venerdì, settembre 28, 2012

Totò Tripi, segretario della Flai-Cgil Sicilia: "La forza delle idee che fanno vivere la nostra storia"

Salvatore Tripi
Pubblichiamo la relazione di Salvatore Tripi, segretario generale della Flai-Cgil siciliana, alla manifestazione del 27 settembre scorso a Sciacca, dove stati ricordati tutti i caduti del movimento contadino e bracciantile nella lotta alla mafia rurale.
La iniziativa di oggi nasce dalla precisa volontà politica assunta dal Comitato Direttivo della Flai Sicilia di onorare la memoria di tutti i lavoratori e dirigenti sindacali vittime della mafia e protagonisti delle lotte per la terra e la dignità del lavoro,che come abbiamo sentito dalla lettura dei nomi e dei fatti risultano essere 168 nel periodo compreso tra il 1893 e il 1966. Lo spunto e' scaturito dalla importante decisione della Flai e della CGIL di proclamare il 2012,anno della legalità. Infatti sulla tessera della CGIL di quest'anno,che riporta le immagini di Falcone e Borsellino, e' scritto: "legalità una risposta per il lavoro e il futuro".


Abbiamo pensato,pertanto,di coniugare il tema della legalità con la visione rivolta al futuro,partendo,pero',dalle radici del sindacato e dalla sua memoria storica.




Infatti u popolo senza identità, senza valori e soprattutto senza memoria, è come una persona che ha perso la memoria e non sa più orientarsi, nè che strada prendere.

Questa e' la condizione che stanno vivendo le cosiddette società moderne: è tutto saturo, ma paradossalmente è tutto vuoto.

Un vuoto che genera confusione, ansia, paura.

Paura di vivere il futuro e di credere nel futuro.

Quando questo accade e' necessario ritornare alle proprie radici e riscoprire la propria storia: per capire come va vissuto il presente e programmare il futuro.

Questo ritengo vale per le persone, per le Organizzazioni, per le società.

Questo e' il senso della iniziativa odierna: La forza delle Idee che fanno vivere la nostra Storia.

Una Storia che appartiene al Sindacato, al movimento democratico, ma anche alla Sicilia e a tutta Italia.

Una storia che ancora aspetta verità e giustizia. Ecco perché la Cgil ha chiesto a più riprese che venga fatta verità e giustizia su tutti i dirigenti sindacali uccisi dalla mafia dopo la seconda guerra mondiale in quanto protagonisti delle lotte per la terra e la dignità del lavoro.

La forza delle idee senza tempo.

Quali erano queste idee?
La pace, la democrazia, il lavoro, la dignità delle persone, il rispetto delle regole, la legalità.

La Flai e la CGIL nel loro agire e fare sindacato quotidiano si ispirano a queste idee per affermarne   principi e  valori.

Ma non siamo solo noi e guai se fosse così.

Oggi la presenza dei familiari delle vittime della mafia, delle Istituzioni, degli Istituti Scolastici, delle cooperative sociali che coltivano le terre confiscate alla mafia, la esposizione delle tele del maestro  Gaetano Porcasi sull'epopea delle lotte per la terra dei braccianti e dei contadini, sono un esempio concreto di come la memoria storica, può aprire le porte al cambiamento e al futuro.

E, se da un lato la memoria si e' fatta Storia, Arte, Cultura e letteratura, dall'altro vorrei esaminare alcune questioni di quelle idee, che ho appena definito senza tempo.

La Terra, Il Lavoro, la Legalità .

La terra immediatamente porta all’idea dell’agricoltura e quindi del cibo, del pane, del sudore, del lavoro.

Se ci riflettiamo bene  quella fase storica delle lotte per la terra, non voleva significare anche la lotta per una agricoltura sviluppata e produttiva?

E a distanza di 150 anni dall'Unità' d'Italia i problemi dello sviluppo e del lavoro per il Meridione e per la Sicilia si possono considerare risolti?

Certo che no. Anzi stiamo assistendo allo smantellamento definitivo di quella idea sbagliata di apparato industriale importato dall'esterno.

C'e' una alternativa a tutto ciò?

