martedì, giugno 07, 2022

Il Liceo Savarino di Partinico cambia nome: si chiamerà Liceo Felicia e Peppino Impastato


SALVO VITALE

La notizia ha dell’incredibile: il Liceo Scientifico di Partinico, intestato a Santi Savarino, cambia nome. Il Consiglio d’Istituto il 6.6.2022, all’unanimità, ha deciso la nuova denominazione “Istituto d’Istruzione Superiore Statale Felicia e Peppino Impastato”

Storia di un nome
Per avere un’idea chiara occorre fare qualche passo indietro. La vicenda dell’intitolazione risale al  31.10.1977, allorchè un Collegio dei docenti, preside Maria Santapà, deliberò di intestare il Liceo al grande matematico Giuseppe Cipolla. Tale decisione venne ignorata, e mesi dopo, in data 1.9.1978, il Consiglio d’Istituto, preside Antonino Orlando e presidente del Consiglio d’Istituto, Jack Speciale, esponente della D.C, deliberò d’intestare il Liceo a Santi Savarino, con la motivazione che trattavasi di cittadino di Partinico che aveva dato lustro al suo paese. La decisione venne ratificata dal Collegio dei Docenti in data 23.9.1978. La scuola era nata da alcuni anni come sede staccata del secolare locale Liceo Classico Garibaldi ed era cresciuta notevolmente. Malgrado le rimostranze dello scrivente, che riteneva altamente diseducativo intestare una scuola a un personaggio del genere, la richiesta d’intitolazione venne trasmessa in Provveditorato, assieme a un personale invio di documentazione sulle negatività del personaggio.

Dopo alcuni anni arrivò l’intestazione e così Savarino, per occulti sentieri,  addirittura scavalcò l’originario titolare del Liceo, Giuseppe Garibaldi e il ben più qualificato matematico Cipolla.


Santi Savarino:

Quella di Santi Savarino è una figura controversa nei suoi vari aspetti  di giornalista, di  uomo politico, e scrittore. Nato a Partinico nel 1887, scelse da giovanissimo l’attività giornalistica. Dal 1909 al 1925 fu redattore e redattore capo della Tribuna, e dal 1925 al 1926 capo dell'ufficio romano del quotidiano Il Secolo. Nel 1926 ricoprì la carica di redattore capo della Stampa di Torino dove, nella sede romana, lavorò  dal 1934 al 1940. Troviamo la sua firma tra i 180 scienziati e i 140 uomini politici che firmarono il Manifesto fascista “Sulla difesa della razza” in appoggio alle leggi razziali contro gli ebrei italiani e in una serie di articoli a sua firma. Nel 1943, dopo l’arresto di Mussolini, venne nominato dal capo del governo Badoglio commissario dell'Ente Stampa addetto al controllo e all’eventuale sequestro di giornali  che pubblicavano notizie non autorizzate. Nel 1946, divenne direttore del quotidiano romano Il Giornale d'Italia, quando la testata di destra, sospesa dagli americani, riprese le pubblicazioni, e vi rimase sino al 1962. Candidato nelle liste della Democrazia Cristiana, fu eletto senatore nel  1953. Pare che in questa elezione fosse stato determinante l’appoggio del mafioso Frank Coppola. Proprio nello stesso anno il senatore del PCI Girolamo Li Causi esibiva la lettera scritta da Savarino a Frank Coppola, il quale si era trasferito a Pomezia, dove aveva una tenuta acquistata per 50 milioni, ma  continuava ad essere uno dei maggiori responsabili dei traffici di droga tra l’Europa e gli Stati Uniti. A seguito di alcuni contrasti con la DC, Savarino si ricandidò, come indipendente, nelle liste del MSI, ma non venne più rieletto, essendogli forse venuto meno l’appoggio di Frank Tre dita, e della D.C. che si era orientata sul democristiano Cataldo. Fu autore di alcuni lavori teatrali  in lingua siciliana, “L'albero pecca”, “Don Giovanni s'innamora”, “Ma che cos'è questo amore”, “Mi voglio maritare” , alcuni dei quali messi in scena dalla compagnia teatrale di Angelo Musco,  e di un  romanzo, “Peccato mortale”, (1964). A Savarino è ispirato anche il romanzo dello storico partinicese suo buon amico, Salvatore Bonnì “Onorevoli all’asta. Morì a Roma, a settantanove anni, nel 1966.


