mercoledì, gennaio 01, 2014

Le proteste per Peppino Impastato che diventa lo slogan per occhiali da sole

Peppino Impastato
E’ polemica sulla scelta di Glassing, il nuovo marchio di occhiali da sole. Uno spot che scimmiotterebbe la poesia di Peppino Impastato. Si tratta di una pubblicità creata per dare visibilità il brand in tv, nella quale l’attore Paolo Grassi recita “l’esortazione della bellezza” dell’attivista antimafia. “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi ci si abitua con facilità. Ogni cosa pare dover essere così da sempre e per sempre. Insegniamo la bellezza alla gente, così non avremo più abitudine e rassegnazione, ma sempre vivi, curiosità e stupore”. Lo spot poi chiude con lo slogan del marchio: ”Non conta quello che vedi, ma come lo vedi”Certo, sarebbe interessante sapere cosa ne penserebbe impastato visto che come riporta Today.it”. La famiglia di Peppino Impastato non ci sta. No, la bellezza a cui si riferiva non era questa.
Umberto Santino: "Chiediamo il ritiro di uno spot che utilizza Peppino Impastato a fini commerciali"

di UMBERTO SANTINO
Abbiamo appreso che una impresa produttrice di occhiali utilizza il nome di Peppino Impastato e una sua frase, ricavata dalla sceneggiatura del film “I cento passi”, per reclamizzare i suoi prodotti.
       Lo spot è stato messo in onda senza aver avvertito i familiari, i compagni di militanza di Peppino, noi del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”, che ha avuto un ruolo decisivo nel salvare la memoria di Peppino Impastato, ritenuto un terrorista-suicida dagli investigatori, dai magistrati, dai giornalisti, con poche eccezioni, e nell’ottenere giustizia, con le condanne dei mandanti dell’assassinio e con la relazione della Commissione parlamentare antimafia sul depistaggio delle indagini.
       Già questa scorrettezza ci induce a chiedere, assieme ai familiari, il ritiro dello spot pubblicitario.
       Invitiamo inoltre la stampa a fare riferimento, non solo all’icona cinematografica, che pure è servita a far conoscere Peppino a centinaia di migliaia se non a milioni di persone, ma soprattutto al Peppino Impastato storico, e all’unicità della sua figura nella lunga storia delle lotte contro la mafia, raccontata nella mia Storia del movimento antimafia. Dalla lotta di classe all’impegno civile, di cui è uscita recentemente una nuova edizione (Editori Riuniti University Press, Roma 2009).
       Peppino Impastato la mafia l’aveva in famiglia. La mafia in casa mia è il titolo del libro a cura di Anna Puglisi e di chi scrive, in cui abbiamo raccolto la storia di vita della madre di Peppino, Felicia Bartolotta, pubblicata dalla casa editrice La Luna, Palermo 1986 e successive edizioni, che è riuscito a far riaprire l’inchiesta con il racconto del viaggio del padre di Peppino, Luigi, negli Stati Uniti, dopo aver avuto un incontro con il capomafia Gaetano Badalamenti. Nel corso del soggiorno negli Stati Uniti Luigi Impastato a una parente ha detto: “Prima di uccidere Peppino, debbono uccidere me.” Subito dopo Giovanni Falcone si recò negli Stati Uniti per interrogare Badalamenti, successivamente condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio di Peppino.
       Gli scritti di Peppino sono raccolti nel volume: Giuseppe Impastato, Lunga è la notte. Poesie, scritti, documenti, a cura di Umberto Santino, Centro Impastato, Palermo 2002-2008.
       La relazione sul depistaggio, operato da magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine, approvata dalla Commissione parlamentare antimafia, è pubblicata nel volume: Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti University Press, Roma 2012 (terza edizione).

Umberto Santino
Presidente del Centro

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