domenica, aprile 28, 2019

Nel nome di Peppino contro le mafie e i neo fascismi

Una manifestazione per Peppino Impastato

Giovanni Impastato
Non sono serviti i "Vaffanculo Day ", i proclami contro la Casta, il ripudio della politica ed inneggiare all’onesta ad impedire che la mafia penetrasse all’interno del Palazzo. Solo promesse inutili quelle che hanno concesso a Lega e 5stelle di fare bottino pieno alle elezioni e andare al Governo. La situazione sta peggiorando notevolmente, i rigurgiti neo-fascisti e l’onda razzista mettono in serio pericolo il sistema sociale, gli spazi di democrazia ancora esistenti si stanno restringendo sempre più, scandali e corruzione stanno sommergendo chi ci governa. Le ultime inchieste, in particolare quella contro il sottosegretario leghista Siri, ci inquietano e suscitano riflessioni e considerazioni molto profonde, la difesa portata avanti dal ministro dell’Interno e dalla Lega sono chiari segnali per i poteri criminali, conti che bisogna saldare, favori che vanno ricambiati, i voti si ottengono con queste importanti relazioni, per poi mostrare i muscoli, indossare le divise e farsi fotografare con mitra in mano.

Sconfiggere mafia e corruzione dovrebbe essere la vera priorità di questo governo, invece viene nominato un sottosegretario già condannato per bancarotta. Purtroppo queste cose succedono perché non si è fatto altro che diffondere la cultura dell’antipolitica che ha portato alla nomina di un Ministro segretario della Lega, partito che ha rubato dalle nostre tasche 49 milioni di euro, salvato da un processo per sequestro di persona dai suoi alleati Pentastellati che dovevano sotterrare La Casta, invece c’è il rischio che con queste prese di posizione venga sotterrata la democrazia di questo paese.
L’ombra di Messina Denaro aleggia dentro il Palazzo del Potere e tutto ruota attorno a Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia con solidi interessi nel campo dell’energia, e all’alcamese Vito Nicastri, "Re dell’eolico", finito di nuovo in carcere, al quale in passato è stato confiscato un patrimonio da un miliardo di euro perché secondo l’accusa avrebbe accumulato il tutto con il consenso del mafioso "Imprendibile" di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro.
Tutto questo non può essere sottovalutato soprattutto quando sono coinvolti due esponenti del governo, il sottosegretario Siri è indagato, secondo l’accusa Arata gli avrebbe dato o promesso 30.000 euro per inserire una norma a favore delle imprese per le energie rinnovabili. Come se questo non bastasse si aggiunge l’assunzione del figlio di uno degli indagati da parte di Giancarlo Giorgetti. Mafia e malaffare, a differenza di quanto promesso, non sono stati affatto sgominati, oltre ad avere una continuità con il passato, sono ben consolidati all’interno del sistema politico-istituzionale.
Fra qualche giorno, in occasione del 41° anniversario dell’assassinio mafioso di mio fratello Peppino Impastato, scenderemo in piazza a Cinisi per una grande manifestazione Nazionale contro la mafia, non sarà solo una ricorrenza, ma il modo per evidenziare la necessità di lottare contro la mafia all’interno delle istituzioni e contro un governo che, oltre a deludere ogni aspettativa, ha dato la possibilità di far crescere la cultura dell’illegalità, della paura e del presunto pericolo immigrati. Saremo presenti per ribadire che la lotta contro la mafia deve marciare insieme all’impegno antifascista ed a favore dei diritti Umani, contro ogni forma di corruzione ancora presente che sotto ogni aspetto ci dà conferma che la mafia non è stata nemmeno scalfita, anzi è sempre più radicata all’interno delle istituzioni, fino a farci pensare che non si tratti più di anti-Stato. Alcune grandi inchieste e processi con condanne, come il Processo Minotauro in Piemonte, il processo Emilia in Emilia Romagna e Mafia Capitale a Roma ci portano a questo ragionamento. Non a caso oggi la mafia si caratterizza per essere in primo luogo una criminalità economica e un’impresa. Sono tante le società gestite in modo occulto da imprenditori apparentemente insospettabili con agganci politici, che in realtà fanno riferimento ai clan mafiosi. Il caso Siri-Arata-Giorgetti è emblematico. Il 9 maggio a Cinisi affronteremo questi argomenti, da persone libere ci muoveremo nella direzione giusta senza aspettare altri, politicizzando la manifestazione contro il sistema delle corruzioni e contro i responsabili di questo scempio.
Continueremo a lottare con le idee ed il coraggio di Peppino.
La Repubblica Palermo, 28 aprile 2019

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