domenica, gennaio 18, 2009

Il pensiero debole dei cattolici siciliani

ROSARIO GIUÈ
Dunque, è dal superamento dello scontro tra cattolici e laici, dal loro mettersi insieme in vista del bene comune, che può sorgere in Italia una robusta «religione civile». In questa prospettiva, suggerisce il teologoVito Mancuso, i cattolici italiani dovrebbero mettere la propria fede a servizio del Paese pensandosi, nello spirito di due parabole evangeliche, «come seme che marcisce nel campo o come lievito che scompare nella pasta» senza curarsi tanto di una identità da difendere dal nemico laico o laicista. Fin qui Mancuso.E in Sicilia? In Sicilia più che la parabola del seme che marcisce nel campo o del lievito che si perde nella pasta della società, sul piano teologico si potrebbe richiamare un´altra parabola: quella del sale che perde il suo sapore. Se il sale (i cattolici) perde il suo sapore non serve ad altro che a essere gettato via e ad essere ritenuto inutile dagli uomini (società). Sì, anche in Sicilia non è nata una «religione civile». LEGGI TUTTO

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