Noi riteniamo di si, individuando nella filiera agroalimentare uno dei pilastri portanti della economia siciliana su cui costruire lo sviluppo produttivo e nuova occupazione.

L’altro pilastro lo individuiamo nello sviluppo della cosiddetta green economy, nelle energie rinnovabili e per stare in tema nelle biomasse e nelle agroenergie, per creare nuovo lavoro per salvaguardare la natura, l’ambiente, per salvare il pianeta Terra.

In concreto vogliamo dimostrare che per individuare i fattori di crescita dell'economia e del lavoro bisogna guardare  allo sviluppo vocazionale della nostra isola.

Ora se all'agricoltura e all'industria alimentare, aggiungiamo l'artigianato tradizionale, l'arte e il turismo, abbiamo trovato le carte vocazionali dello sviluppo e del lavoro in Sicilia.

Ora con un breve richiamo della memoria, visto che siamo a Sciacca, vorrei citare alcune eccellenze vocazionali agroalimentari, artistico e culturali della provincia di Agrigento:

all'area del basso Belice abbino la vitivinicoltura, a Sciacca abbino il turismo, le terme, l'arte, la pesca, l'artigianato della ceramica; all'area del riberese l'ortofrutta e l'olivocoltura; nell'area montana i boschi, l'ambiente, il frutteto, la zootecnia; ad Agrigento la Valle dei Templi patrimonio dell'umanità; all'area di Canicattì, Campobello e Licata la coltivazione in serra e l'agricoltura specializzata (uva da tavola-melone cantalupo).

Se allarghiamo l’orizzonte a tutta la regione, non è difficile trovare le carte vocazionali per lo sviluppo e il lavoro in Sicilia.

Ho parlato della memoria dei valori e dei principi, riferendoci alla forza delle idee; ed ho parlato della memoria vocazionale riferendoci  allo sviluppo e al lavoro.

La conclusione di questo ragionamento porta a dire che in Sicilia il cambiamento e' possibile se si riscoprono le radici dei valori etici e morali e le radici vocazionali dello sviluppo.

D'altronde e' un fatto risaputo che la Sicilia ha avuto riconosciuto 47 prodotti agricoli certificati come eccellenze uniche e di qualità .

Che cosa e' mancato affinché l'agroalimentare diventasse fattore centrale dello sviluppo produttivo e dell'occupazione in Sicilia?

E' mancata una politica di programmazione, la capacità di fare sistema, una rete di servizi, la cultura dell'associazionismo e della cooperazione, tutti aspetti fondamentali per il controllo della filiera.

Molte aziende per rifarsi dei costi di produzione hanno pensato e pensano di scaricare dette inefficienze sui diritti del lavoro e sullo sfruttamento dei lavoratori. E dopo avere sfruttato i siciliani, hanno sfruttato gli africani e ora è il turno dei Polacchi e i dei Rumeni.

Noi invece riteniamo che allo sviluppo di qualità, debba corrispondere un lavoro di qualità.

Che ad una agroalimentare moderno, debba corrispondere un lavoro moderno, fatto di formazione e di professionalità.

Che al giusto lavoro, debba essere corrisposto il giusto salario. Che alla sicurezza alimentare, debba corrispondere la sicurezza della salute nei luoghi di lavoro.

Quando lo sviluppo di qualità e il lavoro di qualità si affermeranno, potremmo cominciare a parlare di economia legale e lavoro pulito.

In una parola potremmo effettivamente cominciare a parlare della affermazione della legalità.

Potremmo cominciare a parlare del rispetto delle regole e delle leggi della Società, contro la prepotenza e la sopraffazione.

La strada per arrivare alla legalità e' piena di difficoltà e bisogna lottare con coerenza e tenacia per abbattere l'ostacolo rappresentato dalla mafia, che da sempre ha condizionato l'economia legale e il lavoro pulito, e quindi lo sviluppo della Sicilia e la libertà delle persone.

Una mafia che si e' arricchita accumulando patrimoni illeciti e che si e' fatta imprenditrice investendo il riciclaggio del denaro sporco proprio nel settore agroalimentare, acquisendo aziende agricole, industrie di trasformazione e aziende per la commercializzazione.

