giovedì, agosto 01, 2013

Berlusconi condannato. Ma il Pd pensa solo al governo

Guglielmo Epifani
di Mauro Munafò
Epifani è stato il primo a parlare, promettendo (e chiedendo al Pdl) un «atteggiamento responsabile». Napolitano e Letta sostengono la continuità dell'esecutivo. B. riunitosi con i suoi a Palazzo Grazioli, manda un videomessaggio attaccando i magistrati ma tacendo sul governo. Grillo: «E' caduto il Muro»
Berlusconi adesso è ufficialmente un pregiudicato per reati fiscali, e la sentenza della Cassazione scatena le reazioni della politica, mettendo a rischio la tenuta dell'alleanza di governo tra Pd e Pdl. Un'ipotesi che dalla presidenza della Repubblica e dal partito di centrosinistra si prova subito a sfatare, con inviti alla responsabilità tra i berlusconiani. Sempre, tuttavia, "nel rispetto del ruolo della magistratura".


A pochi minuti dalla pronuncia della Cassazione, è stato il segretario democratico Guglielmo Epifani il primo a chiedere al Pdl di non minare la tenuta del governo, sottolineando tuttavia che: "la sentenza della Cassazione non solo va rispettata ma va anche eseguita e resa applicabile e a questo si uniformeranno i nostri gruppi parlamentari". Epifani paventa quindi la possibilità di votare la decadenza da senatore del Cavaliere. Ma aggiunge: "Il Pd proprio per il rispetto che si deve alla separazione dei poteri, chiede a tutte le forze politiche, e al Pdl in particolare, in un momento tanto delicato, di esprimere comportamenti rispettosi delle funzioni e dei poteri della Corte di Cassazione e di non usare forzature di carattere istituzionale, a seguito di una sentenza che muove dall'accertamento dei fatti e non da pregiudizi di alcun tipo".

Non mancano però i distinguo nel Pd, con Pippo Civati che critica la linea decisa da Epifani: "Mi aspetto che il Pd valuti una exit strategy, con la legge elettorale e la legge di stabilità e il ritorno agli elettori. Epifani dice che il Pd voterà per l`esecuzione della sentenza. No, dico, perché qualcuno aveva qualche dubbio in proposito? Caro segretario, ci si aspetta qualcosa di più. Su".

L'invito alla stabilità dell'esecutivo Letta arriva anche da Giorgio Napolitano, che con un comunicato dal Quirinale sprona il paese a ritrovare 'serenità e coesione', indirizzando l'azione di governo verso le riforme istituzionali, non ultima la delicata riforma della giustizia. 'Attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all'attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l'on. Berlusconi", scrive Napolitano, "E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l'esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all'amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi".

In serata è arrivato anche il commento del presidente del Consiglio Enrico Letta, che ricalca le parole di Napolitano: "Esprimo piena adesione alle parole del presidente Napolitano sul pronunciamento della Cassazione [...] Per il bene del Paese e' necessario ora che, anche nel legittimo dibattito interno alle forze politiche, il clima di serenita' e l'approccio istituzionale facciano prevalere in tutti l'interesse dell'Italia rispetto agli interessi di parte".

Una linea che difficilmente potrà essere accettata dal Pdl, i cui principali esponenti si sono subito riuniti a Palazzo Grazioli per stendere una strategia. Bocche cucite e frasi di circostanza dai leader del partito, fino al videomessaggio dello stesso Berlusconi che ha rispolverato le dicharazioni sulla "magistratura irresponsabile" che porta avanti processi "senza fondamento con la realtà", evitando tuttavia i riferimenti all'esecutivo e alla tenuta del governo.

Le reazioni scomposte nel Pdl non sono mancate neppure da parlamentari ed esponenti di secondo piano. Luca D'Alessandro, deputato e segretario della commissione giustizia, attacca Epifani "è un provocatore" e non manca il consueto attacco alla magistratura: "questo Paese era famoso per essere la culla del diritto. Oggi ne e' diventato la tomba, gestita da una corporazione di becchini in toga che hanno consumato il delitto perfetto di eliminare dal panorama politico per via giudiziaria il leader di un intero popolo eletto democraticamente. Onore e solidarieta' a Silvio Berlusconi, di certo piu' innocente e pulito di chi l'ha condannato ingiustamente". La fedelissima

L’Espresso, 1 agosto 2013

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