domenica, dicembre 09, 2012

Monti: "Mi dimetto!" E Il Pdl resta col "cerino" in mano

L'annuncio dopo il faccia a faccia al Quirinale. "Impossibile proseguire dopo la sfiducia del Pdl". Bersani: "Da Monti atto di dignità". Casini: "Chi pensava di costringere Monti a galleggiare, è servito". Dal Quirinale "comprensione". Ora ipotesi voto a febbraio. E il professore riflette su un suo possibile ingresso in campo. Già nel pomeriggio, a Cannes, aveva riservato più di una frecciata al Cavaliere

ROMA - Il colpo di scena alle21.30. Dopo oltre due ore di incontro al Quirinale, l'annuncio: Monti intende rassegnare le dimissioni, dopo l'approvazione della legge di stabilità. Impossibile proseguire dopo la sfiducia del Pdl. La nota diffusa dal Quirinale precisa: "Per il presidente del Consiglio, la dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione".
E poi: "Monti accerterà quanto prima se le forze politiche siano pronte a concorrere all'approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio, per evitare l'aggravarsi delle crisi con l'esercizio provvisorio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Capo dello Stato". A questo punto - fanno sapere fonti del governo - l'ipotesi più probabile è quella di un voto a febbraio. E il professore starebbe addirittura riflettendo su una sua possibile discesa in campo. Si parla di un incontro, già la prossima settimana, con i filomontiani.


"Non ci sto a galleggiare, a questo punto sono io che decido quando chiudere l'esperienza di questo governo", avrebbe detto a Napolitano. E ancora: "Non ci sto a considerare che quanto successo non comporta delle conseguenze, la decisione del Pdl lede la mia persona e il mio governo. In questo modo il professore avrebbe piùlibertà per poter dire cosa pensa e difendere la sua 'agenda', in nome dei principi europeisti e dell'antipopulismo. Qual è stata la reazione del capo dello Stato? La parola utilizzata è "comprensione". In ambienti del Quirinale si sottolinea che "da parte del presidente Napolitano c'è una doverosa presa d'atto della decisione del presidente del Consiglio e comprensione per le sue motivazioni".


Per quanto riguarda i partiti, il primo commento è arrivato dal segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani: "Di fronte all'irresponsabilità della destra che ha tradito l'impegno assunto un anno fa davanti al paese, aprendo di fatto la campagna elettorale, Monti ha risposto con un atto di dignità che rispettiamo profondamente. Noi siamo pronti ad operare per l'approvazione nei tempi più rapidi della legge di stabilità". Pier Ferdinando Casini, su twitter: "Chi pensava di costringere Monti a galleggiare, ora è servito". E il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "La decisione di Monti di dimettersi gli fa onore. Dimostra alto senso di responsabilità istituzionale". Il Pdl interviene per ultimo. Affidando il commento ad Angelino Alfano: "Siamo prontissimi a votare il disegno di legge di stabilità, stringendo i tempi. Anche qui sta la nostra responsabilità, esattamente come avevamo preannunciato al Presidente della Repubblica e formalmente affermato in Parlamento. Noi ci siamo. Bersani, in questo momento così delicato, sospenda i toni da campagna elettorale". Antonio Borghesi, presidente dei deputati Idv: "Apprezziamo il gesto di Monti di non
cedere al ricatto del Pdl". Esulta la Lega: "Monti si dimette, EVVIVA!!! Fine dell'anomalia democratica. Bravo Alfano, avanti così, fino in fondo", scrive su Twitter e Facebook il segretario Roberto Maroni. Confermando il ricostituirsi dell'asse tra il Carroccio e il Popolo della libertà.


D'altra parte la decisione di Monti arriva al termine di una giornata politica segnata dall'annuncio diBerlusconi: "Torno in campo per vincere". Con il contorno di critiche all'azione del governo. Il professore, insomma, ha scelto di non farsi logorare per oltre tre mesi dal partito dell'ex premier che peraltro - proprio oggi - ha sollevato le pregiudiziali di costituzionalità sul decreto per l'accorpamento delle province. E, secondo indiscrezioni governative, proprio quest'altolà del Pdl sulle province è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Segnali di impazienza erano arrivati anche dal partito democratico: "Siamo al Vietnam parlamentare", aveva detto la capogruppo Anna Finocchiaro. "Abbiamo già avuto modo di esprimere, nelle sedi dovute e pubblicamente, le nostre preoccupazioni sul calendario parlamentare e sulla situazione politica dei prossimi mesi". Insomma, in casa democratica si sottolineava il rischio di mesi e mesi di stallo alla Camere regalati alla propaganda berlusconiana.


Le frecciate a Berlusconi da Cannes. Monti, in realtà, aveva già inviato più di una frecciata al Cavaliere durante il suo intervento in un convegno a Cannes. "Bisogna assolutamente evitare che l'Italia ricada nella situazione precedente quando, prima di questo governo, ha rischiato di essere il detonatore che poteva far saltare l'Eurozona", sono state le sue parole. E poi: "Il fenomeno del populismo esiste in molti Paesi e anche in Italia: è un fenomeno molto diffuso con la tendenza a non vedere la complessità dei problemi o forse a vederla, ma a nasconderla ai cittadini elettori. Purtroppo questa scorciatoia verso la ricerca del consenso, anche attraverso la presentazioni di promesse illusorie, è un fenomeno che sta caratterizzando la vita politica".


Poi, alle domande sulla situazione politica italiana, aveva risposto: "Non sono preoccupato, mi sembra una situazione gestibile nella normalità della vita democratica di un Paese. La politica italiana è complessa, ma quest'anno abbiamo fatto passi avanti che altri paesi hanno considerato di fare ma che non hanno fatto. L'Italia è uscita da una situazione grave con una strana grande coalizione. In un anno abbiamo fatto riforme che nessun partito da solo poteva fare e che sono state possibili grazie al disarmo delle forze politiche." Ma poi, a proposito di possibili aiuti europei antispread, ha aggiunto sibillino: "Sarei felice se noi non avessimo bisogno,  nonostante le recenti piccole 'crespaciones' (increspature, ndr) come direbbe il mio amico Almunia, di usare questi strumenti". Segnali di irritazione che poi sono stati ben più chiari dopo il faccia a faccia al Quirinale.

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