domenica, dicembre 12, 2010

La Regione siciliana chiede al Governo il trasferimento dei beni confiscati ai boss della mafia


L'Assemblea Regionale Siciliana

Palermo - (Adnkronos) - "L'affitto di queste strutture ci costa quasi cinque milioni di euro - ha specificato l'assessore dell'Economia, Gaetano Armao - I siciliani così pagano due volte, dapprima il pizzo che estorce loro la mafia e poi, come contribuenti pagano l'affitto al Governo nazionale''
Palermo, 11 dic. - (Adnkronos) - "La Regione siciliana non puo' e non deve continuare a sostenere il costo di ingenti affitti per l'uso, a fini pubblici, di immobili che appartengono al demanio statale. Per questo chiediamo la liquidazione delle societa' immobiliari confiscate alla mafia e l'assegnazione dei relativi beni in Sicilia, alla Regione ed alle Amministrazioni locali". Lo ha detto l'assessore regionale dell'Economia della Sicilia, Gaetano Armao, a margine della conferenza stampa di oggi a Trapani, in occasione della consegna della Colombaia, illustrando la decisione di scrivere una lettera al dipartimento per gli affari regionali e al ministero per la Difesa. Per risolvere il delicato tema dell'uso pubblico dei beni demaniali Armao ha scritto una lettera chiedendo allo Stato l'avvio di "un confronto risolutorio sulla intera vicenda". Il riferimento e' alla possibilita' di utilizzare, a fini pubblici, immobili confiscati ed attualmente assegnati al demanio dello Stato, sgravando di questi costi la Regione siciliana. "Va detto per completezza - ha proseguito l'assessore - che l'affitto di queste strutture costa alla Regione quasi cinque milioni di euro. I siciliani cosi' pagano due volte, dapprima il pizzo che estorce loro la mafia e poi, come contribuenti pagano l'affitto al Governo nazionale, quando questo confisca i beni alle societa' mafiose e li gestisce a discapito del territorio". "Ho evidenziato nelle nota - ha spiegato Armao - che questa situazione contraddice la necessita' di contenere le spese, anche per la nostra Regione, e che il mancato trasferimento della proprieta' di questi beni alla Sicilia ha come conseguenza, tra l'altro, la perdita di Fondi europei che potrebbero essere meglio utilizzati per la conservazione degli stessi immobili e per la loro riqualificazione urbana, con indubbi benefici per il territorio e l'occupazione". "Non va dimenticato - conclude Armao - che questo contenzioso deriva dalla non corretta applicazione dell'articolo 32 del nostro Statuto che sancisce che 'i beni di demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella Regione, sono assegnati alla Regione, eccetto quelli che interessano la difesa dello stato o servizi di carattere generale'. Non credo che uffici, musei, biblioteche, archivi, autoparchi, presidi ospedalieri, presidi di difesa del territorio e protezione civile, nonche' gli uffici della Corte dei Conti e del Consiglio di Giustizia amministrativa, possano ricadere tra quelli necessari per la difesa dello Stato".

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