martedì, gennaio 13, 2009

Mafia, ha ucciso 40 persone, ma i giudici del Tribunale di Roma gli annullano il carcere duro

Revocato 41 bis al boss della Noce, Mimmo Ganci. I giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma hanno annullato la misura di carcere duro inflitta al mafioso stragista palermitano, ritenuto responsabile di 40 delitti.
ROMA - I giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma hanno annullato il 41/bis, il carcere duro, al boss stragista Mimmo Ganci, figlio del capomandamento della Noce, Raffaele Ganci, stretto alleato di Totò Riina. Il mafioso è detenuto nel carcere romano di Rebibbia perché deve scontare condanne all'ergastolo, molte delle quali definitive, in particolare per le stragi ed alcuni delitti eccellenti compiuti in Sicilia. Ganci è accusato di oltre quaranta delitti. Nei mesi scorsi, i difensori del killer avevano chiesto al Tribunale di sorveglianza l'annullamento del carcere duro che è poi stato accolto dal Tribunale. Ganco, condannato anche per la strage di Capaci, ha trascors il Capodanno da detenuto "normale", senza il carcere duro previsto ai boss mafiosi. "È da molto tempo che denunciamo il rischio di un progressivo affievolirsi dell'efficacia del 41 bis, la sentenza resa nota oggi su Ganci è un ulteriore segnale d'allarme" commenta Giuseppe Lumia (Pd), componente della Commissione Antimafia. "Troppi boss - aggiunge - vincono le cause per buchi nelle norme, ed ancora di più riescono a comunicare con l'esterno anche se ancora sottoposti al 41 bis. Solo in questi ultimi mesi abbiamo dovuto assistere a boss che hanno mandato lettere ai giornali, boss che hanno ordinato omicidi, che hanno gestito persino imprese mentre erano al 41 bis, non è più possibile assistere a questo scempio di una norma che ha comunque dato frutti inestimabili".
13/01/2009

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