domenica, agosto 01, 2021

Gli incendi in Sicilia. Il business criminale e l’inadeguatezza al potere


di Carmelo Lopapa 

È tutto fin troppo chiaro, ma solo per chi lo vuol vedere. È tutto illuminato come più non potrebbe dalle fiamme che bruciano e distruggono mezza Sicilia. Una manovalanza criminale incendiaria e ben organizzata sta devastando l’Isola. Nel più annunciato e reiterato dei disastri ambientali. Ma dietro la manovalanza ci sono mandanti, come sempre. Menti forse non “raffinatissime” ma mosse da un coagulo di interessi affaristici e speculativi di alto profilo. La mafia dei pascoli non basta più a spiegare questo scempio. 

La furbizia malavitosa di qualche precario forestale — sospetto antico e limitato ad alcuni casi ma suffragato ora da relazioni ispettive interne alla stessa Regione — non esaurisce il fenomeno. Se bruciano centinaia di ettari finora coltivati, forse bisognerà chiedersi se c’entrino qualcosa le pressioni insostenibili che piccoli e indifesi contadini stanno subendo mesi da anonimi emissari delle multinazionali intenzionate a comprare terreni da destinare all’energia eolica e fotovoltaica. 

Sono affari da decine di milioni: cosa c’è di più facile da acquistare, per chi dispone di ingenti risorse finanziarie, di un terreno bruciacchiato e inutilizzabile per la coltivazione? Se lo sta chiedendo da qualche settimana, in solitudine, la commissione regionale Antimafia. 

E in effetti «c’è un piano criminale», denunciava ieri su questo giornale l’assessore al Territorio Toto Cordaro. Basterebbe unire i puntini. E invece. Vero, «ognuno dovrebbe fare la sua parte». Ma è inaccettabile sentir dire al presidente della Regione che a farla dovrebbero essere tanto per cominciare «i cittadini, con la prevenzione». I cittadini, governatore Musumeci? 


E quale prevenzione ha garantito la sua giunta che ha stanziato 134 milioni quest’anno per prevenire le devastazioni, salvo utilizzarne solo 64, esauriti già a giugno? L’unico intervento sembra sia stato il congelamento fino alla prossima settimana delle ferie di 400 dipendenti dell’antincendio. I quali dunque, dal 10 agosto, potranno andare in vacanza. In Sicilia. I forestali dell’antincendio. È uno scherzo? Nel sopralluogo in polo davanti alle ceneri fumanti della sua Catania, Musumeci non ha mai pronunciato la parola mafia. Néspeculazione. Né affari. Né forestali isolati e criminali. «Tutto quel che potevamo fare è stato fatto», si è difeso. No, non siete assolti per le fiamme che hanno bruciato le prime case di innocenti cittadini. Non sono «delinquenti che si divertono», come li bolla nell’intervista che qui ospitiamo il presidente tra i più inadeguati che questa Regione abbia mai avuto. Speriamo, come dice lui, che questa «grandissima lezione possa servire». Ma al suo governo, soprattutto, che per fortuna tra un anno si presenterà ai siciliani chiamati a fare la «loro parte». 

La Repubblica Palermo, 1/8/2021

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