Tutto questo ora e' messo in discussione dalla applicazione di una legge, chiamata Rognoni-La Torre, che prevede la confisca dei patrimoni illeciti dei mafiosi e il ritorno alla collettività attraverso il riuso sociale.

Pio La Torre e' stato un politico onesto, un dirigente sindacale tenace, ucciso dalla mafia il 30 aprile 1982 per questa sua intuizione sulla confisca  dei patrimoni illeciti.

Il Golia mafia si può combattere e abbattere se nelle istituzioni e nella società operano tanti piccoli Davide, che con le proprie fionde lanciano un messaggio per il rispetto della legalità e colpire mortalmente la mafia.

Oggi in questa sala si realizza un piccolo esempio di come le Istituzioni del territorio, il sindacato, i delegati, gli Istituti scolastici, gli studenti, i familiari delle vittime di mafia, le cooperative sociali che coltivano le terre confiscate, sono impegnate nella lotta contro la mafia e per la legalità.

Questo impegno e queste lotte vanno sostenute con l'azione quotidiana, con le leggi e le norme necessarie.

L’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia alla data del 3 settembre 2012 presenta la situazione seguente:
Totale beni confiscati 12410 di cui: immobili 10.774 e aziende 1636.

Il 43% delle confische sono avvenute in Sicilia ed esattamente 5360 di cui: 4755 immobili e 614 aziende.

 Sul fronte delle confische dei beni e delle aziende noi sosteniamo con forza tre cose:

1) che i beni confiscati alla mafia non vanno messi all'asta per essere venduti;

2) che devono ritornare alla collettività attraverso il riuso sociale;

3) che occorrono delle nuove norme a sostegno delle aziende e dei lavoratori, nel passaggio tra economia illegale a quella legale.

E' in questa direzione che la Flai e la CGIL nazionali hanno elaborato 10 proposte per sostenere l’economia legale e il lavoro pulito,con particolare riferimento alle aziende confiscate alla mafia.

Infatti risulta che circa il 90% delle aziende confiscate,fallisco a seguito di tale provvedimento

I contenuti delle 10 proposte li trovate nella carpetta dell'iniziativa odierna.

Per ragioni di tempo mi soffermo solo ai titoli.

ART. 1

Trasparenza delle informazioni e white list delle aziende sequestrate e confiscate.

Motivazione della proposta:

Garantire il massimo livello di trasparenza delle informazioni relative alle misure di prevenzione sin dal momento successivo al sequestro. In questo modo si può orientare in modo più efficace la tutela dei lavoratori coinvolti e favorire la tenuta delle aziende sul mercato attraverso il costante aggiornamento della banca dati.

L'obiettivo della norma è quello di garantire in questo processo il più ampio livello di coinvolgimento degli enti istituzionali e non, degli agenti economici, delle organizzazioni sindacali e della società civile.


Art. 2

Istituzione dell'Ufficio Attività produttive e sindacali presso l'Agenzia

Motivazione della proposta:

Le mafie sono un fenomeno economico e sociale e in quanto tale vanno combattute. La proposta è mirata alla costituzione di un Ufficio Attività Produttive e Sindacali all'interno dell'Agenzia per i beni confiscati. In questo modo si potrebbero affrontare in modo agile le criticità relative alle aziende sequestrate e confiscate integrando il lavoro dell'Agenzia con il Ministero dello Sviluppo Economico, dell'Economia, del Welfare. L'ufficio diventerebbe il punto di riferimento anche per le relazioni sindacali e per la promozione di politiche di sviluppo attraverso i beni e le aziende confiscate.

Art. 3

Istituzione presso le Prefetture dei Tavoli Provinciali permanenti sulle aziende sequestrate e confiscate.

Motivazione della proposta:

Per porre le aziende e i beni confiscati alla base di una nuova idea di sviluppo pulito e legale bisogna necessariamente coinvolgere gli agenti economici, istituzionali e territoriali. Solo in questo modo si può creare una sinergia tra il lavoro dell'Agenzia e il complesso delle istituzioni e delle forze della società civile impegnate nella costruzione di percorsi di legalità e responsabilità. La proposta mira ad affiancare al lavoro dei nuclei provinciali di supporto, attualmente attivi solo in alcune province, tavoli ad hoc con il compito di risolvere le criticità legate alle aziende sequestrate e confiscate. I tavoli provinciali potrebbero, inoltre, supportare il lavoro del Ufficio Attività Produttive e sindacali istituito presso l'Agenzia. I Tavoli sono anche i luoghi deputati al confronto sindacale territoriale.

