domenica, novembre 03, 2019

Corleone, ricordato Bernardino Verro. In suo onore nascerà un archivio-laboratorio del movimento contadino

Il mio intervento alla commemorazione di B. Verro
La Cgil, Legacoop, l'Amministrazione e il Consiglio comunale, insieme alle coop che lavorano sui terreni confiscati, hanno ricordato stamattina a Corleone Bernardino Verro, leader del movimento contadino siciliano e primo sindaco socialista della città. In particolare, i tecnici del comune hanno illustrato il progetto di ristrutturazione della storica sede della coop "Unione Agricola", fondata da Verro nel 1906, che sarà destinata ad  ospitare un archivio-laboratorio del movimento contadino corleonese e siciliano. Infatti, il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno in questo senso. 

Dopo la deposizione di una corona d'alloro da parte del comune e di una corona di fiori da parte della Cgil, si è riunito il consiglio comunale. Sono intervenuti il presidente del consiglio comunale Pio Siragusa, il sindaco Nicolò Nicolosi, alcuni consiglieri e assessori comunali, il preside dell'I.C. "G. Vasi" Vincenzo Di Salvo, il preside del liceo "Don Colletto" Natalia Scalisi, il prof. Biagio Cutropia per l'ITC "C. Di Vincenti. Quindi i parlamentari del M5S Giuseppe Chiazzese é Davide Aiello. E poi Pippo Cipriani e Filippo Parrino per Legacoop, Francesco Citarda per la coop "Placido Rizzotto", Cosimo Lo Sciuto e Dino Paternostro per la Cgil.
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Bernardino Verro è stato il leader politico e sindacale più prestigioso che la sinistra corleonese abbia mai avuto. E' stato sulla scena da protagonista per oltre 20 anni, dando una speranza ed una prospettiva concreta ai contadini e ai braccianti agricoli poveri, che nella Corleone tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 rappresentavano la stragrande maggioranza della popolazione.
Costituì il Fascio dei lavoratori di Corleone, che arrivò a contare circa 6.000 soci. A Corleone il 31 luglio 1893 si svolse il primo congresso dei fasci, che deliberò i "Patti di Corleone", il primo esempio di contratto sindacale scritto dell'Italia capitalistica. "Inventò" una cooperativa di consumo, che consentiva ai suoi 800 soci di acquistare i beni di prima necessità a prezzi calmierati. Costituì la "Fratellanza Zuccarrone", tramite cui circa 400 contadini ottennero in enfiteusi un lotto di terra dove lavorare e con cui poter sfamare le proprie famiglie. Costituì la cooperativa "Unione Agricola", tramite cui sperimentò le "affittanze collettive", cioè l'affitto diretto degli ex feudi dai nobili proprietari, bypassando i gabelloti mafiosi. Una trovata geniale che avrebbe potuto sconfiggere la mafia del feudo senza carabinieri, poliziotti e magistrati: semplicemente espellendola dal feudo, privandola del suo ruolo sociale. Non a caso i mafiosi cominciarono a sparare, ad eliminare i capi del movimento delle affittanze collettive: Luciano Nicoletti ed Andrea Orlando a Corleone, Lorenzo Panepinto a S. Stefano di Quisquina. Nonostante tutto, nonostante l'accusa infamante di avere falsificato delle cambiali della coop Unione Agricola, che lo tenne quasi un anno in galera, nel giugno 1914 Verro venne eletto consigliere comunale e poi sindaco: il primo sindaco socialista di Corleone. Infatti, la lista socialista aveva vinto le elezioni e il comune ebbe la sua prima amministrazione comunale di sinistra.
Bernardino Verro non fu un sindaco come tutti gli altri. Licenziò le guardie campestri, che nelle campagne proteggevano i gabelloti mafiosi e non i piccoli contadini. Diede parere contrario al rilascio del porto d'armi ai mafiosi, si attivo per lo sviluppo dell'agricoltura e della zootecnia, provò a migliorare la viabilità nel paese e nelle campagne. Insomma, per la mafia e i suoi complici divenne l'uomo da eliminare a tutti i costi. 
Accadde il 3 novembre 1915, intorno alle 15,30. Verro stava tornando a casa salendo dalla via Tribuna, due killer l'aspettavano alla fine della strada, quasi all'incrocio con via Umberto I. Uno era appostato all'angolo della strada, l'altro dentro la stalla dei Cutrera, noti mafiosi. Gli spararono addosso 11 colpi di rivoltella, quattro dei quali alla testa, i colpi di grazia. 
La vita di Bernardino Verro finì quel pomeriggio di 104 anni fa in via Tribuna, quando il suo sangue si mescolò col fango della strada. Ma i corleonesi onesti non l'hanno mai dimenticato. Dopo 104 anni lo ricordano, l'hanno ricordato e, in suo nome, vogliono impegnarsi per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, a cominciare dai giovani. (dp)

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