martedì, gennaio 11, 2022

Anche noi ricordiamo David Sassoli: nel 1993 a Corleone a "interrogare" la piazza sui funerali di Luciano Liggio

Corleone, 11 novembre 1993: David Sassoli in piazza Falcone e Borsellino
alla vigilia dei funerali del boss mafioso Luciano Liggio

Le interviste a Peppino Di Palermo e Placido Jr. 

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DINO PATERNOSTRO
Lo vogliamo ricordare anche noi David Sassoli. L'abbiamo conosciuto a Corleone nel lontano 11 novembre del 1993, quando è venuto come inviato de "Il rosso e il nero", il famoso programma di Michele Santoro, che raccoglieva l'eredità di "Samarcanda". In quei giorni era morto il boss mafioso Luciano Liggio e il questore di Palermo aveva vietato i funerali pubblici, provocando polemiche a mai finire in un paese dove il consiglio comunale era stato sciolto per le dimissioni della maggioranza dei suoi consiglieri, "terrorizzati" dal possibile scioglimento per infiltrazioni mafiose.

Questa testata, allora "di carta", aveva chiesto e ottenuto dal commissario straordinario Fulvio Manno l'intitolazione della piazza più grande di Corleone a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, suscitando le "presunte" proteste dei monarchici di Corleone, di cui nessuno ricorda l'esistenza.

Evidentemente saranno stati "scrupolosi" funzionari comunali ad inventare questo per convincere il nuovo commissario, Francesco Fazio, che si convinse subito e cancellò piazza Falcone e Borsellino e la reintitolò a quel Vittorio Emanuele III che aveva aperto le porte al fascismo. Ricordo l'ironico comunicato di Città Nuove, con cui Riina e Provenzano ringraziavano Fazio per aver "cancellato" la piazza antimafia. Per fortuna intervenne l'allora presidente della Regione Pippo Campione (un coraggioso galantuomo), che cacciò via Fazio e nominò al suo posto Nicolò Scialabba col compito di ridare la piazza ai due magistrati assassinati dalla mafia "corleonese".

Sassoli arrivò in questo clima davvero infuocato e nel bel mezzo di una campagna elettorale che il 5 dicembre avrebbe eletto sindaco Pippo Cipriani. Piazza Falcone e Borsellino era strapiena di persone (come mostra il video). Sassoli intervistò me. Sostenni che i funerali si sarebbero potuti autorizzare, semmai dovevano essere i corleonesi a non parteciparvi: "io non vi avrei partecipato!", dissi. Poi intervistò Peppino Di Palermo, storico dirigente comunista e cognato di Placido Rizzotto, segretario della Camera del lavoro di Corleone, che Liggio aveva assassinato nel 1948 e fatto sparire col metodo della “lupara bianca”. Peppino parlò di Placido, del suo coraggio, del suo impegno a favore dei contadini e degli sfruttati. Raccontò della lite con Luciano Liggio, che Placido prese a cazzotti “perché non aveva paura di lui”. Infine intervenne Placido Rizzotto Jr., nipote del sindacalista, che sostenne la tesi opposta: giusto vietare i funerali, anche perchè con le tante lupare bianche di cui Liggio si era reso responsabile, aveva impedito tanti funerali, anche quello di suo zio, il sindacalista Placido Rizzotto (i funerali di Stato si sarebbero svolti 19 anni dopo, il 24 maggio 2012, dopo che il corpo venne ritrovato nella "ciacca" di Rocca Busambra).

Si notava la partecipazione emotiva di David alle tensioni ideali della Corleone che voleva cambiare. Ed io, noi, vogliamo continuare a ricordarlo così: giovane, pieno di energia, di vita e di passioni civili. Buon viaggio, David... (dp)

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