di Francesca Stazzonelli
Scienziati e ambientalisti firmano un appello per fermare la costruzione dell’Osservatorio FlyEye Telescope sulla sommità del Monte Mufara, in zona di protezione integrale del Parco delle Madonie, area dichiarata di notevole interesse pubblico e sottoposta a diversi vincoli che non ne consentono la realizzazione
Salviamo la Mufara, cuore verde del Parco delle Madonie, perché anche la conservazione della natura è ricerca scientifica. Questo è l’appello redatto dalle associazioni ambientaliste Cai, Gre, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d’Italia e Wwf e sottoscritto da uomini e donne di scienza e di cultura, esperti e operatori delle aree naturali protette, dirigenti pubblici, giuristi, imprenditori, naturalisti, ex direttori di parchi e componenti di comitati scientifici, per opporsi alala realizzazione di un osservatorio astronomico in zona di protezione integrale del Parco delle Madonie, area dichiarata di notevole interesse pubblico e zona sottoposta a plurimi regimi di vincolo che non ne consentono la realizzazione.
Le associazioni ambientaliste sottolineano infatti che il progetto dell’osservatorio su Monte Mufara, di dimensioni smisurate ed altamente invasivo, è privo di alcune autorizzazioni fondamentali (come quella paesaggistica negata nel 2022 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo) e lo si vorrebbe realizzare in deroga ai vincoli di tutela sulla base di una norma fortemente viziata sul piano della legittimità costituzionale e del mancato rispetto dell’articolo 9 della Costituzione.
Il testo dell’appello
Esprimiamo il nostro dissenso alla realizzazione di un osservatorio astronomico sulla cima del Monte Mufara, in piena zona A di tutela integrale del Parco Naturale delle Madonie, in area dichiarata di notevole interesse pubblico e sottoposta a vincolo paesaggistico, emergenza geologica tutelata anche dal Geopark-Unesco e ubicata a ridosso delle Serre dolomitiche della Quacella e della faggeta, tra le più meridionali d’Europa.
Esprimiamo il nostro dissenso alla realizzazione di un progetto che prevede una imponente costruzione con una superficie di 800 m2 (di cui 360 a parcheggio), 3.540 m3 di volume edilizio ed un’altezza di oltre 13 metri fuori terra, la realizzazione di una terra armata di contenimento di oltre 5 metri di altezza e di una nuova pista carrozzabile per l’accesso sulla cima integra della montagna.
Ci chiediamo innanzitutto come mai non siano state considerate altre soluzioni possibili che riguardano la ricerca di un sito alternativo e/o la contestuale modifica del progetto, escludendo o delocalizzando spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica.
Ci risulta inoltre che la procedura sia fortemente viziata da irregolarità procedurali e dal mancato rispetto di alcune normative. Non sono stati ancora rilasciati il parere del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale e il decreto dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente per le opere di interesse nazionale, ma soprattutto manca il parere a fini paesaggistici della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo che nel 2022 ha declarato la improcedibilità del progetto per violazione di un vincolo
di inedificabilità assoluta a tutela dei boschi.
Siamo anche fortemente allarmati del fatto che, nell’estremo tentativo di superare i vincoli di tutela ordinari vigenti sull’area, sia stata proposta dal Governo nazionale e successivamente approvata una norma ad hoc (art. 9 del D.L. 104/2023 – L. 136/2023) che prevede che gli osservatori astronomici possono essere autorizzati in deroga ad alcuni vincoli paesaggistici, cosa che solleva seri dubbi sulla legittimità costituzionale di questo articolo. In ogni caso tale norma derogatoria non cita tutti i vincoli di tutela gravanti su Monte Mufara. In questa vicenda colpisce anche che un’opera di tale portata non sia stata sottoposta da ESA – Agenzia Spaziale Europea, ASI – Agenzia Spaziale Italiana, Regione Siciliana ed Ente Parco delle Madonie ad ogni confronto pubblico, e appare inaccettabile la scelta di modificare le leggi ordinarie dinnanzi ai dinieghi ricevuti, da quello del Consiglio dei Ministri del 20 aprile 2023 con l’impugnativa alla Corte Costituzionale della prima deroga varata dalla Regione Siciliana a quello della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo del 9 agosto 2022 e che vige tutt’oggi.
Proprio le continue modifiche delle norme di tutela tentate per quest’opera confermano la correttezza della posizione assunta dalle Associazioni Ambientaliste da quasi tre anni, e cioè che le leggi ordinarie non consentirebbero la realizzazione dell’osservatorio sulla cima inedificata e integra di Monte Mufara. Su tali questioni il TAR Sicilia – Palermo lo scorso 4 settembre 2024 ha accolto l’istanza di misure cautelari urgenti presentata da alcune Associazioni Ambientaliste e ha disposto la sospensione dei lavori di sbancamento già avviati a fine agosto. Per tutti questi motivi sottoscriviamo ed invitiamo a sottoscrivere quest’appello con il quale chiediamo di fermare definitivamente i lavori sulla vetta di Monte Mufara, di non forzare ulteriormente le procedure e di perseguire le soluzioni alternative esistenti, provvedendo alla protezione di un’area di grandissimo interesse naturalistico e paesaggistico nel Parco delle Madonie.
L’appello è aperto ad adesioni sia personali che associative. Per aderire e sottoscrivere inviare una mail a: salviamolamufara@gmail.com.
lanuovaecologia.it, 17 settembre 2024
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