giovedì, settembre 23, 2010

Niente Paura, Ligabue e l'Italia di oggi

di Dario La Rosa
I trentenni ci stanno dentro in pieno. In un excursus che, temporalmente, parte dall'omicidio di Guido Rossa e arriva sino ai giorni nostri. È il loro documentario, quello della loro vita. Dentro le onde della storia ci sono i due Mondiali di calcio vinti dagli azzurri, c'è la strge di Bologna, quelle di Capaci e via D'Amelio, c'è il ricordo di quella nave carica di ventimila albanesi che arrivò sulle coste italiane, c'è l'assalto alla Diaz e la rivolta degli immigrati di Rosarno. Poi ci sono le vicende di chi, con questi ultimi trent'anni della vita del nostro Paese ci ha fatto i conti: da Pantani a Javier Zanetti, passando per scienziati, attori e gente comune. E poi ancora due elementi, uno umano ed un altro ideale, che tessono la tela: il primo si chiama Luciano Ligabue, il secondo si chiama Costituzione. Già, la Costituzione, quell'insieme di principi fondamentali che, leggendoli, sembra vengano calpestati quotidianamente. Tutto finito allora? "Niente Paura" - canta Ligabue dando il titolo all'omonima pellicola di Piergiorgio Gay - in qualche modo ce la si farà. Con le ossa rotte, forse. E allora da Fabio Volo a Paolo Rossi - passando per Margherita Hack, Umberto Veronesi, Giovanni Soldini, Stefano Rodotà - si cerca di capire il perché di tante ingiustizie, il perché l'Italia stia sprofondando sempre più senza capacità di reagire. Si parla di rivoluzione intesa come generazione, vita. Si parla di cultura e di normalità, d'accoglienza e speranza. La stessa che accompagna le canzoni di Ligabue, coperto alle spalle dalla carta dei diritti e dei doveri della nostra società. E che amiate Ligabue o meno, questo film merita di essere visto.
Siciliainformazioni.it, 22 settembre 2010 10:01

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