Ieri e oggi
Negli anni la polemica si è risvegliata in altri momenti, ma ha visto sempre schierarsi compatta tutta la destra paesana, che ogni volta ha accusato il Liceo Scientifico di “essere un covo di comunisti”. Tre anni fa anche il Liceo linguistico di Terrasini è stato annesso allo Scientifico di Partinico e il Collegio dei docenti approvò all’unanimità di intestarlo a Peppino Impastato, ma la pratica sembra attualmente essersi insabbiata tra gli Uffici scolastici regionali. Arriviamo ai nostri giorni: la nuova Dirigente Scolastica Vincenza Vallone, anche su sollecitazione degli studenti, ha affidato a un referendum tra gli alunni  la proposta di cambiare nome, scegliendo tra Rita Levi MontalcinoGiuseppe Livatino e Gigia Cannizzo. L’ha spuntata la Montalcino. La proposta è passata anche in Collegio dei docenti, quasi alla pari con Peppino Impastato, sino all’odierna seduta del Consiglio d’Istituto, che oggi ha deciso di mettere insieme i nomi di madre e figlio, Felicia e Peppino, la prima come indicazione di scelta della legalità, attraverso la sua lotta per avere giustizia per il figlio, il secondo come fulgida espressione della lotta contro la mafia, in nome di una società  senza diseguaglianze. Va detto che questa è la scuola frequentata da Peppino Impastato nei suoi cinque anni di studi liceali


La destra all’attacco
Naturalmente la strada  si preannuncia in salita, perché, come già successo in altre occasioni, tutta la destra paesana ha trovato, su un simile argomento, come compattarsi, vuoi per campanilismo, vuoi per scelta politica: da qualche mese è nato un Comitato pro-Savarino, che ha raccolto, in breve tempo, oltre 300 adesioni. L’accusa, corredata dall’ignoranza totale sul personaggio, è sempre la stessa, ovvero che si vuole sostituire un comunista antimafioso, come Impastato, a un razzista, filofascista e filomafioso, come Savarino che, con tutti i suoi difetti era comunque un partinicese che ha portato alto il nome della sua città e ha regalato la sua biblioteca al Comune. Ancora non sono stati sollevati argomenti contro Felicia.  Per rimediare a una complessiva disinformazione, oltre che a una strumentalizzazione politica, lo scrivente, che in questa scuola ha insegnato per  35 anni, ha consegnato in presidenza, un dossier su Santi Savarino, a disposizione di chi voglia documentarsi. E comunque, per completare l’iter la decisione dovrà avere il parere favorevole del Collegio, del comune e del Provveditorato, tutti passaggi che in altri momenti e per altri personaggi  sono stati compiuti in tempi brevi, ma che, in questo caso potrebbero essere misteriosamente ritardati.


Il giudizio di Casarrubea
Giuseppe Casarrubbea, anche lui partinicese, uno dei più grandi studiosi della storia siciliana del 900 e dei suoi misteri, su Paperblog, il 2 marzo 2014 scriveva: “Al paese di Frank Coppola, alias Frank Tre Dita, primo dei grandi trafficanti internazionali di droga, poi divenuto “re di Pomezia”, tutto può accadere…. E ancora, non per finire, che un liceo sia intitolato a un concittadino in rapporti epistolari con il capomafia del tempo, quale fu, appunto, Frank Tre Dita. Santi Savarino, direttore del ‘Giornale d’Italia, partinicese pure lui, scriveva, infatti, a Frank Coppola, avendo prima  manifestato la sua amicizia e il suo affetto: “Carissimo don Ciccio [...] Siamo di Partinico e ci comprendiamo benissimo. Disponga di me. Non ho avuto ancora risposta da Atene, appena l’avrò gliela comunicherò. Venga da me quando vuole; avrò sempre piacere di vederla. Grazie ancora del bel regalo e mi creda suo affezionatissimo Santi Savarino”.

La notizia ha sollevato entusiasmi e consensi sia tra il personale docente che tra gli alunni e i genitori: si tratta di una vittoria della legalità, della quale questa scuola è stata negli anni una bandiera nel territorio per le sue iniziative e i suoi progetti e di una chiara e coraggiosa scelta educativa, attraverso l’esempio dato da questi due personaggi, sulla via dell’emancipazione della Sicilia da tutti i mali che ancora la affliggono. 


Foto di copertina © Letizia Battaglia

AntimafiaDuemila.com, 7/6/2022

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