giovedì, febbraio 14, 2013

Dalla Chiesa, una foto riapre il giallo della borsa del prefetto di Palermo

L'ufficiale dell'arma con la borsa sottobraccio
di SALVO PALAZZOLO
Indagini su un carabiniere che l'avrebbe trafugata. I magistrati e la Dia hanno ritrovato un video che confermerebbe i sospetti avanzati nelle scorse settimane da una lettera anonima: "Dopo l'omicidio, la borsa del prefetto fu trafugata da un ufficiale dell'Arma". I pm convocano il figlio di Dalla Chiesa. Repubblica.it mostra in esclusiva l'immagine che ha riaperto l'inchiesta dopo trent'anni
Fino a qualche settimana fa, nessuno aveva mai sospettato che la borsa del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fosse stata trafugata dopo il suo omicidio, a Palermo, il 3 settembre 1982. Poi, all'improvviso, una lettera anonima ha messo in allerta i magistrati che indagano sulla trattativa mafia-Stato: "Un ufficiale dei carabinieri ha portato via quella borsa, che conteneva dei documenti". Questa la rivelazione, tutta da verificare. Le indagani dei magistrati e della Dia di Palermo hanno avuto in questi giorni una svolta improvvisa, che Repubblica.it è in grado di documentare in anteprima: in un video della Rai, che riprende la scena del delitto, la sera del 3 settemntre 1982, è ritratto un ufficiale dell'Arma mentre tiene sottobraccio una borsa molto simile a quella del prefetto ucciso dalla mafia.

La settimana scorsa, il figlio di Dalla Chiesa, Nando, aveva rivelato a Repubblica: "Mio padre non si separava mai da una valigetta di pelle marrone, senza manico. Dopo la sua morte, non l'abbiamo più trovata. Pensavano che fosse andata persa nel trambusto di quei giorni. Evidentemente, non era così". I pm di Palermo hanno convocato oggi Nando Dalla Chiesa per essere ascoltato come testimone. Dopo trent'anni, il mistero attorno alle carte scomparse del generale Dalla Chiesa è dunque ufficialmente riaperto. Con un capitolo inedito rispetto alle indagini degli anni Ottanta: all'epoca, il pool di Falcone e Borsellino aveva appuntato l'attenzione solo sulla cassaforte dell'abitazione del prefetto, da cui sarebbero spariti altri documenti.
(La Repubblica, 14 febbraio 2013)

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