Art. 4

Misure in favore dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende sequestrate e confiscate.

Motivazione della proposta:

I lavoratori e le lavoratrici sono parte lesa, pagano colpe non loro nel momento in cui il datore di lavoro viene colpito da un sequestro e la confisca. Il senso dell'Art. 4 è quello di reintrodurre l'accesso agli ammortizzatori che la recente riforma Fornero ha cancellato per i lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate. La Cgil è convinta che sia fondamentale, invece, rafforzare l'accesso agli ammortizzatori per questa tipologia di lavoratori. Si propone, quindi, di introdurre un accesso universale agli ammortizzatori a prescindere dalla dimensione e tipologia dell'azienda, per garantire un sostegno al reddito ai lavoratori e dare il tempo necessario all'autorità giudiziaria di riorganizzare l'attività produttiva per farla ripartire quanto prima. In questo senso la proposta individua un automatismo: quando l'attività si blocca per riorganizzazione e affrontare una flessione di mercato fisiologica gli organi competenti devono disporre l'accesso automatico agli ammortizzatori. Si individua, inoltre, un incentivo per i datori di lavoro che assumono ex dipendenti delle aziende sequestrate e confiscate.





Art. 5

Misure a sostegno della legalità delle imprese

Motivazione della proposta:

La legalità va sostenuta con gesti concreti e non solo a parole. La proposta individua un complesso di strumenti a sostegno delle imprese che decidono di avviare un percorso di emersione alla legalità, come nel caso delle aziende sequestrate e confiscate. Si attribuisce automaticamente il rating di legalità come strumento di agevolazione e premialità nell'accesso agli appalti pubblici. Ma non solo: si incentiva, nella fase del sequestro, anche il consumo presso le aziende sequestrato e confiscato con uno sconto d'IVA pari al 5%. Un intervento di questo tipo è fondamentale anche per sostenere le imprese che devono sostenere maggiori costi dovuti al percorso di emersione alla legalità. Si prevede, inoltre, che anche la P.A. possa stringere convenzioni con queste aziende per la realizzazione, di opere, gestione di servizi e forniture.

Art. 6

Istituzione Fondo per le Aziende sequestrate e confiscate.

Motivazione della proposta:

Uno degli scogli da superare per una aziende in fase di sequestro è il blocco delle linee di credito da parte delle banche. La proposta introduce uno strumento come un fondo ad hoc per garantire il credito e fornire le adeguate garanzie agli istituti bancari. Si introduce, inoltre, un fondo di rotazione per garantire le risorse necessarie per il percorso di emersione alla legalità e il riposizionamento di mercato delle aziende che devono costruire nuove relazioni economiche al di fuori del sistema mafioso. Il fondo garantisce prestiti agevolati da restituire in un tempo ragionevole a favorire il percorso di emersione alla legalità. Le disponibilità economiche per il fondo sarebbero garantita da una parte delle liquidità confiscate alla criminalità che attualmente confluiscono nel bilancio dello Stato.

Art. 7

Emersione del lavoro irregolare, tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nelle aziende sequestrate e confiscate.

Motivazione della proposta:

Quando un amministratore si confronta con un'azienda sotto sequestro ha come compito prioritario quello di verificare le condizioni di lavoro, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e lo stato economico dell'azienda. L'Art. 7 propone di individuare una serie di agevolazioni fiscale attraverso un credito d'imposta teso a favorire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro in nero o irregolari, di individuare un percorso di investimento per la sicurezza dei luoghi di lavoro e l'assunzione a tempo determinato e indeterminato del personale impiegato in modo irregolare. Una norma del genere è fondamentale per restituire dignità e diritti a lavoratori costretti a lavorare ai margini della legalità.


Art. 8

Fissazione dell'udienza di verifica dei crediti e saldo dei creditori.



