giovedì, febbraio 14, 2013

Rosa Balistreri, la grande cantante folk racconta la sua vita

di PIPPO LA BARBA
Nella nuova edizione della biografia “Rosa Balistreri”, edita da Salvatore Sciascia, che aggiorna quella del 1992, l’autore Giuseppe Cantavenere polarizza attraverso questo straordinario personaggio il rapporto complesso che molti siciliani hanno con la propria terra. Un rapporto che èspesso di odio-amore, ma che esprime anche lo spirito libero, irrequieto di chi non si rassegna all’ingiustizia e alla violenza. La sua  voce tagliente e insieme dolce cantava la sua terra e si alzava chiara nel denunciare la miseria, la fame, i soprusi, la violenza di cui era stata vittimamai rassegnata. Unito al libro il dvd con il film “La voce di Rosa sulla vita della cantante e soprattutto con le tante melodie, realizzato da Nello Correale.
La sua città, Licata, a cui Rosa donò prima di morire una preziosa raccolta di testi popolari, molto antichi, e che  non l’aveva mai pienamente riconosciuta come donna e come artista, il 16 febbraio le dedica un monumento alla memoria.
La vita di Rosa Balistreri è paragonabile a una tragedia greca. Nata in una famiglia poverissima, subisce ogni sorta di ingiustizia e umiliazione, ma non si piega mai e reagisce anche in maniera violenta. Brutalizzata dal marito, impreca e canta,  trovando proprio nel canto la sua liberazione.
Per sfuggire all’ambiente in cui vive, si trasferisce a Firenze assieme alla madre e alla sorella, e qui nel 1960 conosce il pittore Manfredi Lombardi, con cui inizia una convivenza.
Manfredi è il suo pigmalione: la fa conoscere ad artisti e cantastorie, uno tra tutti Ciccio Busacca.
A una mostra di Manfredi, a Piombino, debutta con la sua voce roca e quasi strappata, sciorinando un repertorio di antiche composizioni siciliane. Di lì a poco Dario Fo la chiama a far parte del suo famoso spettacolo “Ci ragiono e canto” dedicato alle canzoni dialettali di tutte le regioni d’Italia.
Ma il feeling con Firenze con il tempo svanisce, anche per il tradimento del suo uomo.
Nel 70 ritorna in Sicilia, dove trova finalmente amicizia e affetto. Personaggi come Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Leonardo Sciascia, Cesare Terranova, Pio La Torre l’apprezzano e l’aiutano;l’avvocato Cacopardo le mette a disposizione gratuitamente una casa a Palermo, in via Maria Santissima Mediatrice. Rosa riesce a vivere dignitosamente prendendosi cura del nipotino Luca, figlio della figlia, che l’aveva abbandonato. Fa tournee musicali stressanti, partecipa a tutte le feste dell’Unità, sempre all’aperto, spesso in ambienti umidi, e la sua splendida voce ne risente.
Muore all’età di 63 anni  per un ictus durante uno spettacolo in Calabria.
Pippo La Barba


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