sabato, maggio 14, 2011

La Regione Lombardia non si costituisce parte civile al processo contro la ‘ndrangheta

“Ma la Lombardia dov’è?”. Non è una domanda di geografia elementare, è quanto si sono chiesti i cronisti presenti alla prima udienza del processo contro la ‘ndrangheta scaturito dall’operazione “Crimine-Infinito” che, nel luglio scorso, ha condotto a più di trecento arresti. Un’operazione diretta dalle Dda di Milano e Reggio Calabria che portò allo svelamento della fitta presenza ‘ndranghtista nel mondo politico ed economico lombardo. Le indagini della Dda di Milano, guidata da Ilda Boccassini (presente in aula assieme al pm Alessandra Dolci) avevano individuato una quindicina di ‘locali’ della ‘ndrangheta sparsi per Milano e dintorni, che puntavano anche agli appalti dell’Expo 2015. Vennero arrestate 174 persone in Lombardia e la Procura di Milano chiese e ottenne il giudizio immediato. Più di una decina hanno già patteggiato, mentre in 119 verranno giudicati con rito abbreviato a partire dal 9 giugno prossimo, tra di loro l’imprenditore milanese Ivano Perego, della Perego Strade, Giuseppe ‘Pino’ Neri, a capo della ‘provincia’ lombarda, struttura di vertice della mafia calabrese al nord, e Carlo Chiriaco, ex direttore della Asl di Pavia, che i magistrati hanno definito una “figura inquietante e paradigmatica” di amministratore pubblico in contatto con esponenti mafiosi. Quindi, la Lombardia dov’è? Ovunque nelle carte del processo, ma assente dall’aula. La regione Lombardia infatti non ha ritenuto opportuno costituirsi parte civile. Il legale dell’amministrazione regionale calabrese, l’avvocato Luigi Gullo, rappresenta la Regione Calabria che ha fatto la scelta opposta: “in Calabria è routine costituirsi parte in questi processi e con le condanne abbiamo anche avuto milioni di euro di risarcimenti”. In Lombardia invece non è routine, e ancora si preferisce chiudere gli occhi di fronte al problema delle infiltrazioni e delle connivenze mafiose. Non a caso, nell’aprile scorso, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affermò nettamente: “La Lombardia non è mafiosa” e al suo omologo pugliese, Nichi Vendola, che gli faceva notare il contrario, alla luce proprio dell’operazione Crimine-Infinito, rispose piccato “Sei un miserabile, parli sotto l’effetto di qualche sostanza”. Una parte della società civile, anche lombarda, era invece presente in aula per testimoniare che il problema esiste e non bisogna trascurarlo. Tra loro c’erano i ragazzi di ‘Ammazzateci tutti’, che hanno accompagnato in tribunale gli studenti di un liceo milanese, e ‘Qui Lecco libera’. La prossima udienza è fissata per il 14 giugno. Narcomafie, 12 mag 2011

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