giovedì, novembre 09, 2023

LGBT+: “Nulla Osta” all’essere testimoni a un matrimonio, sì al Battesimo di figli di coppie gay, Chiesa inclusiva

Papa Francesco

di padre GIOVANNI CALCARA, o.p.

Insieme al tema della guerra o della crisi ambientale irrompe da qualche ora sui social il tema, altrettanto caldo-scomodo-controverso delle persone omoaffettive meglio identificate dalla sigla LGBT+, suscitato dalla Nota della Congregazione della Fede, approvata da Papa Francesco, circa il loro ruolo rispetto ai sacramenti del battesimo e del matrimonio. 

Praticamente “Nulla Osta” all’essere testimoni a un matrimonio. Si al battesimo dei bambini delle coppie omosessuali anche se nati dall’utero in affitto. Come l’ammissione al battesimo delle persone transessuali.

Vogliamo credere che possa essere giunto il momento in cui veramente, la Chiesa si manifesti, non solo a parole: “come la casa e la madre di tutti… in cui nessuno viene escluso o rifiutato” come ama ripetere spesso papa Francesco.

La realtà, come constatiamo, rimane a “macchia di leopardo”, basti pensare agli attacchi di giovani cattolici statunitensi alla Giornata mondiale dei giovani a Lisbona che hanno costretto ad abbandonare incontri e una Celebrazione Eucaristica animata da giovai Lgbt+; oppure alle dichiarazioni del cardinale Schonbrn “la Chiesa può cambiare la dottrina cattolica sulle relazioni omosessuali”; come anche ai permessi di Vescovi che in diversi Paesi (vedi Germania, Francia, Belgio, Brasile) permettono la benedizione di coppie omosessuali (che non significa celebrazione di un matrimonio, come alcuni vorrebbero far credere).

Dall’altra parte, qualcuno all’interno della Chiesa cattolica, si rifiuta di prendere coscienza di come, ormai da tempo, molti tra gli stessi credenti e praticanti, hanno difficoltà ad accettare tale “andamento ondivago” circa la presa di posizione tra fede e Scrittura, vita reale e pregiudizi verso ogni diversità, la situazione umiliante della donna (come nella Società civile), la permanenza di visioni “piramidali” che stridono con la “sinodalità” che sembra incontrare non poche resistenze… 

A tale proposito, basta vedere un recente sondaggio Scuolazoo e diffuso dal quotidiano La Repubblica, su un campione di 3.500 di ragazzi tra i 14 e i 24 anni che constata che “Solo 1 ragazzo su 10 della generazione Z crede nella visione della famiglia tradizionale” e “l’89% afferma che qualsiasi persona in grado di curare e amare un figlio possa formare una famiglia” per constatare come la Chiesa oggi non riesca più ad incidere sulla visione della vita e dell’affettività sia dei giovani come degli adulti (vedi matrimoni civili, come anche le separazioni e i divorzi, violenza sulle donne).

Evidentemente il problema che la Comunità Ecclesiale, nel suo insieme, deve affrontare non è solo, la presenza e il ruolo della comunità Lgbt+, ma rivedere le modalità e la proposta educativa della persona e della sua dimensione affettiva, senza pregiudizi e paura, ma lasciandosi guidare dallo Spirito del Risorto che spira “dove vuole” e che il Signore cerca e vuole chi lo “adori in spirito e verità”.

 

E allora tutti, nessuno escluso, saranno nella condizione di sentirsi pienamente partecipi e responsabili nella vita della Chiesa, non essendo costretti a ottenere “Nulla Osta” essendo riconosciuti nella loro dignità battesimale che li ha costituiti “figli di Dio, concittadini dei santi, eredi del Regno”.

In conclusione, non una “svolta arcobaleno” di papa Francesco, ma semmai l’affermazione che ogni persona, chiunque essa sia, ha diritto ad avere riconosciuti nella Chiesa come nella Società il diritto e la libertà di “vivere e amare”, secondo il progetto di Dio.

Padre Giovanni Calcara, o.p.

Agenzia Sicrapress, 09.11.2023

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