giovedì, dicembre 06, 2012

Saranno presentati a Roma due libri sul Risorgimento siciliano dello storico del territorio Pippo Oddo

Per iniziativa della F.I.A.P. (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) in collaborazione con A.M.I. (Associazione Mazziniana Italiana) – Sezione di Roma, saranno presentati i libri “L’utopia della libertà. Francesco Bentivegna barone popolare” (Krea, Palermo 2006) e il romanzo storico “Memoriale di un vecchio portabandiera” (Prospettiva editrice, Civitavecchia 2012) di Giuseppe Oddo, storico ed esperto di Cultura del territorio. 

L’evento si terrà Venerdì, 7 dicembre p.v. alle ore 17:00 presso la “Casa della Memoria e della Storia” di Roma, sita in via San Francesco di Sales, 5. Relatori, saranno: Silvia Bentivegna – Presidente F.I.A.P. Palermo; Salvatore  Bonadonna – Presidente del centro Studi ASSET; Gino Massullo – Direttore  rivista Glocale; Massimo Scioscioli – Presidente A.M.I. – Sez. Roma. Il dibattito sarà coordinato da Vittorio Cimiotta – Vice Presidente F.I.A.P. Nazionale.
I due libri raccontano quella storia della Sicilia risorgimentale che non si trova nei libri scolastici; lo studio monografico è centrato sulla famiglia Bentivegna di Corleone i cui componenti furono ferventi liberali durante il dispotismo borbonico in Sicilia e in particolare sulla figura del barone Francesco Bentivegna, passato alle armi a Mezzojuso il 20 dicembre 1856. Il “memoriale”, nella forma romanzata, attraverso le vicende di mastro Ciccio il sellaio, il portabandiera, racconta gli avvenimenti della Sicilia sotto il dispotismo borbonico e focalizza l’attenzione sulla fallita rivolta del 1856 guidata da Francesco Bentivegna che ebbe come teatro alcuni paesi dell’entroterra palermitano (Mezzojuso centro operativo, Villafrati, Ciminna e Campofelice di Fitalia). La rivolta finì nel peggiore dei modi e furono eseguite due condanne a morte: Francesco Bentivegna e Salvatore Spinuzza altro fervente patriota di Cefalù fucilato nella sua città. La pena capitale per altri 32 condannati fu commutata a 18 anni di carcere duro da scontare nella fossa di Favignana. Furono liberati nel 1860 per mano dei picciotti siciliani che si unirono a Garibaldi. Il fallito tentativo insurrezionale e il sacrificio di quegli uomini, indiscutibilmente, rappresentò un notevole contributo al Risorgimento siciliano e alla causa dell’unità d’Italia. L’importanza dell’evento sarà sostenuta dalla presenza in sala, oltre all’autore, di significative personalità.
                                                                                                                         

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