domenica, febbraio 25, 2024

Palermo. Quel trofeo scomparso: la misteriosa sorte della coppa del thè


La storia della Lipton cup, messa in palio nel 1909 dal magnate inglese tra le squadre del Sud. La vinsero i rosa, ma nessuno sa dove sia finita

di Enrico del Mercato

Nella bacheca dei trofei del Palermo calcio, per la verità non opulenta, manca una coppa. E non perché sia stata negata alla società rosanero da una finale sfortunata o da un arbitro maldisposto. No, quella coppa in bacheca non c’è, semplicemente perché è scomparsa. Puff! Svanita nel nulla, lasciando una scia di misteri sulla sua sorte e l’intrigante sentore della storia che riporta agli albori del football. Quella coppa è la coppa Lipton (in inglese la Lipton challenge cup) e l’ultima volta che fu vista, in Europa si levava già il rombo sinistro della prima guerra mondiale.

Era il 5 aprile del 1915, poco meno di un anno prima a Sarajevo Gavrilo Princip aveva sparato il colpo di pistola che uccise l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando innescando la reazione a catena che condusse alla dichiarazione di guerra, poco più di un mese dopo l’Italia sarebbe entrata in guerra. Eppure, quel 5 aprile al Ranchibile, il campo per il football di Palermo, si giocò a pallone. E si giocò una finale: Palermo footbal club contro Inter-nazionale Napoli. 
Vinsero i rosanero per 2 a 1 e si aggiudicarono la coppa Lipton. Che da quel giorno, però, nessuno vide più. 
A questo punto vale la pena di raccontarla dall’inizio la storia. Anche perché dice tanto della nascita del football e di come il rotolare del pallone accompagni vite, destini e sogni. In questo caso, i sogni di mister Thomas Lipton, uomo dall’esistenza avventurosa e fondatore dell’azienda che alla fine dell’ 800 si impose sui mercati mondiali con il suo thè. Sir Lipton oltre al talento del grande imprenditore coltivava due passioni: la vela (le regate della Lipton cup continuano a disputarsi) e il football, il cui misterioso e irresistitibile fascino, tra la fine dell’800 e l’inizio del nuovo secolo, viaggiava a bordo dei mercantili inglesi e sui piedi dei marinai e aveva già stregato un discreto numero di nobili e benestanti italiani che, nei loro circoli nautici, avevano messo in piedi diverse squadre. Comunque, il 30 aprile del 1907 sir Thomas Lipton arriva col suo yacht “ Erin” al porto di Palermo, città nella quale tiene il suo business anche grazie alla presenza di inglesi ben radicati e perfettamente inseriti a cominciare dai Whitaker, il cui nome era legato all’unico trofeo calcistico che, fino a quel momento, veniva assegnato nell’Isola. Sir Lipton era uomo importante, dunque era necessario disporre per lui un’accoglienza che tenesse conto soprattutto delle sue passioni. Ecco, allora, che la squadra del Palermo football club propone una sfida all’equipaggio del magnate del thè. Detto, fatto. La partita si gioca e, a sorpresa, viene vinta dai palermitani con un roboante sei a zero. Mister Lipton che era ricco quanto educato al fair play, non fa un piega. Anzi. Va nella sua cabina nello yacht “Erin” e tira fuori una bellissima coppa che regala ai vincitori: un trofeo d’argento alto 80 centimetri e pesante cinque chili. Roba che — conoscendo la passione dei palermitani per la tangibilità dellecose — deve avere suscitato diffusi commenti di apprezzamento. Scriveva Herald nella rubrica “ Echi” del giornale L’Ora: «Ci è stato dato di vedere la Coppa data al Palermo Fbc dal milionario scozzese sir Thomas Lipton, ed è veramenteuno splendido gioiello artistico. La Coppa supera assai, per valore artistico ed intrinseco, quanti altri doni del genere si sono venuti regalando fino ad oggi». Una sola condizione, pone mister Lipton. Quel trofeo dovrà essere messo in palioogni anno e a disputarselo dovranno essere le squadre della Sicilia e della Campania. 
Per la verità, alla prima edizione — che si svolge nel 1909 con il trofeo che viene esposto nelle vetrine del negozio Ducrot sul Cassaro e la gente che si mette in fila per vederlo — sono invitate anche la Lazio e il Bari che, però rinunciano. Comunque quel torneo se lo aggiudica il Naples che batte il Palermo, a Palermo, per 4 a 2. Nel libro di Gigi Di Fiore “Storia del Napoli” edizioni Utet, quella vittoria viene raccontata come la lontanissima antenata delle feste per gli scudetti: «Il risultato rimbalzò in città in diretta, via telefono. Ad attendere c’erano tutti i soci del Naples club che fecero subito festa » . La vera festa, però, la fece il Palermo footbal club che nel 1913, battendo il Naples (nelle cui file tra gli altri giocava Michele Scarfoglio, figlio di Matilde Serao e Eduardo Scarfoglio, fondatori de “Il Mattino”) si aggiudicò il trofeo per la terza volta conquistando il diritto a diventarne detentore definitivo e suscitando l’entusiasmo del cronista che raccontò la finale senza lesinare punti esclamativi: « E’ fatta! Cari amici è fatta! Mai Pasqua sportiva fu più fortunata » . Di quella giornata resta, probabilmente, l’ultima immagine della coppa Lipton. La tiene in mano il capitano dei rosanero Ernesto Barbera che le fonti raccontano come parente del futuro presidentissimo rosanero Renzo Barbera. La coppa Lipton si giocò anche nel 1914 e nel 1915, poi il mondo precipitò nella guerra e di quel bellissimo trofeo messo in palio dal magnate del the, non si seppe più nulla per anni. Le ultime tracce portano agli anni Trenta, quando il fascismo chiese agli italiani di donare l’oro alla patria per far fronte alle sanzioni della comunità internazionale. Anche la coppa fu divorata dal regime, requisita e destinata ad essere fusa. Qualcuno, però, dice che agli occhiuti funzionari venne consegnata una copia. L’originale, probabilmente, venne venduto a qualche antiquario. Ma anche questo finale non svela il mistero della coppa del thè. 

La Repubblica Palermo, 25/02/2024

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