giovedì, ottobre 08, 2009

Dopo il Lodo, la piazza

di Edmondo Berselli
È stata una sentenza durissima. E adesso Silvio Berlusconi è pronto a scatenare i suoi. Per continuare con ogni mezzo la sfida alle istituzioni

È stata una sentenza durissima, praticamente spietata. La nettissima bocciatura a cui la Corte costituzionale ha sottoposto il Lodo Alfano è la prima vera e grande sconfitta politica di Silvio Berlusconi. Al confronto, sbiadisce persino la caduta del suo governo nel 1994, dopo solo sette mesi. La sentenza della Consulta è stata motivata nitidamente in punto di diritto, e non è possibile attribuirle una intenzione strumentale o politica. Indica un riferimento all'articolo 3, cioè al principio di uguaglianza dei cittadini, oltreché una sciatta violazione dell'articolo 138 della Carta costituzionale, nel senso che una legge di quella portata implicava un iter di modificazione costituzionale, e non una legge ordinaria. LEGGI TUTTO
Dalle reazioni scomposte il rischio di una deriva populista
di Nino Cangemi
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L'affondo del Times: "Berlusconi si deve dimettere,
ha gettato vergogna sul suo paese"
"Berlusconi ha gettato vergogna sul suo paese con le sue buffonate sessuali e i tentativi di evitare i processi. Ora si deve dimettere". Cosi' il Times in un commento a corredo dello spazio al Lodo Alfano. La vicenda ha grande spazio su tutti i giornali britannici. "Berlusconi è ora un imputato che affronta un processo penale e può restare al suo posto solo se il suo partito e i suoi alleati lo sostengono". "Ha tentato di vivere al di sopra della legge; ora essa lo consumerà".

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