sabato, settembre 18, 2010

ROSARNO. Un centro per integrare gli africani ribelli

di Antonello Mangano
Chiariamo un punto. L'idea secondo cui i migranti di Rosarno sono «un serbatoio di braccia a cui spesso accede la malavita organizzata» non è soltanto falsa. È offensiva nei confronti di centinaia di ragazzi che non hanno mai fatto da manovalanza alle 'ndrine, preferendo il durissimo lavoro nei campi. Al contrario, gli africani si sono ribellati due volte contro la violenza mafiosa, collaborando in almeno cinque occasioni con le forze di polizia e la magistratura (la rapina del dicembre 2008, i "fatti di Rosarno" di gennaio 2010, le tre inchieste sul caporalato, tra cui quella denominata "Migrantes", rese possibili dalla collaborazione e dalle testimonianze dei lavoratori stranieri). Eppure, l'idea del "serbatoio di braccia" è contenuta nel comunicato ufficiale del Pon Sicurezza (www.sicurezzasud.it) che presenta il progetto del "Centro di formazione per gli immigrati" - due milioni di euro di stanziamento del Ministero dell'Interno e dell'Unione Europea -, giustificandolo come un argine allo sfruttamento. LEGGI TUTTO

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