lunedì, ottobre 03, 2011

Riina jr esce dal carcere e torna a Corleone: "Felice ma confuso"

Salvuccio Riina
Da ieri il figlio dei boss del boss è un uomo libero ma contrariamente a quanto supposto nei giorni scorsi Giuseppe non si trova a Padova, dove era atteso per un lavoro in una Onlus, ma in Sicilia
CORLEONE. Il profumo della libertà lo sta respirando a Corleone dove è giunto dopo avere scontato un residuo di pena di tre anni e un mese di carcere in seguito ad una condanna a otto anni e dieci mesi di reclusione. Un ritorno a casa che Giuseppe Salvatore Riina, 34 anni, figlio minore del capo mafia Totò, non si aspettava pensando che sarebbe andato, dopo la detenzione, a lavorare in una Onlus a tutela delle famiglie contro la droga che si trova a Padova. Un cambio di programma che Riina jr commenta sostenendo di sentirsi "confuso ma felice". A Corleone, il magistrato gli ha imposto l'obbligo di dimora e di rientro in casa entro le 21. Stamane è stato in commissariato. "Ho avuto la conferma che Riina jr è in paese - dice il sindaco del comune nel Palermitano - Antonio Iannazzo - e queste sono le limitazioni alle quali deve sottoporsi". La svolta improvvisa è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il carcere di Voghera, a Riina è stato 'sospeso' il provvedimento di sorveglianza che gli avrebbe permesso, come previsto dal magistrato di Pavia, di arrivare in Veneto e notificato invece la norma di prevenzione emessa nel 2002 dal tribunale di Palermo. Un provvedimento, quest'ultimo, che, come indica l'avvocato, 'cancella' quello relativo alla sorveglianza. Il legale ha annunciato la presentazione di un ricorso in Cassazione contro la prevenzione poiché sarebbero trascorsi più di due dall'emissione di quest'ultima notifica alla sua applicazione. Dura la reazione del sindaco Iannazzo: "Credo che la presenza a Corleone di Giuseppe Salvatore Riina sia pericolosa per la comunità". "Non abbiamo d'altronde registrato da parte sua - aggiunge Iannazzo - alcuna dichiarazione di dissociarsi da Cosa Nostra o di essersi pentito delle azioni per le quali è stato condannato. Pertanto non è Corleone il luogo dove lui possa sperimentare un'ipotetica volontà di cambiamento". "Certamente del suo arrivo - osserva - i suoi familiari con la madre in testa sono molto contenti. Ma sicuramente vi sono tanti altri miei concittadini che non hanno gradito questa suo rientro. La sua permanenza qui però, a quanto ho sentito, dovrebbe essere temporanea. Possibilmente Riina junior dovrebbe ripartire per Padova per lavorare nella Onlus". Ed è stata proprio la sua possibile presenza nel Veneto a scatenare nei giorni scorsi le proteste della Lega con l'annuncio anche della presentazione di una interrogazione parlamentare. Reazioni di cui oggi si è fatto portavoce il governatore Luca Zaia: "La nostra regione ha già dato il suo tributo sui delinquenti importati da fuori e non intende darne ancora i veneti sono stanchi di sentirsi trattare periferia dell'impero". E d'altra parte il curriculum criminale del rampollo di casa Riina non è incoraggiante. "Un vero capo mafia". Fu questa una delle motivazioni della sentenza della Cassazione che riportò l'8 gennaio 2009 il giovane "Salvuccio", come è chiamato dai suoi familiari, dietro le sbarre. In quella data doveva scontare la pena residua di tre anni e un mese. Il figlio del boss Totò era già infatti finito in cella per la prima volta nel giugno 2002 perché accusato di associazione mafiosa ed estorsione. La Corte d'appello di Palermo gli aveva inflitto appunto una pena a otto anni e dieci mesi. Nel febbraio 2008 la Cassazione aveva disposto la sua scarcerazione per scadenza dei termini. Il giovane era allora detenuto a Sulmona e sottoposto al 41 bis. Ma dopo la conferma della condanna Riina jr ritornò fino ad oggi ad indossare gli abiti di detenuto. Ma ora secondo l'ex sindaco Pippo Cipriani che durante il suo mandato dal 1993 al 2001 ha condotto tante battaglie contro i boss: "Il giovane Riina ha tutto il tempo per cambiare rotta e collaborare con la giustizia soltanto così può avere comprensione per una vita diversa".
GdS, 2.10.2011
STORIA DI UN BOSS NATO

IL SINDACO: NON E’ PERSONA GRADITA

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