domenica, novembre 03, 2019

Corleone, commemorato il pediatra Giuseppe Liotta: morì un anno fa a causa dell'alluvione

L'albero d'ulivo sul luogo dove fu ritrovata la macchina del pediatra 

I colleghi dell’ospedale “Dei Bianchi” hanno piantato un ulivo nel punto in cui era stata abbandonata la macchina. Presenti i familiari. La sorella: “Il ricordo e la memoria perpetuano la vita”. Il Comune gli  intitolerà il Centro funzionale della Protezione civile
Corleone, 3 novembre 2019. Commemorato oggi Giuseppe Liotta, il pediatra che, un anno fa, ha perso la vita nella campagne corleonesi a causa della fortissima alluvione che si è abbattuta su questo territorio. Un ricordo forte e sincero, espresso con una serie di iniziative promosse dall’amministrazione comunale, ma non solo: un Consiglio comunale in onore di Liotta con la decisione di intitolargli il Centro funzionale della Protezione civile; un “Cammino per non dimenticare” dal paese dove si stava recando per lavoro alla sua “ultima fermata”; una messa nel santuario di Tagliavia, a pochi chilometri dal luogo della tragedia; un albero di ulivo piantato al posto della Tiguan abbandonata, già ribattezzato “l’albero di Giuseppe” che custodirà la sua memoria per sempre.


Il 3 novembre 2018 la Protezione civile aveva diramato una allerta rossa a causa del maltempo. Le piogge erano state intense sin dal pomeriggio, per intensificarsi in serata. Nonostante la situazione critica, il dottore Liotta si era messo in viaggio da Palermo per raggiungere l’ospedale “Dei Bianchi” di Corleone, dove prestava servizio da febbraio nel reparto di pediatria. Il medico, 40enne, padre di due bimbi piccoli, aveva il turno di guardia notturna, ma non arrivò mai sul posto di lavoro: è stato travolto da acqua e fango e di lui si sono perse le tracce. Le ricerche non si sono fermate per giorni, fino all’epilogo, l’8 novembre. Il corpo fu rinvenuto in un vigneto in contrada Frattina, a parecchi chilometri di distanza dal luogo dove aveva lasciato la sua auto, diventata drammatico simbolo di quell’indimenticabile sabato. A Corleone i danni furono ingenti, con decine di case allagate, la scuola media invasa dal fango, strade interrotte, frane. 

Stamani il Consiglio comunale, cui hanno partecipato gli zii di Liotta, si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare il medico dagli occhi azzurri e gentili, che ha curato tanti bambini qui, entrando nel cuore di tutta Corleone. “Ricordarlo ci sembrava il minimo - ha detto il presidente del Consiglio, Pio Siragusa -. Era un grandissimo medico e ha perso la vita a causa della sua passione e del suo attaccamento al dovere. I suoi familiari sono corleonesi a tutti gli effetti”. All’unanimità, senza differenze di colore politico, il Consiglio ha approvato la mozione per intitolare al pediatra il Centro funzionale della Protezione civile, che al suo interno ospita il C.o.C., il Centro operativo comunale. Si trova in via Santa Lucia e gestisce le situazioni di emergenza, proprio come quella che scattò un anno fa, in occasione delle piogge torrenziali che hanno devastato buona parte del territorio. 

“In quei giorni - ha affermato il sindaco, Nicolò Nicolosi - l’impegno della Protezione civile, delle autorità militari, ma anche di tanta gente comune è stato intenso. Tutti cercavano di fare qualcosa per alleviare le sofferenze di chi ha subito dei danni. Siamo vicini a questa famiglia. Il dolore di una moglie, dei figli, dei genitori e dei familiari non è sicuramente immaginabile, ma tutti noi abbiamo sofferto per questo medico di grande valore. Vogliamo ricordarlo come esempio di dedizione al lavoro”. “Anche a Montecitorio si è parlato di Giuseppe Liotta - ha evidenziato il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle Giuseppe Chiazzese - e anche lì, fino alla fine, si respirava aria di speranza”. 

Insieme alla LegaCoop Sicilia occidentale e alla Cgil, il Consiglio comunale ha anche celebrato l’anniversario della morte di Bernardino Verro, sindacalista e primo sindaco socialista di Corleone, ucciso dalla mafia il 3 novembre del 1915 per la sua lotta per una giusta distribuzione delle terre. “Questi due uomini, Liotta e Verro, vanno ricordati per l’altissimo valore civile delle loro azioni - ha sottolineato il primo cittadino -. Presto inizieranno i lavori in quella che fu la sede della Cooperativa Unione Agricola. Diventerà archivio storico del movimento contadino di cui Verro fu uno degli organizzatori e dirigente nazionale”. 

La vicenda del pediatra ha talmente coinvolto Corleone da spingere molti cittadini a dare una mano nelle ricerche. Sono stati chiamati gli “Angeli del fango”. Erano solo 4 all’inizio, guidati da Marcus Salemi, infermiere corleonese, ma nel giro di pochissimo tempo si sono trasformati in una squadra di 60 persone che, immerse letteralmente nel fango, hanno cercato Liotta, senza sentire freddo, stanchezza, fatica. Si sono fermati solo quando la speranza ha lasciato spazio alla dura realtà. Stamani, su iniziativa di Salemi, hanno ripercorso a piedi la strada da Corleone alla località Scalilli, lì dove per giorni è rimasta la Tiguan bianca del giovane medico. 

In questo luogo il tempo si è fermato. Qui i pediatri dell’ospedale di Corleone hanno piantato un albero di ulivo per ricordare il loro collega. Alla cerimonia, che ha seguito la messa a Tagliavia, hanno partecipato i genitori di Giuseppe Liotta, le sorelle, i familiari, gli amici, esponenti dell’amministrazione comunale, della Protezione civile, autorità militari, tanta gente comune che è venuta a dare un altro saluto al medico. E c’è un altro bel gesto di solidarietà da sottolineare: il vivaio corleonese dov’è stato acquistato l’ulivo devolverà il ricavato della vendita all’organizzazione Medici per l’Africa Cuamm che si occupa della tutela della salute delle popolazioni africane. 

“Per comprensibili ragioni - ha detto Marilena Liotta, sorella del pediatra - ritornare qui non è stato semplice per noi. Ma la creazione di questo piccolo giardino, questo angolo della memoria dove custodire il ricordo di Giuseppe, ci dà forza e un po’ di conforto. Il ricordo e la memoria perpetuano la vita e tu, Giuseppe, sei vivo perché hai amato e sarai sempre amato”. Per concludere un lancio di palloncini bianchi da parte di alcuni bimbi, piccoli pazienti di questo grande medico. 

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