lunedì, novembre 11, 2019

Lettera di un figlio a un padre ucciso dal lavoro. «Papà, non così. Per la prima volta in questa vita ho paura»

Giuseppe e Mirko Sinibaldi

Mirko Sinibaldi è il figlio di Giuseppe morto in un incidente avvenuto nella discarica di Colleferro, alle porte di Roma, sabato 9 novembre. Affida il suo dolore alla rete, ed è anche rabbia e denuncia per un lavoro che strappa vite e famiglie all’improvviso. Rilanciamo questo messaggio perché, come scrive Mirko, tutto questo non si può accettare.
No, Papà non riesco ad accettarlo.
No, non così.
No, non per un incidente dove sei stato ingiustamente coinvolto. 

Non per incidente a lavoro. Non per un incidente a lavoro di sabato. Non per un incidente a lavoro un mese prima della finalmente aspettata, guadagnata, sudata e sofferta pensione.
No, non riesco ad accettarlo.
No, non riesco ad accettare che pochi minuti prima che accadesse ci siamo sentiti per telefono e mi avevi detto “appena stacco da lavoro andiamo a fare spesa insieme” e io ti ho anche risposto male prima di riattaccare.

No, non riesco ad accettarlo. Non riesco ad accettare che sei andato via così tutto a un tratto senza neanche il tempo di dirti ti voglio bene, e perdonami per non avertelo detto mai, perdonami per tutte le volte che ti ho risposto male, non ti ho dato le attenzioni che volevi. No, non riesco ad accettarlo, sto male.
Non riesco ad accettare che sei dovuto morire lì in quel posto schifoso da solo, non riesco ad accettare che non ero lì accanto a te come in vita tua sei sempre stato accanto a me.
No, non riesco ad accettarlo che a 63 anni dovevi ancora lavorare.
Lavorare sotto la pioggia a fare un lavoro duro per poter campare, campare te e campare me.
Per la prima volta in vita mia questa volta ho veramente paura. Non ero pronto a tutto questo, non ero pronto a rimanere solo in casa, non ero pronto per affrontare le giornate lavorative, tornare a casa e non trovare nessuno. No, non ero pronto!
Da quando mamma é volata via sei stato tu la roccia che mi ha sorretto, che si é occupato di tutto, ti devo la mia vita. Ti credevo indistruttibile, Papà. Credevo di avere più tempo per dimostrarti il mio amore e ricambiare in qualche modo una vita di sacrifici che hai fatto per noi.
Papà, non riesco ancora a dire riposa in pace, vorrei che fosse solo un incubo. Papà, mi manchi. Sono stato forte molte volte ma questa volta la vita mi ha proprio buttato a terra, non ho più forze e coraggio.
Papà saluta Mamma.
Ti amo, e mi sento un vigliacco a dirtelo solo ora. Abbiamo una spesa in sospeso da andare a fare.

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