lunedì, ottobre 04, 2010

Il monito del papa ai giovani siciliani: "La mafia è incompatibile con il Vangelo"

di MASSIMO LORELLO
È durata dieci ore la visita del pontefice a Palermo. In mattinata messa e Angelus al Foro Italico, nel pomeriggio l'incontro con i giovani in piazza Politeama. Ratzinger ha ricordato padre Puglisi e il giudice Rosario Livatino. Rientrando a Punta Raisi ha deposto dei fiori sul luogo della strage di Capaci

Il Papa durante l'incontro con i giovani
"La mafia è strada di morte, incompatibile con il Vangelo". Benedetto XVI conquista l'ovazione più convinta dei siciliani quando parla apertamente della lotta a Cosa nostra. Lo fa durante l'incontro con i giovani che chiude la sua visita a Palermo. Una visita cominciata in mattinata con la messa e l'Angelus al Foro Italico, proseguita con l'incontro in cattedrale con i sacerdoti e i seminaristi e conclusa appunto con l'abbraccio ai giovani in piazza Politeama. Per la verità, il viaggio del pontefice in Sicilia si è portato dietro anche un fuori programma: il papa, mentre rientrava all'aeroporto di Punta Raisi, si è voluto fermare sul luogo della strage di Capaci per lasciare dei fiori proprio dove vennero uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Quando in piazza Politeama Ratzinger ha invitato i giovani a combattere contro la mafia i ragazzi hanno risposto con due ovazioni fragorose. È accaduto quando il papa ha detto: "La mafia è una strada di morte" e quando ha aggiunto che essa è "incompatibile con il Vangelo". Benedetto XVI ha ripreso, dunque, lo storico discorso di Giovanni Paolo II che, dalla Valle dei Templi di Agrigento, il 9 maggio del 1993 ricordò ai boss e ai loro soldati il giudizio divino che li attendeva. Quattro mesi dopo, la mafia assassinava don Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio. E Puglisi è l'esempio che il papa offre ai sacerdoti e ai seminaristi incontrati in cattedrale. "Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale - ha detto il pontefice - nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all'educazione dei ragazzi e dei giovani e insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in corso la causa di beatificazione. Vi esorto a conservare la memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l'eroico esempio". Tra "le splendide testimonianze" che il papa ha suggerito ai giovani affinché ne prendano esempio, c'era anche il nome di Rosario Livatino, il "giudice ragazzino" ucciso dalla mafia a soli 38 anni e ora al centro di una causa di beatificazione.
La Repubblica-Palermo, 3.10.2010

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