domenica, marzo 31, 2019

Palermo. L’ordine del boss Lo Piccolo: "Quella cantante in ogni festa"

Il boss Calogero Lo Piccolo

SALVO PALAZZOLO
Una neomelodica sostenuta da Lo Piccolo ma allo Zen restò fuori. E il clan si mosse
L’ordine di Calogero Lo Piccolo, l’erede del padrino di Tommaso Natale oggi al 41 bis, era stato chiaro: «Deve cantare in tutte le parti di Palermo». E aveva mandato il suo collaboratore più stretto, Giuseppe Giuliano, a sponsorizzarla per le feste rionali più importanti della città. La neomelodica Federica Paceco stava molto a cuore al padrino. Il solerte Giuliano diceva proprio così a un organizzatore di feste: «Sta nel cuore, gli dici... di una persona che la vuole bene. Trovati la strada, falla cantare». E spiegava che avevano grandi progetti per lei: «Mercoledì, la ragazza deve andare a Catania, che gli devo presentare Gianni Vezzosi». Che non è proprio un cantante fra i tanti. Un tempo, il neomelodico che cantava "O killer" era di casa nella villa del boss dello Zen Guido Spina.

Il collaboratore di Lo Piccolo trasformato in provetto manager è stato intercettato dai carabinieri del nucleo Investigativo nel settembre 2018. All’inizio del mese, puntava a un concerto a Borgo Nuovo per la beniamina del capomafia. Un altro collaboratore del boss suggeriva pure una dedica per il padrino: «Se sale a Borgo Nuovo faglielo salutare, un abbraccio a...». Giuliano invitava però alla prudenza: «Nel palco non si può dire più niente... gli sbirri stanno con le orecchie così». Ma l’interlocutore lo tranquillizzava: «Vabbè, Calogero può essere chiunque». E immaginava Federica mentre diceva: «"La mia partecipazione e un saluto affettuoso a Calogero". Tanto a Borgo Nuovo non ci pensano che Calogero è questo». Non sappiamo se la dedica fu fatta, ma sembra che Federica Paceco partecipò per davvero alla festa del quartiere. Lo scrivono i pm nelle carte dell’inchiesta che all’inizio di febbraio ha portato Lo Piccolo in carcere. Le intercettazioni raccontano che la raccomandazione del boss sarebbe andata a buon fine grazie all’intervento di un mafioso della zona, Baldo Migliore, arrestato nei giorni scorsi dalla squadra mobile.
Anche se qualcuno aveva provato a opporsi, così raccontava Giuliano: «Una femmina mi fa: "Federica Paceco non canta qua, io faccio parte del comitato e non canta". Si volta Baldo e gli ha detto: "Ma chi sei tu che non può entrare. Levati di qua". E mi dice: "Vai a prendere la ragazzina in macchina"».
Seconda comparsata per la pupilla di Lo Piccolo doveva essere allo Zen. Ovvero, nel territorio dei mafiosi di Tommaso Natale. Ma arrivò un no dal comitato della festa. «Per quest’anno non è possibile, il prossimo anno ti prometto, però senza soverchieria». Le microspie dei carabinieri hanno registrato in diretta il no. E Giuliano sbottò: «Ma quale soverchieria». Il rappresentante del comitato spiegò: «Noi per ora abbiamo un problema con la questura, con la San Lorenzo. Ora ci deve andare il prete a parlare e dire che non c’è pizzo di niente...
E poi c’è già la lista dei cantanti mandata alla Siae». A Giuliano non restò che correre a casa di Lo Piccolo. E, intanto, si sfogava: «Quelli del partito contrario la negativa non gliel’hanno fatta».
Dalle fila della cosca perdente di un tempo, quella di Passo di Rigano, era arrivato il sì alla pupilla di Lo Piccolo. E, invece, nel suo territorio gli stavano facendo un affronto. Lo Piccolo meditava ritorsioni. Ma è arrivato prima l’arresto.
La Repubblica Palermo, 31 marzo 2019

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