venerdì, agosto 30, 2013

Corleone. Si spacciava per frate, era un millantatore. Denunciato dalla polizia

La chiesa di Borgo Schirò
CORLEONE - Si presentava nelle case e negli esercizi commerciali di Corleone vestito mcon un vecchio saio sdrucito da monaco. Diceva di chiamarsi fra' Giovanni e di avere avuto affidata una "missione" molto importante dai suoi superiori: trovare i soldi necessari per restaurare e rimettere in funzione la vecchia chiesa di Borgo Schirò, in territorio di Monreale, ma ad appena 8 chilometri da Corleone. Erano i mesi di settembre e ottobre dell'anno scorso e la gente, generosamente, non si tirava indietro. Chi venti, chi cinquanta euro e chi magari ancora di più, davano al monaco "questuante" il loro contributo per quella che credevano un'opera di bene. Anche perché, per essere ancora più credibile, il monaco era riuscito anche ad accreditarsi presso i parroci di Corleone (addirittura diverse notti ha dormito nell'ex monastero del SS. Salvatore) e presso l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Lea Savona. 

Adesso la sorpresa. In seguito a delle indagini scrupolose avviate dal Commissariato di P.S. di Corleone, la Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese ha emesso un avviso di garanzia nei confronti di M. G. di anni 30, di origini pugliesi, per i reati di truffa aggravata e sostituzione di persona. Si tratta del monaco che un anno fa si era fatto consegnare centinaia di euro dagli ignari corleonesi, che credevano di contribuire a rimettere in funzione una chiesa. Il provvedimento è stato già notificato all’interessato.
L’attività della Polizia di Stato era stata avviata nelle stesse settimane in cui colui che si spacciava per "fra' Giovanni" girava per il paese, partecipando anche a tutte le messe e alle processioni, alla fine delle quali chiedeva ai fedeli presenti un contributo. L'attività dello strano pesonaggio, infatti, insospettiva il personale della Polizia di Stato, in quanto le strutture esistenti  a Borgo Schirò sono diroccate e in ogni caso non era facile edificare e ristrutturare la chiesa con una semplice raccolta di fondi fra i cittadini. Venivano avviati alcuni accertamenti specifici, che hanno permesso di risalire alle esatte generalità dell’uomo, accertando tra l'altro che egli non faceva parte di alcun ordine religioso e che era stato segnalato in precedenza come millantatore.
Anche i religiosi del posto, ai quali il presunto frate si era rivolto per avere alloggio e vitto,  si sono insospettiti dell’iniziativa dell’uomo e del suo comportamento non consono ad un religioso, e chieste notizie agli enti ecclesiastici era anche a loro emerso che l’uomo non faceva parte di alcun ordine religioso e non era in possesso di alcuna autorizzazione ecclesiastica per ristrutturare la chiesa di Borgo Schirò. Per pianificare meglio la sua truffa, l'uomo l'aveva fatta precedere da comunicati.
Dino Paternostro

1 commento:

Anonimo ha detto...

degno dei migliori film di Totò