mercoledì, dicembre 14, 2011

Parla una nuova pentita, 28 arresti. "Pizzo anche per Squadra antimafia"

Tommaso Di Giovanni, uno degli arrestati
di SALVO PALAZZOLO

Taglieggiata anche la produzione della fiction di Canale 5. Le indagini dei carabinieri decapitano il mandamento mafioso che opera nel centro città. L'amante di un boss collabora da settembre con la giustizia, ha svelato i segreti del clan. Monica Vitale, 28 anni, ha indicato anche uno dei presunti mandanti dell'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà: si tratta del nuovo reggente del mandamento, Tommaso Di Giovanni, arrestato questa notte per associazione mafiosa
PALERMO - Nonostante arresti e processi, vige ancora la legge del racket nel centro di Palermo. I nuovi padrini di Cosa nostra avrebbero imposto il pizzo anche alla produzione di "Squadra antimafia", la fortunata serie di Canale 5 che ha come protagonisti Simona Cavallari, alias la commissaria Claudia Mares, e una pattuglia di coraggiosi poliziotti che lottano contro le cosche. Il capomafia, quello vero, Calogero Lo Presti, era riuscito ad accaparrarsi la gestione di alcuni servizi per la fiction: dalla fornitura dei pasti ai trasferimenti della troupe. Così, ai suoi picciotti diceva soddisfatto: "Questa è una fiction che dura cinque anni, se il signore ci lascia qua con i vivi, quale minchia di problema abbiamo". Ma questa notte, Lo Presti è stato arrestato dai carabinieri del Reparto Operativo. Le manette sono scattate anche per altri 22 esponenti del clan di Porta Nuova, per altre 6 persone i provvedimenti sono stati notificati in carcere. A incastrare i boss non ci sono soltanto migliaia di ore intercettazioni, ma anche le rivelazioni di una nuova pentita di mafia. Fino a qualche mese fa, Monica Vitale, 28 anni, era l'amante di un boss del Borgo Vecchio, Gaspare Parisi, arrestato a luglio: qualche giorno dopo, alcuni mafiosi le iniziarono a chiedere conto e ragione della gestione poco trasparente della cassa del clan, curata dal suo uomo, che si sarebbe appropriato di somme di denaro di Cosa nostra. A settembre, Monica Vitale è fuggita da Palermo. Poi, sentitasi braccata dai boss, si è presentata in una caserma dei carabinieri. E così ha iniziato il suo lungo racconto davanti al procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e ai sostituti Maurizio Agnello, Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco.
Le indagini
La nuova pentita racconta di non essere stata soltanto la compagna di un mafioso. Svela di aver raccolto anche il pizzo per conto della famiglia mafiosa di Porta Nuova, fra i negozi più esclusivi del centro città. È una vera novità nella galassia di Cosa nostra palermitana, ma i magistrati e gli investigatori non hanno alcun dubbio sull'attendibilità della Vitale, anche perché molti dei nomi dei mafiosi finiti a verbale erano già emersi dalle intercettazioni. La Vitale ha svelato anche i retroscena del delitto di Enzo Fragalà, l'avvocato ex deputato di An che la sera del 23 febbraio 2010 fu picchiato selvaggiamente da un uomo. La pentita sostiene di aver saputo dal suo amante che ci sono i boss di Porta Nuova dietro l'omicidio: uno in particolare, l'attuale reggente del mandamento, Tommaso Di Giovanni, anche lui finito in manette questa notte, con l'accusa di associazione mafiosa. Secondo la ricostruzione offerta da Monica Vitale, Enzo Fragalà avrebbe pagato per un comportamento ritenuto poco rispettoso nei confronti della moglie di un suo cliente detenuto per furto. Da lì, si sarebbe innescata una catena di lamentele, giunte poi all'orecchio del capomafia, che avrebbe ordinato una punizione esemplare. E' una versione ancora tutta da verificare: i magistrati e i carabinieri del nucleo Investigativo sono a caccia di riscontri.
Il blitz
Con Lo Presti e Di Giovanni, i carabinieri guidati dal tenente colonnello Paolo Piccinelli e dal maggiore Antonio Coppola hanno arrestato anche Antonino Zarcone, Nicolò Milano, Vincenzo Coniglio, Giuseppe Di Marco, Antonino Lo Iacono, Gabriele Buccheri, Maurizio Pecoraro, Daniele Lauria, Agostino Catalano, Rodolfo Allicate, Francesco Paolo Putano, Giuseppe Auteri, Giovanni Giammona, Giovanni Lo Giudice, Domenico Marino, Matteo Rovetto, Salvatore Sampino, Giusppe Giustino Rizzo, Fabrizio e Giovanni Toscano. Milano ha tentato di fuggire, lanciandosi dalla tromba delle scale: si è fratturato le gambe e un braccio, adesso ricoverato all'ospedale Civico, sotto scorta.
(La Repubblica, 14 dicembre 2011)

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