giovedì, giugno 07, 2018

Ci vuole abilità. Sui disabili i conti non tornano


Patrizia Gariffo
La soap opera dei numeri dei disabili gravissimi prosegue e i colpi di scena non mancano. I numeri sono sempre ballerini, come in un gioco di prestigio dove le persone appaiono e scompaiono. E, nonostante questo, nessuno ha mai pensato di mettere in discussione la macchina amministrativa che, evidentemente, qualche problema ce l’ha. Così, a torto o a ragione, ogni Asp fa come crede più opportuno. La mancanza di una guida e di un coordinamento, ovviamente, danneggia solo le persone con disabilità gravi e gravissime, vittime allo sbaraglio di un sistema che va rivisto e migliorato. Come ci ricorda il Comitato #SiamoHandicappatiNoCretini, i conti sul numero dei disabili gravissimi continuano a non tornare. All’inizio della settimana il Governatore Musumeci ha dichiarato che il dipartimento regionale della Famiglia ha emesso i primi mandati di pagamento alle Asp per liquidare gli assegni di cura per i disabili gravissimi per il periodo che va da gennaio ad aprile 2018.
Il decreto, che è arrivato dopo un duro post del Comitato in cui si annunciava il ricorso alle vie legali, però, non convince proprio gli attivisti del movimento. Sorvolando sull’enorme ritardo e sul fatto che si stiano saldando solo quattro mesi e non sei, a non convincere sono specialmente i numeri. I disabili gravissimi in Sicilia, magicamente, sono diminuiti. L’ultimo dato ufficiale parla di 10.616 persone con disabilità gravissime, numero che però non coincide con i precedenti ( a marzo 2018 erano quasi 12.500 e il mese successivo erano 13.600, il “colpo in fronte” per le famiglie siciliane, come ha detto infelicemente il presidente della Regione). Naturalmente il Comitato, ma non solo, manifesta tutte le sue perplessità e sottolinea la palese disattenzione, per usare un eufemismo, di chi dovrebbe avere chiari questi numeri e non da adesso, ma da un anno. Abbiamo sentito il portavoce del Comitato, Vincenzo Muratore, che ha provato a darci una spiegazione, avanzando due ipotesi, che sembrano essere molto realistiche purtroppo. La prima è che il decreto attuale sia sbagliato, poiché ci sono solo i nuovi censiti e non i vecchi. Caso emblematico è quello della provincia di Palermo, dove ai nuovi censiti (2703) ora si sarebbero dovuti aggiungere i vecchi ma, non si comprende il motivo, il numero è rimasto lo stesso. La seconda possibilità è che abbiamo sbagliato il decreto di marzo e abbiano stanziato più somme del necessario per pagare gli ultimi tre mesi del 2017. L’incredulità è enorme ovviamente, perché, come ci dice il portavoce, che i dirigenti non conoscano le esigenze dei diversamente abili e non sappiano come gestirle, nonostante ci sia una legge, ormai lo si prende come un amaro dato di fatto, ma che non abbiano nemmeno contezza dei numeri è davvero assurdo. E tutto diventa ancora più grave se si pensa che proprio in base ai numeri in finanziaria sono stati stanziati 250 milioni di euro che, stando a questi nuovi dati, erano troppi oltre che in ritardo di un anno. Fondi che, inoltre, “ non sono stati stanziati solo dalla Regione, ma sono in gran parte fondi Nazionali ed Europei”, sottolinea Muratore e continua ricordando come “ la disabilità sia stata usata come scudo per nascondere un’incapacità politica, quando neanche si conoscevano i numeri”. Alla domanda su che fine faranno questi fondi in più, sempre che i numeri non cambino ancora, il portavoce ha risposto che si augura che vengano usati per i 25.000 disabili gravi, che sembrano invisibili. L’impegno del Comitato, naturalmente, non finisce qua: un pool di avvocati affiancherà gratuitamente i disabili nelle battaglie che, purtroppo, non finiscono mai, nell’attesa di conoscere il nuovo decreto di Musumeci, che sostituirà quello di Crocetta. Infine è necessario, ormai, coinvolgere pure il neonato Ministero sulla disabilità, perché il problema dei fondi insufficienti non è solo siciliano e ciò non permette l’applicazione della legge. Come verrà chiesto che in ogni Regione si applichino le stesse regole, cosicchè i disabili siciliani abbiano la stessa assistenza di quelli lombardi, e che quelle inadempienti vengano commissariate. Ciò che il Comitato si augura è di potersi sciogliere al più presto, perché la legge in toto viene applicata, senza sconti e senza contentini utili solo a placare gli animi come, purtroppo, a volte è avvenuto in passato.
La Repubblica Palermo, 7 giugno 2018

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