontà degli operatori di mantenere sedati i pazienti riducendo l’impegno e il rischio di potenziali complicazioni nel corso dei loro turni di lavoro.

Da qui la contestazione del reato di tortura formulata dal GIP, il quale ha evidenziato che “gli ospiti del centro sono sottoposti ad un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità” e che “scontano quotidianamente la pena della loro disabilità con il loro essere sottoposti a torture sistematiche che aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo”.

I NOMI DEGLI INDAGATI

Questi gli indagati nell’operazione Relax della Guardia di Finanza che ha scoperto violenze su disabili: in carcere sono stati portati Gaetano Di Marco, Catania, 71 anni, presidente e legale rappresentante dell’associazione “Suor Rosina La Grua onlus”, Massimo Palmisano, Caccamo (Pa), 40 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Agostino Villaraut, Castelbuono (Pa), 37 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Romeo Guanera, Cefalu’ (Pa), 57 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Lorenzo Giacalone, 45 anni, Monreale (Pa) operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Paolo Conoscenti, Castelbuono (Pa), 37 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Monica Collura, 32 anni, Castelbuono (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Pietro Butera, 34 anni, Casteldaccia (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Giuseppe Amato, 36 anni, Castelbuono (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Filippo Morrione, 56 anni, Castelbuono (Pa), inserviente in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”. Ai domiciliari: Carla Maria Di Marco, 43 anni, Mascalucia (Ct), socia dell’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus; Vincenzo Prestigiacomo, 65 anni, Bagheria (Pa), collaboratore amministrativo presso l’unita’ operativa complessa assistenza riabilitativa territoriale dell’Asp di Palermo; Arcangelo Donato Giammusso, 64 anni, Caltanissetta, direttore sanitario della struttura residenziale per disabili gestita dall’ associazione “Suor Rosina La Grua Onlus; Fabrizio Cucco, 34 anni, Castelbuono (Pa), infermiere in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus; Claudia Rezmerita Mocanu, 38 anni, Castelbuono (Pa), infermiera in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus; Sabrina Madonia, 33 anni, Castelbuono (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua onlus”; Giorgio Muriella, 31 anni, Caccamo (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”. Obbligo di dimora per Dario Prestigiacomo, 39 anni, Bagheria, Impiegato amministrativo presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Rossella Cangialosi, 38 anni, Bagheria, impiegato amministrativo presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”. Obbligo di dimora e presentazione alla pg: Chiara Di Marco, 31 anni, Catania, socia dell’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus, Cristina Maria Vera Di Marco, 40 anni, Catania Socia dell’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus e Antonella Russo, 69 anni, Furci Siculo (Me) Socia dell’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus. Interdizione dall’esercizio delle attivita’ professionali per un anno: Lucia Cicero, 37 anni, Collesano (Pa) educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”, Vincenzo Di Maria, 41 anni, Castelbuono (Pa) inserviente in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Erica Ferrarello, 31 anni, Pollina (Pa) educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Valentina Impallomeni, 42 anni, Castelbuono (Pa) educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Paola Lo Re, 37 anni, Castelbuono, educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus, Rossella Martorana 41 anni, Castelbuono (Pa) educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Sara Raimondo, 45 anni, Castelbuono (Pa), educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Rosalba Sferruzza, 37 anni, Castelbuono (Pa) educatrice in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”, Chiara Sottile, 27 anni, Castelbuono (Pa), logopedista in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Fiorenza Sottile, 31 anni, Castelbuono (Pa) fisioterapista in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Concetta Pollicino, 48 anni, Belpasso (Ct) – Psicologa in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Giuseppina Giambelluca, 50 anni, Castelbuono (Pa), assistente sociale in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; Antonino Giambina, 26 anni, Palermo, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.

il Sicilia.it, 18/12/2021

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