sabato, ottobre 22, 2022

Sanità in Sicilia, sei appalti truccati nella sanità. Scattano dieci misure cautelari


Tangenti su servizi e forniture Asl nell’Isola Due pentiti svelano i meccanismi interni

Umberto Lucentini

Palermo - C’è un incontro che rappresenta, dal punto di vista di un protagonista non centrale ma emblematico dell’inchiesta, «tutto lo snodo di questa vicenda». Lo racconta agli inquirenti uno dei concorrenti di un appalto della sanità che va pilotato, è uno dei filoni che ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari emesse dal gip di Palermo per corruzione e altri reati. È un faccia a faccia teso, complicato, quello che avviene nella sede di Caltanissetta di un’azienda: serve a decidere come remunerare uno degli ingranaggi del grande malaffare. Il faccendiere agrigentino Salvatore Manganaro- che con l’ex manager e responsabile della centrale unica di committenza degli appalti, Fabio Damiani è uno dei due «pentiti» che hanno svelato gli ultimi retroscena degli affari loschi nella sanità- fa una domanda precisa al titolare di un’azienda con sede a Caltanissetta: dimmi una cifra, una forbice del prezzo della corruzione.

«Voleva sentire un numero...»

Lui, Salvatore Navarra, legale rappresentante della Pef spa ammette davanti ai pm: «Non volevo parlare di tangente, ma ho capito che il mio interlocutore, il Manganaro, voleva sentire solo una cosa, non voleva sentire altro, voleva sentire un numero, voleva sentirsi dire qualcosa da parte mia, perché altrimenti non sarei uscito fuori da quella riunione». E arriva la risposta: «Io ti do un minimo di cinquecentomila Euro a un massimo di un milione di Euro...”». E da quel momento è chiaro per l’accusa di cosa si parla: la tangente da dividere dietro un appalto milionario.

L’accusa di Procura e Finanza

L’ammissione del manager è l’ennesima conferma al quadro indiziario che nel frattempo è già stato dipinto dalla Procura di Palermo e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza, pronti a chiudere il cerchio su un giro di mazzette. L’operazione ribattezzata «Sorella sanità 2 » ha portato all’emissione delle misure cautelari firmate dal gip Clelia Maltese e prende le mosse dal precedente grande blitz anti-corruzione nella sanità: c’è un arresto, 4 ordini di custodia ai domiciliari, 5 destinatari di obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.

I due «pentiti»

Damiani, già manager dell’Asp di Trapani, e Manganaro sono stati condannati a 6 anni e 6 mesi e a 4 anni e 4 in «Sorella sanità 1»: le loro dichiarazioni rese dopo arresti e condanne, e i loro appunti, hanno consentito al pool della procura guidata da Maurizio De Lucia e coordinato dall’aggiunto Sergio Demontis (coi sostituti Giovanni Antoci, Giacomo Brandini e Andrea Zoppi), di scoprire sei gare d’appalto truccate.

Chi sono i coinvolti

Giovanni Luca Vancheri, 53 anni, di Caltanissetta, è un funzionario dell’Asp di Enna, ed è stato arrestato per corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Ai domiciliari finiscono Stefano Mingardi, 57 anni di Trezzano sul Naviglio (provincia di Milano), avvocato, indagato per riciclaggio ed emissione di fatture false; Loreto Li Pomi, 59 anni, palermitano, luogotenente dei Carabinieri, in servizio al Nas, è indagato per tentata turbata libertà degli incanti; Giuseppe Bonanno, 45 anni di Caltanissetta, referente della società Althea Spa, indagato per corruzione; Christian Catalano, 40 anni di Palermo, referente della società Althea spa, indagato per corruzione. Obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria sono stati disposti per Luigi Giannazzo, 56 anni di Catania, amministratore delegato della società Dedalus Italia Spa, indagato per corruzione; Giuseppe Gallina, 54 anni, di Carini, amministratore della società Healtech srll, indagato per riciclaggio ed emissione di fatture false; Alberto Vay, 49 anni di Villarbasse (provincia di Torini), dirigente della società Vivisol srl, indagato per turbata libertà degli incanti e corruzione; Claudio Petronio, 67 anni, Molteno (provincia di Lecco), dirigente della società Vivisol srl, indagato per turbata libertà degli incanti e corruzione; Massimiliano D’Aleo, 47 anni,di Altavilla Milicia, referente della società Generay srl, è indagato per tentata turbata libertà degli incanti. Il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione è stato emesso per Healtech srl, esercente attività di «riparazione e manutenzione di apparecchi medicali», con sede a Carini, per Vivisol srl, esercente attività di «fabbricazione di medicinali e preparati farmaceutici», con sede a Monza e per Althea spa esercente attività di «riparazione e manutenzione di apparecchi medicali», con sede a Roma.