Motivazione della proposta:

Attualmente il Codice Antimafia approvato dallo scorso Governo condiziona la continuità dell'attività produttiva posta sotto sequestro al saldo dei creditori in buona fede.
Qualora l'amministratore non riuscisse a pagare i debiti la legge prescrive l'avvio della procedura fallimentare. La proposta mira a congelare i debiti per saldarli dopo l'esaurimento della procedura giudiziaria, quindi dopo la confisca definitiva. Una norma del genere è necessaria per garantire un lasso di tempo utile all'amministratore per salvaguardare i rapporti di lavoro e la continuità dell'attività produttiva. Si prevede, inoltre, l'estensione del concordato tra creditori e debitori previsto dalla legge Marzano per le aziende in crisi.



Art. 9

Destinazione a fini sociali delle aziende confiscate.

Motivazione della proposta:

Dopo il percorso di emersione alla legalità l'azienda deve necessariamente vivere di vita propria. Per questo l'Art. 9 propone una serie di incentivi per i lavoratori che costituendosi in cooperativa sono disposti a rilevare l'azienda. Alle cooperative e agli imprenditori disposti a investire nelle aziende sequestrate e confiscate va riconosciuto un valore e un rischio sociale maggiore, per questo motivo è necessario mettere gli agenti economici in condizioni di operare nelle migliori condizioni possibili. L'esempio di molte cooperative che operano sui beni confiscati ha dimostrato che il lavoro è una delle risposte allo strapotere mafioso e quindi è necessario sostenere chi si impegna per creare nuove opportunità di lavoro in territori vessati dalla presenza mafiosa.

Art. 10

Formazione dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate.

Motivazione della proposta:

Spesso nelle aziende gestite dal malaffare sono calpestati i più elementari diritti dei lavoratori, a partire dalla norme per la tutela della salute e della sicurezza.
Serve garantire ai lavoratori un percorso di formazione specifico sull'organizzazione del mondo del lavoro, sui loro diritti e sulle opportunità di sviluppo dei beni e delle aziende confiscate. In questo senso si propone di attivare delle specifiche collaborazioni tra le istituzioni e i fondi interprofessionali per organizzare un percorsi di formazione specifici per i lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate.

Se dovessi scegliere una frase per sintetizzare il senso e lo scopo della proposta, la racchiuderei così :

Dobbiamo sconfiggere il luogo comune che, di tanto in tanto riecheggia in Sicilia,” con la mafia si lavora, con lo Stato no.”

E’ inaccettabile il fatto che le aziende mentre sono in protezione della mafia non conoscono problemi,appena subentra lo Stato non si riesce a garantire continuità produttiva e salvaguardia dei posti di lavoro.

Salutiamo con favore che il Ministro degli Interni Cancellieri intende costituire un Cabina di regia e preannunciato modifiche alla normativa sulla gestione dei beni confiscati,ma la Flai e la Cgil nelle prossime settimane sulla proposta avvieranno una raccolta di firme, per farla diventare un testo di disegno di legge di iniziativa popolare.

 Una raccolta di firme  che dovrà saper coinvolgere il territorio e le sue popolazioni.

Su questi temi la strada da percorrere è ancora lunga, per questo mi adopererò affinchè la iniziativa di oggi non sia né la prima, né l’ultima.

Penso, infatti, sia interessante ogni anno ripeterla in ciascun territorio mettendo al centro uno dei temi di quelle idee che abbiamo definito senza tempo.

Infine, nel ringraziare tutti i presenti: i familiari delle vittime della mafia , i Presidi e gli studenti degli Istituti scolastici “Amato Vetrano” di Sciacca e “Salvatore Quasimodo” di Palermo, i Presidenti delle cooperative sociali, la Flai nazionale, la Cgil Regionale, la Flai di Agrigento per la straordinaria collaborazione alla riuscita della iniziativa, penso che oggi con il contributo di tutti lasceremo scritta una straordinaria giornata del vivere e del fare sindacato,  per onorare la memoria dei caduti per le lotte per la terra  e per guardare con più fiducia verso il futuro.

Viva i Martiri del Lavoro e della Libertà,Viva la Flai, Viva la CGIL . 

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