mercoledì, novembre 27, 2013

Nuovo atto intimidatorio contro Liarda (Cgil). Calà esprime solidarietà ed invita a costituire il Consorzio Legalità

Il feudo Verbumcaudo
Palermo  26 novembre  2013 - A distanza di qualche settimana,  si è verificato  oggi l’ennesimo atto intimidatorio indirizzato alla famiglia di Vincenzo Liarda e recapitato alla moglie, residente nel Comune di Petralia di Sottana. La Cgil di Palermo è vicina al dirigente Vincenzo Liarda al quale esprime la sua solidarietà. «L’invio di minacce esplicite  continua a ripetersi  nei confronti di Liarda e della sua famiglia da parte dei soliti anonimi che su quel territorio vorrebbero continuare a fare e disfare, così  come è stato per tantissimi anni, ma che adesso si trovano frenati dall’azione della Cgil e di Liarda da un lato,  e da quella della magistratura e delle forze di polizia dall’altro – dice Maurizio Calà, segretario generale della Cgil di Palermo -.
La prova più incisiva di quest’azione è l’aver  riportato  il terreno  confiscato di Verbumcaudo nelle condizioni di poter essere utilizzato come bene sociale contribuendo in questo modo, da parte delle forze dell’ordine, a fare chiarezza sulle contiguità e infiltrazioni mafiose che in quella zona continuano a essere pesanti».
    «Lo stillicidio insopportabile di queste continue minacce - aggiunge Maurizio Calà,  - confermano ciò che sapevamo e cioè che in quel territorio la mafia continua ad agire per avere il controllo totale delle attività pubbliche e private. Per questa ragione pensiamo sia importante che da un lato gli inquirenti procedano l’egregio lavoro che stanno facendo e che dall’altra anche le forze sociali assieme ai sindaci di quei comuni procedano con una azione di sviluppo della legalità. Un fatto importante è che si costituisca  subito, come chiediamo da anni, il consorzio sviluppo e legalità delle Madonie da parte dei sindaci. Sappiamo che il prefetto Cannizzo sta dando un’accelerazione a questo processo e  che domani ci sarà un’altra riunione in Prefettura. Crediamo che questo ennesimo atto intimidatorio debba servire ad accelerare il processo di costituzione del consorzio e dare all’area delle Madonie un’organizzazione istituzionale e formale per la gestione dei beni confiscati».

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