Tangente da 700mila euro

I finanzieri del colonnello Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno trovato i riscontri e scoperto una maxi-tangente da 700 mila euro (che sono stati sequestrati). Sono soldi che Luigi Giannazzo «corrispondeva, nel corso del tempo e in più occasioni» al presidente della commissione Damiani «in concorso morale e materiale» con Manganaro, e frutto della gara pilotata e vinta dalla società Dedalus Italia, in associazione temporanea di imprese con Telecom Italia e Almaviva «per la realizzazione, gestione e manutenzione full risk del sistema informativo dell’Asp Palermo». Un appalto bandito dall’Asp nel 2013 e di nuovo messo in gara nel 2014 dopo «un’anomala formazione della commissione aggiudicatrice», dal valore di 12,5 milioni di euro. Una gara facile facile diceva nel 2018, in una conversazione avvenuta nell’ufficio di via Principe di Villafranca, Damiani a Manganaro: «L’unica che veramente non ha dato spine è stata Dedalus… cioè è stata una gara… che abbiamo faticato davanti alla commissione, ti ricordi? Però poi alla fine è finita…».

Gli altri filoni

Una seconda tangente sarebbe stata corrisposta nell’ambito di due gare da oltre 220 milioni per la fornitura di apparecchiature elettromedicali, gestite dalla Regione Siciliana e dall’Asp di Palermo. Tramite un un consulente legale, secondo l’accusa, sarebbero stati preparati dalla società aggiudicataria, diversi contratti «meramente formali» di manutenzione di apparecchiature con l’unica finalità di giustificare, grazie all’utilizzo di fatture false, il passaggio di somme di denaro tramite un’impresa compiacente ai destinatari della corruzione.

Il carabiniere coinvolto

C’è anche il tentativo di pilotare, tramite minacce a Damiani, una procedura di gara ad evidenza pubblica da parte del luogotenente dei carabinieri in servizio al Nas, Loreto Li Pomi, e di Massimiliano D’Aleo rappresentante della Gen.E.Ray Generale Elettrodomedicali e Radiologia srl: l’obiettivo era «l’affidamento dei servizi integrati di gestione e manutenzione delle apparecchiature elettromedicali di bassa, media ed alta tecnologia in uso ai vari presidi dell'ASP di Palermo». Valore complessivo di 17.635.000 euro. Nelle indagini anche episodi di corruzione e turbative d’asta per due importanti gare: una nella Sicilia occidentale, la seconda in quella orientale. E una gara da 227,6 milioni di euro per l’affidamento dei servizi di pulizia in ambito sanitario. Il reato ipotizzato è la turbativa d’asta e sarebbero emerse responsabilità di Vancheri, assistente amministrativo presso il Provveditorato dell’ASP di Enna e consulente per la Commissione Unica di Committenza della Regione Siciliana (CUC). Altro filone di indagine riguarda due dirigenti di una società nel settore sanitario che, per avere la prosecuzione di un contratto di 140 milioni per l’assistenza domiciliare respiratoria per il bacino orientale dell’isola avrebbero tentato di corrompere un funzionario dell’Asp di Enna. Infine, altro appalto finito sotto inchiesta è quello dell’affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare relativo alle aziende del bacino occidentale della regione Sicilia, del valore di 66,4 milioni di euro. Il presidente della commissione di gara avrebbe rivelato informazioni riservate ai dirigenti della società aggiudicatrice dell’appalto, in cambio della promessa di una tangente pari all’1% dell’importo di gara e soggiorni in hotel di lusso.

GdS, 22 ottobre 2022

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