domenica, luglio 28, 2013

Cagnano Varano e Foggia. Nel nome della legalità, una giornata per discutere di diritti, economia libera dalle mafie e rispetto del lavoro

Un momento dell'inaugurazione di via P. Rizzotto
L’iniziativa promossa dalla Cgil, dalla Flai e da Libera nazionali, regionali e provinciali, si è svolta venerdì 26 luglio 2013. Due gli appuntamenti: la mattina dalle ore 11 a Cagnano Varano; il pomeriggio dalle ore 17 a Foggia. Ha partecipato all’iniziativa una delegazione della Cgil e della Flai della Sicilia
“La nostra è purtroppo una provincia che vive in maniera drammatica un´emergenza legalità”, spiega Daniele Calamita, segretario generale della Federazione dei lavoratori agricoli di Foggia, “che non risparmia nessun settore economico e che soprattutto in agricoltura trova come vittime sacrificali i lavoratori, in particolar modo migranti, che pagano il prezzo di una illecita intermediazione di manodopera e di uno sbilanciamento del potere contrattuale verso la commercializzazione a discapito dei produttori. Fin quando settori economici vitali della nostra provincia non saranno liberi dalla tara di una diffuse e pluriforme illegalità, non ci potrà essere un sano e vero progresso economico e sociale.
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Per questo siamo impegnati a lavorare da tempo con associazioni come Libera e con le istituzioni affinché si affermi una cultura della legalità. Che può essere declinata in più modi: rispetto del lavoro e delle norme, rispetto delle persone, rispetto della collettività, che significa anche accoglienza e integrazione”.
Il programma della giornata, che ha avuto il patrocinio della Regione Puglia, dell´Osservatorio Placido Rizzotto e del Comune di Cagnano Varano, ha visto alle ore 11 la cerimonia di intitolazione della strada dove ha sede la Camera del Lavoro a Placido Rizzotto, il sindacalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1948. “Un plauso va all´amministrazione di Cagnano, che ha accolto la nostra proposta di dedicare una via al segretario della Camera del lavoro di Corleone. Crediamo sia un gesto simbolico forte, in un territorio come quello garganico non estraneo a fenomeni criminali”, aggiunge Calamita. Dopo la cerimonia di intitolazione della strada, a cui ha partecipato anche il nuovo prefetto di Foggia, Luisa latella, è stato inaugurato anche il “murale della legalità”, opera di due giovani artisti foggiani, Caktus&Maria.
All´iniziativa ha partecipato Serena Sorrentino, segretaria nazionale Cgil; Ivana Galli, segretaria nazionale Flai Cgil; Placido Rizzotto, nipote del sindacalista ucciso dalla mafia; Antonella Morga, segretaria regionale Cgil Puglia; Filomena Trizio, segretaria generale Cgil Foggia; Tonino D´angelo, Art Village San Severo; Tonino Russo, segretario generale Flai Palermo; Ndiaye Mbaye, cooperativa La Senegalese; Nicola Tavaglione, sindaco di Cagnano Varano.
Nel pomeriggio l´iniziativa si è spostata a Foggia, dove, alle 18 presso la Sala Rosa del Palazzetto dell´Arte, si è tenuta la tavola rotonda “Diritti negati, legalità offesa”. A confrontarsi su questi temi sono stati Ivana Galli, segretaria nazionale Flai Cgil; Antonella Morga, segretaria regionale Cgil Puglia; Filomena Trizio, segretaria generale Cgil Foggia; Roberto Iovino, Dipartimento Legalità Cgil nazionale; Alessandro Cobianchi, Libera Puglia; Salvatore Tripi, segretario generale Flai Cgil Sicilia; Daniele Marcone, Libera Foggia; Giuseppe Deleonardis, segretario generale Flai Cgil Puglia; Dino Paternostro, segretario della Camera del lavoro di Corleone ed autore del libro-biografia su “Placido Rizzotto”. 

“Siamo a ridosso dell´avvio della campagna del pomodoro – ricorda Calamita – e i problemi che ci troviamo ad affrontare sono gli stessi di quindici anni addietro. E´ vero che con le lotte e le mobilitazioni fatte – anche grazie all´attenzione dei media - abbiamo ottenuto conquiste importanti: penso al caporalato reato penale, penso alla legge regionale 28/2006 per la quale finalmente sono stati approvati gli indici di congruità. Ma sul fronte dell´accoglienza e del rispetto delle regole contrattuali siamo sempre all´anno zero. Il non più sopportabile ghetto di Rignano è ancora lì, e altri ne sono nati nel tempo. Le istituzioni devono e possono fare di più. Ci sono le nostre proposte e quelle delle associazioni in campo, c´è un impegno della Regione. Vorremmo tanto che nel 2014 non si debba più parlare di emergenza. Un´emergenza che dura da quindici anni non ha niente di tale, vuol dire che tutti l´abbiamo tollerata anche troppo. Così come siamo impegnati quotidianamente nel nostro tour nelle campagne, per informare i lavoratori sui loro diritti, distribuendo il contratto multilingue. Senza un loro sano protagonismo sarà difficile ribellarsi ad una situazione fatta ancora di cottimo, sottosalario, contributi evasi, sfruttamento. Che offendo la dignità del lavoratore ma sottraggono ricchezza e risorse allo Stato, alla collettività”. 

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