giovedì, novembre 07, 2013

Il caso Humanitas agita anche il Pd. Digiacomo: "Io denuncio, il mio partito sta zitto"

Lucia Borsellino e Pippo Digiacomo
Il presidente della Commissione Salute all'Ars e deputato del Pd: "Mi sento un po' isolato. Il mio capogruppo e il mio segretario non hanno detto una parola sul caso della clinica. Il governo? Comportamente inqualificabile. Voglio credere, per il momento, nella buona fede di Crocetta e Borsellino".
PALERMO - “Sono sorpreso dall'illuminato silenzio del mio capogruppo e del mio segretario”.Il presidente della commissione Salute all'Ars Pippo Digiacomo manifesta uno stupore misto a un po' di amarezza. Il caso Humanitas, così, finisce per incendiare anche il Partito democratico.


“Non vorrei – spiega – che qui si finisca per isolare chi, come me, ha denunciato una serie di storture nel mondo della Sanità. Mi sarei aspettato una posizione netta del mio partito su questa vicenda. E, se escludo alcune frasi di Antonello Cracolici, non posso che registrare un inaspettato silenzio”.

Il capogruppo chiamato in causa da Digiacomo, Baldo Gucciardi, però, getta acqua sul fuoco. “Digiacomo è non solo un deputato del gruppo che io ho l'onore di presidere, ma è anche uno dei tre presidenti di commissione del Pd. Mi pare chiaro, quindi, che le sue parole e le sue denunce sono anche quelle del gruppo parlamentare. Nessuna polemica, nessun isolamento. Anzi, ho convocato già per martedì il gruppo parlamentare e, tra le altre cose, affronteremo anche la vicenda Humanitas”. Entrando nel “merito” della questione, Gucciardi spiega: “L'assessore Borsellino mi ha assicurato che gli accordi non sono esecutivi. E' evidente che si sia operato, però, con una certa superficialità. Adesso il governo deve fare tutto ciò che occorre per evitare che la Regione possa essere trascinata in responsabilità di qualsiasi tipo”.

Ma a Digiacomo la gestione della vicenda Humanitas non è piaciuta affatto. E le critiche, ovviamente, oltre ai suoi colleghi di partito sono rivolte anche (e soprattutto) al governo. “Intanto va chiarita una cosa: dire che la delibera è sospesa non significa proprio nulla. Il governo – puntualizza Digiacomo – deve immediatamente revocare quell'atto in modo da evitare alla Regione di trovarsi a pagare un risarcimento nei confronti dell'Humanitas. Credo che una revoca immediata – prosegue Digiacomo – possa mettere l'amministrazione al sicuro da questo rischio. Ma bisogna far presto. Più tempo passa, meno efficace potrebbe risultare la revoca”.

Questo, per l'immediato futuro. Ma il recentissimo passato brucia ancora al presidente della commissione Salute all'Ars. “Trovo inqualificabile – l'affondo di Digiacomo – il fatto che la Commissione non sia stata informata dall'assessore Borsellino e dai funzionari presenti di un accordo sottoscritto con la società. Un fatto gravissimo, che non posso che censurare”.

Un fatto che ha portato l'Udc a minacciare la fuoriuscita dal governo. Il Pd, invece, non ha usato gli stessi toni. Per Digiacomo però il tema dei rapporti tra governo e maggioranza è vivo, scottante. “Se non fossi certo – dice infatti – dell'assoluta moralità del presidente Crocetta e dell'assessore Borsellino, saremmo dovuti non solo uscire dalla maggioranza, ma forse persino far cadere questo governo. Perché a quel punto è ovvio chiedersi quale differenza ci sia tra noi e chi ci ha preceduto”.

Al momento, insomma, regge a stento la fiducia “personale” nei confronti del presidente e dell'assessore. “Certamente, nel fatto specifico – insiste Digiacomo – faccio fatica a comprendere le differenze col governo Lombardo. Ma l'esecutivo di Crocetta ha fatto tante cose buone, che da quello lo distanziano. Ovviamente, non possono essere tollerati altri errori simili. Mi limito, per il momento, a credere alla buona fede di tutti. Ma il Pd non deve scordarsi di fungere da garante. Da soggetto che eviti e stigmatizzi certi comportamenti. E in questo senso, l'illuminato silenzio del mio capogruppo Gucciardi e del mio segretario Lupo mi ha molto sorpreso”.

LiveSicilia, 6 novembre 2013

Nessun commento: