martedì, novembre 05, 2013

Palermo, sciopero dei lavoratori delle aziende confiscate. La Fillea-Cgil incontra il prefetto e la dirigente dell'agenzia

TARANTINO (FILLEA-CGIL): REGISTRIAMO UN’APERTURA CHE FA BEN SPERARE
Palermo, 5 nov- “Saranno attivati percorsi di confronto con i sindacati in tema di aziende confiscate e sequestrate alla mafia  e futuro dei lavoratori coinvolti e questo ci pare già un’apertura significativa da parte dell’Agenzia per i beni confiscati e il risultato della preziosa opera di mediazione del Prefetto”: lo dice Franco Tarantino, segretario generale della Fillea Cgil Sicilia al termine dell’incontro con il Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo e la dirigente dell’Agenzia per i beni confiscati e sequestrati alla mafia, Maria Rosaria Laganà.

In mattinata quasi 200  lavoratori edili delle imprese confiscate avevano dato vita a un sit- in di protesta davanti alla Prefettura. “Il confronto di oggi- aggiunge Tarantino- è stato serrato. Noi abbiamo chiesto più dialogo con i sindacati sull’argomento, l’apertura di un ufficio sindacale dentro l’Agenzia e il confronto anche con i lavoratori sui percorsi che si attivano. Ci auguriamo adesso - conclude il segretario della Fillea - che la giornata di oggi segni su questi temi uno spartiacque”.
"Nella gestione dei beni confiscati lo Stato deve dimostrare che l'antimafia è più brava della mafia. Le aziende confiscate anche nel settore edile devono avere un futuro dopo il sequestro e la confisca". Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando la manifestazione promossa dalla Fillea Cgil a Palermo.

"Non è facile - aggiunge Lumia - viste le condizioni di illegalità in cui spesso queste aziende hanno operato a causa della gestione mafiosa, ma lo Stato non può arrendersi. Non può rinunciare ad un'opportunità produttiva ed occupazionale dal forte valore simbolico ed economico. Il sistema della gestione dei beni confiscati va sicuramente rivisto e sono sicuro che l'Agenzia saprà trovare le soluzioni più opportune e saprà fare tesoro dell'esperienza di quelle realtà che ce l'hanno fatta come la Calcestruzzi Ericina. Gli stessi amministratori giudiziari devono dedicare più attenzione. Allo stesso tempo vanno valutati gli opportuni interventi normativi per semplificare e facilitare il riuso sociale e produttivo dei beni confiscati alla mafia".

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