giovedì, luglio 15, 2010

L'Espresso nel bunker della cricca

di Lirio Abbate e Gianluca di Feo
Chi dopo Scajola, Brancher e Cosentino? Il toto dimissioni punta su Verdini, ma anche Bertolaso non è messo molto bene. Ecco la mappa dei clan che stanno smottando uno dopo l'altro, travolti dagli scandali
Ma l'amico... l'amico Lombardi è in grado di agire?". Al telefono Roberto Formigoni è supplichevole. Teme che la sua lista venga esclusa dalle elezioni e invoca l'intervento dell'"amico Lombardi": "Ti prego!". Ignora chi sia l'uomo di cui sta invocando il sostegno: un geometra che fatica a parlare in italiano e fa replicare alla supplica del governatore con un "dicitangill pure a chill amic tui su a Milan (diteglielo anche a quell'amico tuo su a Milano)". Eppure l'irpino Pasquale Lombardi, celebre nel suo giro per l'incapacità di sedere a tavola senza imbrattarsi di sugo ("Il nostro comune amico che quanno magna se sporca sempre..."), con il suo eloquio da Pappagone riusciva ad entrare in tutti i palazzi del potere. Il suo motto era semplice: "Arriviamo, arriveremo dove dobbiamo arrivare". LEGGI TUTTO

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