Il sindaco Orlando in visita a Iti Caffè |
Un invito per mostrare alla nuova amministrazione quanto è stato fatto in
questi anni ma anche per chiedere l’”attenzione delle istituzioni”. “Un’attenzione – ha sottolineato il presidente di Conca d’Oro Caffè Giacomo Moscato – indispensabile per fare decollare l’azienda e affermare la convenienza della legalità”.
La storia della Coop Conca d’Oro Caffè ha inizio nell’ottobre del 2009, quando alcuni ex dipendenti della ITI Caffè, confiscata alla famiglia mafiosa Graviano decide di rilanciare l’azienda, portandola sui binari della legalità. Un percorso difficile fatto di intimidazioni (dalla colla nei lucchetti a vari danneggiamenti) ma anche di reazioni inaspettate come la marcia indietro di clienti storici che cessano di rifornirsi del caffè ITI. Tra questi, i cinque
hotel del gruppo Acqua Marcia, i bar dell’aeroporto, i supermercati GS e
persino i ristoratori dell’ARS, l’Assemblea Regionale Siciliana. Una strada in
salita cui però i soci della coop sono riusciti a far fronte passo dopo passo,
attingendo anche alla cig (attivata per tutti gli 11 dipendenti) e riuscendo a
sopravvivere. Adesso per l’impresa è il momento del rilancio. L’ITI Caffè ha
avuto in concessione un bene confiscato alla mafia: 900 metri quadri circa
all’Uditore appartenenti alla famiglia Sansone e che diventeranno la nuova sede della nota azienda di caffè. “Speriamo di essere operativi nella nuova sede già a partire da gennaio anche se ogni giorno sorgono complicazioni di ogni genere”, ha detto Moscato. “C’è bisogno – ha aggiunto Filippo Parrino,
presidente di Legacoop Palermo – di stringere un patto tra istituzioni e imprese per snellire le procedure burocratiche legate ad ogni attività economica. Lo richiede la crisi in atto e, nel caso delle aziende confiscate, l’esigenza di dare segnali forti alla società sul fatto che passare dalla parte
della legalità può creare lavoro e occupazione. Per l’Iti Caffè ma anche per tutte le altre aziende per cui scatta la confisca”. Immediate le proposte della nuova giunta che verranno perfezionate nei prossimi giorni, “intervenendo – ha detto Orlando - su due livelli. Il primo, il rapporto con le istituzioni per quanto riguarda le procedure burocratiche. Il secondo, invece, rispetto alla promozione. Questa dell’Iti caffè – ha aggiunto Orlando - è un’esperienza simbolo. Bisogna fare in modo che la confisca non diventi perdita del posto di lavoro o fine della produzione ma che segni continuità di produzione nella legalità”. In accordo con gli assessori presenti, Orlando ha quindi annunciato “l’istituzione di uno Sportello dedicato alle aziende confiscate al Comune di Palermo, attraverso l’assessorato Sviluppo Economico; e lo studio di una delibera di giunta che impegni il Comune a promuovere nei primi anni di gestione le aziende oggetto di confisca”. “Il Comune – ha detto a proposito l’assessore Di Marco – presenterà a gennaio un brand della Città di Palermo da affiancare alle aziende di qualità con valore sociale”. All'incontro hanno preso parte anche Rosa La Plena, esperta di beni confiscati e Davide Ganci, presidente del Consorzio Ulisse.
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