domenica, settembre 02, 2018

Ricordiamo il carabiniere Antonio Mancino, assassinato dal bandito Salvatore Giuliano

Il carabiniere Antonio Mancino assassinato dal bandito Salvatore Giuliano

PIERLUIGI BASILE
Il 2 settembre 1943 a San Giuseppe Jato nacque un bandito mentre un carabiniere moriva. Si chiamavano Salvatore Giuliano e Antonio Mancino quei due ragazzi che in contrada Quarto Mulino quel giorno di tanti anni fa il destino fece incontrare e scontrare. 
Il primo, nato a Montelepre nel 1928, stava trasportando illegalmente del grano col suo cavallo. Praticava quello che ai suoi tempi si chiamava l'"intrallazzo", ovvero la borsa nera, grazie alla complicità di piccoli e grandi coltivatori della nostra vallata. L'altro da Sparanise, in provincia di Caserta, con i suoi 24 anni era stato chiamato a far rispettare la legge in uno Stato in ginocchio, ancora in guerra, occupato militarmente dalle truppe inglesi e americane che ad agosto avevano liberato l'isola e a breve sarebbero diventate gli alleati della nuova Italia.

Quanto fosse difficile mantenere l'ordine in quel grande caos che era la Sicilia del '43 lo capì presto anche Mancino. Dopo avere imposto l'alt in un posto di blocco ad un giovane a cavallo venne colpito a morte da un proiettile esploso in fuga. Quello che sarebbe diventato "grazie a lui" una vera leggenda riuscì a scappare, dandosi alla macchia. Giuliano in breve diede vita ad una banda e sparse sangue di innocenti in tutto il nostro territorio. 
Più che un "Robin Hood" fu fino al 1950 - quando finalmente la sua vita si spense - un fanatico sanguinario che si prestò al gioco degli agrari, dei separatisti e della mafia uccidendo forze dell'ordine, padri, madri e bambini.

Oggi da jatino piango la morte di quel fedele servitore dello Stato che onorò l'Italia e difese il nostro paese, come dopo di lui avrebbero fatto tanti altri carabinieri, agenti di polizia e magistrati.
Per questo a distanza di così tanto tempo sento il bisogno di ricordare il suo sacrificio e la morte di un giovane carabiniere che ha lasciato la moglie e la sua piccola figlia di nome Antonia che quando il padre spirava era qui e forse ancora adesso vive a Sparanise. 
Per ricordare a me stesso e a tutti che il 2 settembre 1943 alle ore 17 a San Giuseppe Jato nasceva un martire di nome Antonio Mancino ucciso da un volgare criminale che non meritava nessuna leggenda ma solo la condanna della storia. 
Pierluigi Basile

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