martedì, giugno 28, 2022

Ucraina, parla Kissinger: “Perché l’Occidente deve evitare una guerra contro Russia e Cina”

Henry Kissinger

dal corrispondente di REPUBBLICA
ANTONELLO GUERRERA

In conversazione con il veterano della diplomazia mondiale e della realpolitik sulla guerra, i suoi incontri con Vladimir Putin, il problema della Nato a Kiev e perché una “Russia europea è sempre meglio di una asiatica”

Henry Kissinger, 99 anni, divinità della diplomazia americana e internazionale con cui parliamo per oltre un’ora in videocall dal suo studio zeppo di libri e foto nel New England, crede di esser stato frainteso da molti giornalisti in queste settimane sui fatti di Ucraina, sul presidente Volodymyr Zelensky e soprattutto su Vladimir Putin, “un uomo molto intelligente, ma con il quale non credo di avere un rapporto speciale. Eppure il presidente russo considera Kissinger, ex soldato della Seconda Guerra Mondiale, ex segretario di Stato americano, Nobel per la pace nel 1973 e oggi il diplomatico occidentale più esperto al mondo, uno dei pochi americani con cui riesce a parlare.

Kissinger, padre della realpolitik, che ora ha pubblicato il suo ultimo libro Leadership sui sei leader che più lo hanno ispirato nella storia contemporanea (Thatcher, De Gaulle, Nixon, Lee Kwan Yew, Sadat e Adenauer), è stato criticato soprattutto dopo alcune sue frasi nell’ultimo summit di Davos. In quell’occasione, ha fatto intendere che con Putin bisogna trattare e che parte dell’Ucraina potrebbe essere sacrificata in cambio di una ritrovata stabilità globale.


"A Davos sono stato frainteso"

Kissinger si stranisce. “Quelle frasi sono state fraintese”, spiega durante la videochiamata con i corrispondenti stranieri a Londra organizzata dalla Foreign Press Association (Fpa), “e non ho mai pronunciato nemmeno la parola realpolitik. Riguardo la guerra in Ucraina ho semplicemente detto che la sua fine deve essere contemplata non solo attraverso i mezzi militari ma anche attraverso quelli politici. Non si può continuare a combattere senza un vero obiettivo condiviso da più Paesi. Alla fine, in un’intervista al Financial Times, il presidente ucraino Zelensky ha detto quello sostengo anche io: la questione del 7% del territorio occupato dai russi potrà essere oggetto di altri negoziati futuri. Questo ho detto. E non che l’Ucraina debba cedere parte della sua sovranità alla Russia per conquistare la pace”.

Tuttavia, Kissinger non ha dubbi. “L’Occidente ha avuto poca sensibilità a far aleggiare l’idea che l’Ucraina entrasse presto nella Nato, riempiendo tutto quel territorio con l’Alleanza atlantica. Questo, nei miei colloqui che ho avuto con lui, è una delle cose che più preoccupava Putin. Per come lo conosco, anche se non lo vedo da 3 anni, il presidente russo è un uomo molto intelligente e accorto calcolatore. Devo dire che anche per questo sono rimasto sorpreso dalla magnitudine dell’aggressione russa in Ucraina, che non può essere affatto giustificata dai timori di Putin”.


Capire il punto di vista russo

Però, per Kissinger, è cruciale per noi occidentali sforzarci di capire “il punto di vista russo, anche quando la guerra in Ucraina arriverà a una tregua”. Buttare fuori la Russia da ogni consesso non ha senso secondo il diplomatico americano, perché una Russia europea è meglio di una “asiatica: a fine guerra, il ruolo di Mosca dovrà essere riconsiderato. La Russia è stata parte dell’Europa per 500 anni, coinvolta in tutte le più grandi crisi e anche qualche trionfo della Storia continentale. Ora, come occidentali, dobbiamo riflettere: meglio una Russia che, con tutti i problemi che ha creato, sia un’estensione dell’Europa o un’estensione dell’Asia ai confini dell’Europa? Io credo sia meglio la prima opzione”.

C’è poi un altro punto fondamentale secondo Kissinger, anzi una capitale linea rossa. Per lo storico veterano della diplomazia mondiale, “l’Ucraina va sì difesa, ma la Russia non va attaccata”. Perché altrimenti, se per esempio si pensa di riconquistare la Crimea, si rischia una escalation incredibile, “che può arrivare alla minaccia nucleare: è qualcosa cui Russia e Stati Uniti, in 80 anni, non hanno mai fatto ricorso tra loro, nonostante diverse sconfitte militari sul campo. Ora dobbiamo evitare azioni belliche che possano ingigantire sempre di più il conflitto. Ma certo se Putin usasse ordigni nucleari, la reazione dell’Occidente sarà pesante”.


La questione cinese

Infine, secondo Kissinger, bisogna avere tanta realpolitik anche nei confronti della Cina. “Fino a qualche decennio fa”, racconta l’esperto americano, “Pechino era ancora un Paese sottosviluppato secondo gli Stati Uniti. La sua incredibile crescita ha sorpreso tutti, i suoi successi economici sinora sono straordinari”. Ora però la tensione è sempre più alta anche nell’Indopacifico, dove Usa e Regno Unito stanno Intensificando i loro sforzi di deterrenza militare, dopo le leggi liberticide a Hong Kong e le minacce di Pechino che incombono su Taiwan. Tuttavia, secondo Kissinger, è vitale “tenere la Cina fermamente nel sistema internazionale. Una guerra o un conflitto tra Washington e Pechino sarebbe catastrofica da tutti i punti di vista”. Perché, come per la Russia, “è impossibile sopprimere la Cina. Quindi ci vuole dialogo costante. Non bisogna essere d’accordo su tutto con Pechino, ma di certo su un punto: evitare la guerra”.

La Repubblica, 28 giugno 2022

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